Ginosa: Parisi, “Facciamo chiarezza dsu Aseco”

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E’ stata rinviata, su richiesta congiunta delle parti, al 10 aprile la Camera di Consiglio del TAR originariamente prevista per il 19 febbraio. Non è stato quindi ritirato il ricorso proposto, nè allo stato degli atti è intenzione dell’Amministrazione farlo. Resto convinto della bontà di questa azione legale. Lo ero anche quando in molti ritrovati giuristi la denigravano e osannavano improbabili ordinanze.

Nonostante questo, è necessario dare una risposta in tempi brevi, cosa che fino a questo momento non è stata fatta. Perchè i due Comuni si sono riservati di dare una risposta dopo aver ascoltato i territori. Nei prossimi giorni convocheremo in maniera serrata tutte le parti coinvolte: commissione consiliare Aseco, comitati costituiti, associazioni di categoria.

E’ dal 2016 – lo riscrivo dal 2 0 1 6 – che l’Amministrazione che rappresento sta salvaguardando gli interessi del territorio, facendosi sentire nelle sedi competenti con gli interlocutori preposti.

Il nostro percorso è sempre stato coerente: dal diniego dei progetti di ampliamento, passando per i consigli monotematici aperti in cui è stata richiesta e ottenuta la presenza della Regione per le dovute risposte, alle analisi (le uniche commissionate dal Comune di Ginosa in 20 anni di esercizio), fino al coinvolgimento di tutti i soggetti coinvolti nell’iter in questi mesi e alla messa a disposizione di spazi pubblici per la partecipazione al tema. Non c’è mai stata tanta attenzione sul di esso, è sempre stato un affare per pochi, e oggi tutti, figli e padri, colpevoli e non colpevoli, siamo ereditieri di questa nefasta realtà.

Ricordo agli smemorati, ai novelli Masaniello di Forza Italia, con una ventennale responsabilità circa la gestione della problematica, che la posizione del consiglio comunale e della commissione, condivisa dalla loro rappresentanza al suo interno, è stata la richiesta di adeguamento dell’impianto all’interno delle strutture edilizie esistenti ed autorizzati formalmente dalla Regione Puglia. In questo scenario, senza nuovi elementi, non vi sono altri sentieri percorribili, tant’è  che le stesse parti politiche hanno richiesto nel consiglio comunale dell’11 dicembre 2018 di avviare un tavolo di concertazione con la Regione Puglia, così come concesso alla osannata Poggiardo.

Pertanto, vista l’enfasi che viene attribuita a taluni aspetti (marginali) vorrei fare chiarezza alla luce di alcune dichiarazioni a mezzo stampa sulla questione Aseco e del tavolo monotematico svoltosi in Regione il 13 febbraio scorso.

Nel merito, fermo restando il fatto che in assenza dell’emanazione di nuovi provvedimenti dal contenuto differente rispetto a quelli impugnati non si rinuncia al ricorso, si prende atto della volontà da parte della Regione di procedere alla chiusura temporanea di Aseco tassativamente entro il 30 giugno 2019 e per tutto il periodo necessario all’esecuzione dei lavori di adeguamento prescritti nella determina dirigenziale Regione Puglia 179 dell’1 ottobre 2018, che fa riferimento all’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) già concessa, con il parere negativo del Comune di Ginosa.

Fattore di garanzia, nonchè nodo cruciale dell’ipotetico accordo, sarà la possibilità di consentire ai Comuni di Ginosa e Castellaneta (oggi coinvolta in prima linea) di effettuare i monitoraggi e i controlli periodici tramite le competenti commissioni, anche durante l’ordinaria attività di produzione secondo modalità e tempistiche tutte da formalizzare.

Degna di nota è la proposta pervenuta di ridurre il quantitativo annuale della FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano) a 60mila tonnellate rispetto alle 80mila annue ad oggi autorizzate, da trattare in quello che sarà il nuovo impianto a norma.

Per fini propagandistici e di strumentalizzazione, grande risalto si sta dando da più parti al punto per me più marginale della proposta di accordo, ossia le royalties, che il M5S preferisce denominare più opportunamente “ristoro ambientale’’.

Abbiamo una priorità: garantire con certezza delle estati a venire differenti rispetto a quella infernale trascorsa dal punto di vista delle emissioni odorigene, tutelando gli interessi dei cittadini degli operatori turistici, che non possono rivivere l’incubo di pochi mesi fa.

Chiudo dicendo che se qualcuno vuole fare propaganda, ci mettesse la faccia (se ne ha ancora i requisiti) nelle sedi opportune e si assumesse le proprie responsabilità. Io e la mia Amministrazione non abbiamo mai avuto paura di farlo!

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