La Coldiretti Basilicata ha illustrato i motivi del no alla partecipazione agli “Stati generali dell’agricoltura di Basilicata”

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Coldiretti non parteciperà agli “Stati generali dell’agricoltura e dello sviluppo rurale di Basilicata” in programma nei prossimi giorni a Matera perché “non si può far finta che tutto fili liscio, soprattutto se il quotidiano propone una scarsa volontà di affrontare e risolvere definitivamente i problemi delle imprese e dei cittadini”. Lo hanno ribadito in mattinata i vertici della confederazione agricola lucana nel corso di una conferenza stampa a Potenza. “ La Coldiretti non ha obiettivi speculativi rispetto alle problematiche del settore – ha spiegato il presidente regionale Antonio Pessolani – ma vuole semplicemente risposte adeguate per i propri soci e poi per tutto il comparto e la società civile. L’unico condizionamento sono le esigenze delle imprese agricole non più in condizione di rimanere in attesa e non più disponibili ad ascoltare promesse che difficilmente si trasformeranno in risultati”. Una mobilitazione quella di Coldiretti avviata da oltre un anno con un susseguirsi di eventi e sollecitazioni nei confronti del Dipartimento regionale alle Politiche Agricole. “In tutti questi appuntamenti l’obiettivo è stato sempre quello di sollecitare soluzioni adeguate alle tante criticità che coinvolgono il settore – ha aggiunto il direttore regionale, Aldo Mattia – non ultimo l’incontro con i Prefetti di Potenza e Matera che hanno trasmesso una nota all’assessore regionale Baria con la quale, oltre a evidenziare le emergenze, si proponeva di attenuare lo stato di difficoltà e di agitazione degli imprenditori agricoli nonché programmare congiuntamente tra le parti iniziative tese alla risoluzione delle problematiche riferite, l’opportunità di convocare un tavolo tecnico regionale. Tavolo tecnico mai convocato”. Di qui la decisione di Coldiretti, coerente con i propri soci, di declinare l’invito a partecipare agli “Stati Generali dell’agricoltura”. “Il nodo centrale della nostra protesta è il forte ritardo nella erogazione degli aiuti comunitari, essenziali per la vita stessa delle imprese agricole di questa Regione – ha sottolineato Pessolani – ed in particolare, per quanto attiene al PSR, i ritardi nella emanazione di molti bandi di assoluto interesse per le imprese, mentre già si è avviato il dibattito sulla nuova programmazione 2021/2027”. Per Coldiretti c’è poi “la ritrosia ad affrontare con coraggio ed azioni straordinarie la presenza invasiva dei cinghiali e la gestione sostenibile della fauna selvatica in genere – ha evidenziato Mattia – solo a titolo di esempio, da oltre sei mesi siamo in attesa dell’insediamento del tavolo di monitoraggio delle misure messe in campo dalla Regione per il controllo della fauna selvatica. Ci sono inoltre le difficoltà a comprendere i ritardi nell’approvazione della nuova legge sugli Usi Civici, ferma in III° Commissione Consiliare da circa un anno, come pure non comprendiamo quanto di recente gli uffici del Dipartimento Agricoltura hanno trasmesso ai sindaci della Basilicata relativamente alla incompatibilità tra le concessioni in fida pascolo e le pratiche forestali. Un provvedimento che, se confermato, rischia di azzerare una tradizione secolare dell’agricoltura lucana, quella degli allevamenti estensivi che coinvolge circa duemila aziende; in questo caso probabilmente si potrebbe intravedere una guerra tra poveri, i forestali e gli allevatori, scelta poco consona ad una politica attenta”. Nel corso della conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche il presidente provinciale di Matera, Gianfranco Romani, e il coordinatore regionale dei contratti di filiera, Marco Saraceno, evidenziato anche il lavoro portato avanti da Coldiretti Basilicata che, in diverse occasioni, ha presentato all’attenzione del Dipartimento Politiche Agricole e Forestali “proposte per favorire l’accesso al credito da parte delle imprese agricole lucane – ha concluso Pessolani – richiedendo l’attivazione di strumenti tesi ad agevolare in via diretta ed indiretta le PMI agricole sulla scia di quanto fatto in altre Regioni. Anche in questo caso la Regione ha scelto di praticare soluzioni diverse e da Coldiretti non condivise”.

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