Di Giacomo (Nuova Italia Basilicata) su rapina portavalori Matera

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a rapina al furgone portavalori con a bordo le pensioni destinate ai pensionati del Materano avvenuta nel Barese è un nuovo attacco della criminalità allo Stato. Qualcuno per le modalità di esecuzione l’ha definita “da films”. Per me ripropone l’emergenza sicurezza alla quale questo Governo al di là di atteggiamenti, questi sì ”da films”, con un Ministro protagonista nel ruolo di sceriffo, non riesce a dare risposte puntuali ed efficaci. Ad affermarlo, in una nota è il presidente di Una Nuova Italia-Basilicata, Aldo Di Giacomo che aggiunge: “Quando ho commentato l’incremento del 46 per cento in tre anni di porto di armi solo in Basilicata sono stato tacciato di fare “facile allarmismo”. Salvo poi, evidentemente, a ricredersi di fronte a fatti eclatanti come la rapina al portavalori o ai continui furti nelle abitazioni dei lucani. Nel mio giro sui territori – ha riferito Di Giacomo – registro il grande interesse dei cittadini, di associazioni che ci sostengono e che mettono a nudo la lontananza della politica dai problemi veri della gente. Noi vogliamo essere portavoce della forte domanda di legalità. Di fronte ad una criminalità sempre più aggressiva occorre, a nostro parere, aggiornare le norme esistenti collegandole alle nuove domande di sicurezza dei territori, in particolare quelli più esposti agli assalti di una criminalità sempre più violenta e sfrontata. Serve certamente più vigilanza delle forze dell’ordine, ma a loro vanno forniti più mezzi e più personale. Dunque l’ampliamento legislativo della tutela a cui pensiamo con una pdl di iniziativa popolare che ha raccolto ben 2 milioni 300 mila firme in tutto il Paese vuole da un lato evitare il rischio di alimentare la cultura dello “sceriffo fai da te”, cavalcata da forze politiche estremiste nei toni ma improduttive nelle soluzioni, ma dall’altro realizzare un deterrente molto più forte verso quella categoria di criminali dediti a furti e rapine nelle nostre abitazioni, che non dovranno mai più beneficiare di alcuna scappatoia giuridica che sarebbe ingiusta e beffarda. I lucani e gli italiani devono essere informati che approvata dal Senato a fine ottobre, la proposta di legge leghista sulla riforma della legittima difesa ha dovuto superare le perplessità degli alleati Cinquestelle, che durante l’iter a palazzo Madama hanno tentato di depotenziare la portata della riforma per poi ‘riallinearsi’. Il testo, che introduce alcune novità in materia e che viene accompagnato dallo slogan salviniano “la difesa è sempre legittima”, è ora all’esame della commissione Giustizia di Montecitorio. Dal 9 gennaio prossimo si svolgeranno alcune audizioni. Del resto, lo stesso premier Giuseppe Conte, nella conferenza stampa di fine anno, ha usato una certa prudenza, garantendo un intervento “senza sconvolgere la disciplina”, attraverso “un giusto bilanciamento tra opposte istanze parimenti legittime”. In sostanza la nuova legge è finita nel conflitto Lega-M5S che non promette niente di buono. Il nuovo anno – dice infine Di Giacomo – si apre proprio come si è concluso il 2018 nel quale l’Eurispes, non noi, ha registrato in un rapporto quel bisogno di sicurezza racchiuso in un dato: il 56,2 per cento degli italiani userebbe un’arma contro estranei in casa di notte

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