Crisi migratoria: ItalAfrica Centrale, Non basta solo l’accoglienza, bisogna agire nelle terre d’origine dei migranti

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La vicenda della nave Diciotti rimette la “questione migranti” in primo piano nell’attenzione di media, cittadini ed istituzioni. La Camera di Commercio ItalAfrica Centrale, presieduta dall’ing. Alfredo Cestari,  critica duramente la gestione della crisi migratoria in atto in Europa, frutto a suo avviso di un approccio sbagliato che spesso si ha verso il continente africano, che andrebbe considerato come un partner per l’Europa e trattato di conseguenza. Italafrica argomenta la necessità di un cambio di linea, basato su una valutazione globale dei fenomeni che caratterizzano il continente primo punto di partenza dei flussi migratori verso l’Ue. Non basta solo l’accoglienza, bisogna agire nelle terre d’origine dei migranti, operando sulle frontiere; più che continuare a spendere per l’assistenza degli immigrati qui in Italia, si dovrebbe programmare la spesa a favore delle imprese italiane per creare occupazione e sviluppo economico nelle terre d’origine dei migranti.

Alfredo Cestari, presidente Camera Commercio ItalAfrica Centrale

“Ben 1.500. Questo il numero di persone morte nel tentativo di attraversare il Mediterraneo nei primi sette mesi del 2018 secondo dati UNCHR. Più di 58.000 migranti lo hanno attraversato, circa la metà del numero di persone nello stesso periodo del 2017. Se negli anni scorsi è stata l’Italia a ricevere il maggior numero di immigrati, quest’anno i flussi si sono spostati verso la Spagna , che è diventata il primo porto d’ingresso nell’Unione europea con oltre 23.500 nuovi arrivi, più del numero totale di migranti dello scorso anno, sempre secondo l’UNHCR. In confronto, l’Italia ha visto circa 18.500 persone arrivare finora quest’anno, e la Grecia 16.000. Per l’Italia si tratta quindi di una forte diminuzione rispetto ai 116.076 del 2017. Le ragioni di questo cambiamento sono molteplici, gli accordi stretti dall’ex ministro Minniti con le varie autorità libiche, la stretta sulle ONG e l’opposizione dell’attuale governo Conte, specie nella persona del Ministro dell’Interno Salvini ad accogliere altri migranti, oltre alla maggiore apertura del nuovo governo Sanchez in Spagna. Nonostante questo drastico calo sembra che in Italia non si sia ancora usciti da un clima di emergenza, quasi a voler confermare che l’Italia è il paese dove tutto è tragico ma nulla è serio. Inoltre i flussi migratori tendono ad essere un fenomeno mutevole. Un ritorno alla fermezza della Spagna potrebbe reindirizzare tali flussi sulla rotta del mediterraneo centrale, senza contare crisi in Libia o in altri paesi dell’Africa che potrebbero dare vita a ulteriori flussi di migranti. Si parla spesso di persone in fuga da fame, guerre e povertà o un combinazione delle tre, ma cosa significa tutto questo nello specifico? L’Africa soffre particolarmente del fenomeno dell’overfishing o sovrappesca che sta gettando intere comunità costiere nella miseria. Secondo un rapporto di Frontiers in Marine Science “ogni anno i Paesi dell’Africa Occidentale soffrono una perdita di 2,3 miliardi di dollari a causa della pesca illegale.” I pescatori locali non possono competere con i grandi pescherecci stranieri , soprattutto, ma non solo cinesi, che pescano illegalmente al largo delle loro coste. Questo problema è stato affrontato nella serie di documentari “Unoltd Africa” di Ylenia Citino, ed è una questione troppo poco nota al grande pubblico.E come si muove in tutto questo l’Ue, conscia della crescente importanza dell’Africa? Tra i pescherecci illegali vi sono anche navi europee, che contribuiscono ad aggravare il problema. Se non si affrontano questi problemi prima che sia troppo tardi si rimpiangeranno i tempi in qui sbarcavano 100.000 immigrati all’anno.Questo è solo uno degli esempi dell’approccio sbagliato che spesso si ha verso il continente africano, che andrebbe considerato come un partner per l’Europa e trattato di conseguenza”.

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