Sant’Arcangelo: Avvio delle festività con il recital “Canto minimo”

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Un recital fatto di Preghiere e devozioni, di grandi storie d’amore nella Chiesa Madre di Sant’Arcangelo ha segnato l’avvio delle festività religiose più sentite dalle nostre comunità. Il maestro Graziano Accinni con la sua chitarra dai suoni emozionali accompagnato da Giuseppe Forastiero (voce) ha proposto “Canto minimo” la canzone popolare lucana tra preghiere e storie d’amore.

Dopo una ricerca durata 15 anni, il maestro di Moliterno fa rivivere, con il cantante Forastiero, un repertorio dove il canto pagano e il devozionale si incrociano in un unico Recital fatto di Preghiere e grandi storie d’amore e la civiltà contadina si inframezza con quella più evoluta dei Musicisti dell’Alta e Bassa Valle dell’Agri, da cui, due secoli fa, partivano numerosi musicanti che, con arpe portative, zampogne e ciaramelle allietavano, con le loro antiche melodie, le soste alle edicole votive della Città di Napoli per poi proseguire, dopo il periodo natalizio, verso il Nord Italia, sino ai confini con la Francia, per arrivare prima a Parigi e, da lì, sino alla grande Londra e, infine, dopo un lungo patire, alle Americhe e alla lontanissima Australia. Una Tradizione musicale secolare che, mediante il viaggio dei girovaghi, portava con sé la propria Identità Musicale, composta di brani e canzoni popolari intervallate da arie d’opera e brani di musica classica. Il Recital rende possibile la conoscenza di questa preziosa Cultura Musicale, con brani intensi, dedicati alla Madonna, ai Santi (popolare i canti alla Madonna di Viggiano e a san Rocco di Tolve) e al Signore e poi, ancora, scritti per amori non corrisposti, per la propria donna, per le amanti, storie di paese intervallate con i cambiamenti e i grandi Eventi dei secoli passati, tra conflitti e scoperte epocali. Piccole storie vissute all’interno della Grande Storia dell’uomo, un uomo che non ha nome, ma capace di scrivere melodie e testi struggenti per Devozione e per Amore.

Musica devozionale e non “sacra” – spiega Accinni – perché viene dal popolo, quella della società agro-pastorale, penso la più vera e viscerale, quella che proviene dall’anima …di quelli che vanno scalzi al Sacro Monte a chiedere la grazia. Un po’ tutti veniamo da qui, la tradizione lucana per l’80% è devozionale». Il recital ha un suo fascino in particolari location, «In piccoli ambienti e soprattutto nelle chiese. Abbiamo debuttato a Potenza, nel convento dei frati minori Cappuccini, con notevole successo e mio grande stupore. Nello spettacolo c’è un pezzo dedicato San Canio Vescovo, è il patrono di Acerenza, a cui è dedicata anche la cattedrale. Il brano è nato dal coro della chiesa e nella versione registrata c’è anche la voce del grande Antonio Infantino, a cui ci ispiriamo. In questo recital si è creata una bella atmosfera. La musica a volte dà e a volte promette, a noi ci ha dato tanto».

Anche a Sant’Arcangelo Accinni, musicista e ricercatore, ha dimostrato di riuscire in maniera originale a trasferire sulla sua chitarra le ne note della tradizione lucana nelle sue forme differenti.

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