Napoli: Conclusa la Conferenza Internazionale dell’Usura

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Si è conclusa la Conferenza Internazionale sull’usura organizzata dalla Fondazione nazionale Interesse Uomo a Napoli. Un evento di respiro europeo che ha visto per due giorni l’avvicendarsi di esponenti del mondo istituzionale, accademico e della società civile nazionale e dell’area balcanica. Un confronto aperto sul tema della prevenzione e della lotta all’usura, uno dei mali assoluti che va conosciuto profondamente per poterlo debellare. “L’usura è una piaga, ha infatti affermato il giudice della Corte d’Appello di Bucarest, Marian Gociu, commessa in piena luce con la complicità delle istituzioni pubbliche”. Ma spesso le leggi, che pure ci sono, non sono sufficienti a combatterla. Mancano le denunzie e quelle depositate si fermano prima perché le vittime hanno paura di andare avanti. “L’aspetto repressivo non basta, ha dichiarato il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, occorre il coinvolgimento delle associazioni, attivare campagne di sensibilizzazione, bisogna sottrarre la manodopera alla criminalità organizzata e soprattutto cambiare l’atteggiamento culturale che faciliti la denuncia dei reati.” La seconda giornata della Conferenza è stata il momento di sintesi, in cui tutti i referenti, dopo un’attenta analisi dei contesti economici, sociali e culturali e delle legislazioni, hanno avanzato proposte concrete. “Occorrono politiche socio-economiche che sopperiscano al sovra indebitamento della popolazione vittima di usura nei paesi più vulnerabili dell’Europa”, ha sostenuto il direttore generale dell’Unione Europea per le politiche di vicinato e dei negoziati d’allargamento, Alberto Cammarata. “Prevenzione, formazione, informazione, crescita della consapevolezza, trasparenza tra operatori, ha ancora dichiarato, e soprattutto il ruolo della società civile, intesa come l’insieme delle associazioni e fondazioni che operano in questo settore, per l’attivazione di percorsi di recupero”. Un appello all’unione delle forze sane è provenuto dal commissario straordinario del Governo italiano per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, Anna Paola Porzio, che ha ricordato come l’usura sia un prodotto della sottocultura e che sia un reato sentinella accanto a quello del racket. Propositivo è stato l’intervento del sottosegretario del Ministero dell’Interno con delega per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, Luigi Gaetti, promotore di alcune nuove disposizioni, recepite nel cosiddetto “Decreto Sicurezza”, che ha modificato la legge 44 del 1999. In particolare sono stati portati da 120 giorni a 24 mesi i termini entro cui le vittime possono presentare domande per avvalersi dei benefici del Fondo di solidarietà. E’ stata ampliata fino a due anni la sospensione dei termini di scadenza degli adempimenti amministrativi, per il pagamento dei ratei dei mutui bancari e ipotecari, dei termini di prescrizione e di decadenza, nonché di altri atti esecutivi. Al richiedente possono inoltre essere accordati anticipi di concessione delle somme a valere sul Fondo di solidarietà anche fino all’intero ammontare, previa concessione di provvisionale. Le conclusioni sono state affidate a don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione Interesse Uomo, che ha parlato di usura come di “fenomeno sistemico non circoscritto a singole regioni geografiche per debellare il quale occorrono risposte e strategie sistemiche.” Usando le parole di Papa Francesco, don Cozzi ha parlato di “economia che uccide”, di un sistema economico-sociale costruito in modo che i fragili siano scartati, che i deboli siano espulsi e resi invisibili, che quanti non reggono le regole del mercato, non reggono i “meccanismi sacralizzati del sistema economico imperante” vengano rigettati. Dunque cosa fare nell’emergenza? A quale modello di sviluppo a misura d’uomo tornare? Come armonizzare le leggi dei paesi? Come tutelare quanti non hanno accesso al credito ordinario? Come lavorare nella prevenzione? Con questi quesiti il presidente della Fondazione Interesse Uomo ha concluso la prima Conferenza internazionale dell’usura, domande aperte che ora attendono risposte concrete con l’avvio di una cooperazione reale e concreta tra tutte le forze operanti nelle società contemporanee.

Eva Bonitatibus

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