UNITI CONTRO L’AMIANTO: GIUSTIZIA PER LE VITTIME ASPETTANDO LA SENTENZA ILVA MORTI AMIANTO

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SIT-IN del 5 febbraio 2019 Coordinamento Nazionale Amianto

Corte di Cassazione Roma ore 9,00-13,00

CONTRAMIANTO C’E’

Si ammalarono e furono uccisi dall’amianto dopo aver lavorato per decenni al siderurgico di Taranto , vite spezzate di operai e famiglie distrutte dal dolore. La prossima settimana la Corte di Cassazione dovrà emettere la sentenza definitiva per condannare o assolvere chi era responsabile della sicurezza ed igiene del lavoro alla ex ILVA-ITALSIDER , l’acciaieria jonica che tanto dolore ha causato e continua a causare a cittadini e operai. CONTRAMIANTO sarà a Roma con il presidio del Coordinamento Nazionale Amianto per rivendicare i diritti degli esposti all’amianto, per avere giustizia per le morti e i danni alla salute di migliaia di lavoratori e cittadini. CONTRAMIANTO chiede Giustizia per le vittime dell’amianto uccise due volte, prima dalle fibre killer di asbesto poi dalla lungaggine dei processi e dalla prescrizione dei reati. Un grido di allarme comune lanciato dal Coordinamento Nazionale Amianto, associazionicomitatimovimenti uniti contro l’amianto che si mobilitano con un SIT-IN dinanzi alla Corte di Cassazione a Roma il prossimo 5 febbraio dalle ore 9 alle 13, in attesa della sentenza della Suprema Corte chiamata a decidere sulle responsabilità per decessi e malattie di operai dell’ex ILVA di Taranto affetti da patologie asbesto-correlate. Nel procedimento penale amianto all’ex ILVA-Italsider di Taranto sono 16 i casi di mesoteliomi, il tumore di certezza causato dall’amianto, operai morti in attesa di giustizia. Alle indagini durate diversi anni e seguita l’apertura del processo per i decessi e le lesioni subite da 31 lavoratori del siderurgico, morti per mesotelioma e cancro ai polmoni, con il primo grado iniziato nel 2012 e definito con precise responsabilità dei vertici del siderurgico jonico. Nella sentenza di primo grado del 2014 il Giudice monocratico aveva condannato, con pene sino a nove anni e mezzo, per complessivi 189 anni di reclusione, 27 ex dirigenti dell’acciaieria, riconoscendo il nesso di causalità tra le morti e l’esposizione all’amianto. L’Appello ha riformato sensibilmente quella prima sentenza e la prescrizione ha fatto il resto riconoscendo la responsabilità di solo 3 ex dirigenti Ilva con pene comprese tra i due anni e due anni e otto mesi, per tutti gli altri assoluzione piena o assoluzione per avvenuta prescrizione. Una sentenza di assoluzione e prescrizione inaccettabile, che non rende giustizia alle vittime dell’amianto, pur in presenza di certa e sicura esposizione all’amianto ed insorgenza dei tumori e Mesoteliomi, in un quadro lavorativo nel quale secondo l’accusa venivano meno le norme di igiene e sicurezza del lavoro e gli operai erano disinformati dei rischi dovuti dall’amianto e della sue micidiali polveri cancerogene. Ora l’attesa di CONTRAMIANTO per il giudizio finale della Cassazione chiamata ad esprimersi il 5 febbraio su quelle morti per amianto all’ILVA-Italsider di Taranto e sulle responsabilità di chi avrebbe dovuto evitare quei decessi con adeguate azioni di sicurezza ed igiene del lavoro. Il Coordinamento Nazionale Amianto vuole ridare centralità alla lotta all’amianto evidenziando l’ingiustizia che si consuma quotidianamente nelle aule dei Tribunali, questo processo penale, come decine di altri processi, stanno cancellando precise responsabilità di chi avrebbe dovuto tutelare la vita dei dipendenti e non lo ha fatto. Ripercorrendo solo gli ultimi giudizi si sta assistendo ad una serie di assoluzioni, dal Processo Marina Militare di Padova , con 8 ammiragli assolti per i decessi e le malattie causate dall’amianto di oltre 60 ex marinai perchè “ il fatto non sussiste “, al giudizio all’ Olivetti di Ivrea, con i 17 dirigenti rinviati a giudizio tutti dichiarati innocenti in Appello per la morte dovuta all’amianto di 14 operai od ancora la Sentenza di assoluzione per i vertici della Pirelli accusati della morte e delle malattie asbesto-correlate di 28 operai della fabbrica milanese, esposti alle polveri cancerogene di amianto negli anni 70-80, degli ex esposti e delle vittime della Eternit, della Fibronit, dello Stabilimento Ferroviario ex SNOS, ex Fiat, oggi ALSTOM. Il Coordinamento Nazionale Amianto vuole ribadire che l’amianto uccide e che maggiore è l’esposizione all’amianto tanto più saranno le morti per mesotelioma , una verità sostenuta dal mondo scientifico in studi e ricerche e che la comunità medica ha riaffermato nel III Consensus Conference per il Mesotelioma concludendo che non sussistono dubbi relativamente alla relazione proporzionale tra dose cumulativa e frequenza di mesotelioma. Uniti contro l’amianto per affermare il diritto alla salute e sostenere che l’amianto è un cancerogeno certo , che non esiste un valore limite che è innocuo per la salute , solo amianto zero rischio zero.

 

Luciano Carleo

Presidente

Contramianto e altri rischi Onlus

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