CIA: UVA DA TAVOLA, PREZZI BASSI PER I PRODUTTORI

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Con il ritorno, già da alcuni giorni, dell’uva sulla tavola dei consumatori, per i produttori del Metapontino si ripresenta il solito problema dei prezzi decisamente bassi spuntati ai mercati all’ingrosso. Lo evidenzia la Cia-Agricoltori Basilicata riferendo che i prezzi dei mercati del Metapontino (rilevazione Ismea 7 settembre scorso) hanno una quotazione minima di 0,55 euro al kg ed una massima di 0,80 al kg. In dettaglio: i prezzi migliori sono per l’uva Palieri (0,80 euro), a seguire l’Italia (0,75 euro) e infine l’Apirene (0,55 euro). La tendenza è identica  ai mercati ortofrutticoli di Bari, Foggia e Taranto con quotazioni che subiscono variazioni persino di giorno in giorno e troppo spesso minori a quelle dell’annata 2017. Per non parlare della vendita “a grappolo” da parte del fruttivendolo di quartiere che può costare anche di più. Siamo molto lontani – sottolinea la Cia – dai 3-4 euro al kg che è il costo di vendita sugli scaffali dei supermercati del Nord accentuando notevolmente il divario tra spesa del consumatore e guadagno del produttore senza tenere conto che la qualità dell’uva da tavola metapontina è considerata ‘eccellente’ al punto da penetrare nei mercati maggiori delle grandi città del centro-nord ed in alcune capitali europee ma a tutto vantaggio dei grossisti-esportatori.

Da un paio di settimane nelle aree produttive pugliesi e lucane – si legge nella nota – hanno avuto inizio le operazioni di raccolta della varietà Italia. I viticoltori stanno accelerando le operazioni preoccupati dal continuo cambiamento delle condizioni meteo. Sia pure a macchia di leopardo si sono verificate piogge intense, grandinate e persino bombe d’acqua. La produzione in termini quantitativi soprattutto nell’areale barese a causa delle avverse condizioni climatiche è stimata in calo mentre in termini qualitativi ha presentato uno standard del tutto soddisfacente. La merce immessa sui mercati ha incontrato una discreta richiesta che ha permesso il fluido svolgimento delle vendite sulla base di quotazioni in rialzo su base annua. Una migliore intonazione del mercato è stata registrata per le uve apirene, Palieri e per le ultime quote di Vittoria i cui prezzi rispetto alla precedente settimana hanno mostrato un incremento. 

La Basilicata – prosegue Cia Basilicata nella nota – con oltre 170mila quintali di uva da tavola prodotti ogni anno (l’1,4% della produzione complessiva italiana), si contende con le Marche lo scettro di terzo polo produttivo dell’uva da tavola in Italia, dopo Puglia e Sicilia. Una produzione molto lontana dal picco dei 230mila quintali raggiunto nel 2012 anche se non subiscono significative variazioni le superfici di coltivazione che si mantengono da anni intorno agli 800 ha, concentrata quasi esclusivamente in provincia di Matera con una superficie in produzione di circa 800 ettari, rispetto a ben altri numeri della superfice viticola da vino (quasi 6mila ettari).

L’ex Ministro Martina, a giugno 2017, annunciò la firma di un protocollo di intesa per un “patto d’impegno” ‎con i rappresentanti di Federdistribuzione e Ancd Conad, allo scopo di promuovere un codice etico e la messa in atto di pratiche leali lungo tutta la filiera agroalimentare, partendo dalla rinuncia alle aste elettroniche a doppio ribasso per l’acquisto di prodotti agricoli e agroalimentari. Non si è dato seguito. Per questo i produttori ortofrutticoli associati alla Cia continuano a chiedere di far uscire l’ortofrutta fuori dalla GDO, dagli ipermercati e supermercati, tornando a valorizzare i mercati locali degli agricoltori, la vendita diretta in campagna, i fruttivendoli di quartiere, i mercati all’ingrosso e tutte le altre forme alle quali negli ultimi venti anni abbiamo rinunciato in nome della modernità. Non si può continuare a fare competizione basando tutto, solo ed unicamente sul prezzo: si rischia di perdere tutti i riferimenti ambientali, di qualità e di sostenibilità e ciò favorirebbe la scomparsa dalla scena dei produttori ortofrutticoli italiani. 

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