MATERA: Enzo Acito risponde a Schiuma.

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Ci aspettavamo la difesa di ufficio dell’Università della Basilicata da parte del suo prof. Schiuma ed è arrivata puntuale.

È arrivata puntuale ma, se vogliamo, anche intempestiva dopo la risposta, odierna, del Sindaco che, nel conservare il corretto rapporto istituzionale, smorza le polemiche chiedendo esclusivamente di poter inaugurare il prossimo anno accademico 2018-2019 in uno dei simboli significativi di Matera 2019: la nuova sede del Campus.

Ma il prof. Schiuma, nella sua arringa difensiva ci addita come gli incapaci di raccogliere il frutto del suo lavoro strategico e visionario, imputando a questa amministrazione, ed al sottoscritto che ha avuto il compito di sostituirlo, la incapacità di programmazione e pianificazione strategica.

Non mi risulta che abbia lasciato nulla di impostato come pianificazione strategica durante il non trascurabile periodo del suo assessorato;

Non mi risulta che sia andato oltre semplici incontri con le associazioni di categoria per farci le sue lezioni, molto accademiche e poco reali, di cosa significhi un piano strategico, salvo poi non capire, noi poveri mortali, quali sarebbero stati i passaggi successivi.

Chiede, dall’alto della sua sapienza accademica,  a noi poveri mortali, il conto di quanto sia stato fatto dopo il suo lavoro, impostato ma mai da nessuno riscontrato, e forse, parlo evidentemente solo per me, ancora non capito.

Ma si sa non tutti hanno il numero giusto di neuroni e soprattutto non tutti li usano alla stessa maniera; dovrà perdonare, il professore, se è circondato da esseri umani con vuoti neuronici.

Passiamo ai dati concreti.

Se il professore avesse contestato il bando pubblicato, in italiano ed in inglese,  sul portale del comune di Matera dal 16 marzo scorso e ne avesse evidenziato le carenze e la mancanza di visione, gli avrei perlomeno  riconosciuto il diritto di contestare le nostre scelte strategiche e le nostre visioni sul futuro e sull’innovazione;

ma, mancandone i riferimenti, è evidente che non conosce neanche l’esistenza di questo bando;

se avesse, il professore, letto i documenti allegati al bando, da cui scaturisce una  strategia, avrebbe percepito che non siamo interessati a fare da affittacamere o, come dice l’accademico, a mettere targhette dietro le porte ma abbiamo un percorso che riteniamo di voler portare avanti anche senza l’Università della Basilicata.

Se il professore avesse chiesto alla segreteria della Rettrice,  avrebbe avuto la risposta che l’Università della Basilicata è stata invitata, con lettera ufficiale protocollata in data 12 gennaio 2018, a firma del Sindaco, a far parte del “Comitato promotore per l’ideazione di un strategia di sviluppo tecnologico e per l’innovazione del comune di Matera e del territorio sovra regionale limitrofo”.

Se le università Federico II di Napoli, Università di Bari, Politecnico di Bari, Università di Lecce e l’Università di Pavia hanno già inviato la propria richiesta di adesione formale;

se il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Svimez,  l’ISTAT, Confindustria Basilicata, Pensiamo Basilicata, Confapi Matera, il  Centro di Economia Digitale della Sapienza di Roma, DiCultHer (Digital Cultural Heritage con presidente il prof. Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università degli Studi di Torino) e  Small Valley hanno anche loro inviato la propria richiesta adesione formale;

se il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha già ufficializzato, ben prima della scadenza del bando di San Rocco (31 luglio 2018) di voler aprire una propria sede nell’immobile di San Rocco come sede del nodo E-RIHS (European Research Infrastructure for Heritage Science) in qualità di capofila di un’infrastruttura di cui fanno parte 15 Stati membri dell’Unione Europea più Israele, nel nuovo ambito multidisciplinare della scienza del patrimonio culturale, naturale e archeologico.

Se il CNR intende promuovere la costituzione di un hub dedicato alla ricerca di frontiera nel campo del digitale a Matera, Capitale europea della cultura 2019, quale promotore dello sviluppo e della crescita della città e più in generale del Mezzogiorno, sempre nell’immobile di San Rocco.

Se tutto questo è accaduto,  qualcosa vorrà significare, vorrà dire che siamo oltre le targhette, oltre le stanze da affittare, oltre la povertà di idee di cui ci accusa il professore .

Se,  dopo tutti i consensi sin qui ottenuti con lettere ufficiali,  spicca il silenzio assordante e l’assenza dell’Università della Basilicata che non ha mai riscontrato, neanche per un eventuale diniego, la richiesta di adesione che il Sindaco ha inviato contemporaneamente a tutti i soggetti eccellenti prima elencati,  qualcosa vorrà dire.

Abbiano, tra l’altro,  incaricato Svimez di elaborare  il piano strategico per gli investimenti e per impostare la ZES 2.0, la ZES sulla tecnologica che parte proprio da Matera, dalla vocazione digitale che stiamo impostando, senza, però, partire dalla fine del lavoro del professore,  che peraltro non trovo da nessuna parte; se vuole lo inviteremo alla discussione pubblica a cui non farà mancare, certamente, il suo contributo.

Non siamo, dunque, professore all’anno zero, come un anno fa e, Le garantisco, siamo solo all’inizio del percorso.

Poi sarebbe interessante approfondire, con un dibattito pubblico,  l’esistenza di un eventuale collegamento diretto tra la crescita di questa Città ed il contributo dell’Unibas; sono pronto, con l’umiltà che mi contraddistingue, ad ascoltare  senza atteggiamenti preconcetti e senza presunzione.

 

Enzo Acito

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