Crispiano, ecco la Passio Christi rinnovata

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Sabato va in scena la storica rappresentazione dell’Azione Cattolica della parrocchia San Francesco d’Assisi. Nuovi sono il percorso e il testo, così come i laboratori che hanno preceduto l’iniziativa

Torna, immancabile, la Passio Christi di Crispiano che quest’anno giunge alla 19a edizione. Organizzata dall’Azione Cattolica della parrocchia San Francesco d’Assisi, avrà luogo sabato 24 marzo, a partire dalle ore 18, e vedrà impegnate un centinaio di persone, da bambini di 4 anni fino a uomini e donne di 80.

Nonostante le stringenti misure in vigore che riguardano l’ordine pubblico e che di fatto in tutto il Paese stanno scoraggiando vari organizzatori di eventi, l’associazione crispianese è al lavoro da qualche mese per la realizzazione dell’iniziativa molto sentita in paese e che richiama ogni anno numerosi visitatori dall’intera provincia.

Diverse sono le novità di questa edizione. Innanzitutto il cambio di scenario dell’atto finale della rappresentazione della passione di Gesù: la crocifissione e la conseguente deposizione non avverranno più nella storica cornice delle Grotte del Vallone bensì all’interno del parco botanico dell’istituto comprensivo “F. Severi”. Questo a causa dei lavori in corso nell’area delle grotte rupestri. Per tale motivo è stato rivisto l’intero percorso della Passio che prevede un’altra novità assoluta, proprio all’inizio della Passione: sul viale della scuola elementare “P. Mancini” avrà luogo la scena del discorso della montagna, in cui Gesù si presenta, spiega quale regno sta instaurando e gli vengono snocciolati i capi di imputazione. “Abbiamo voluto inserire questo momento iniziale per rendere più fruibile la successiva scena del processo”, spiega il presidente dell’Azione Cattolica parrocchiale Ennio Colucci. Il percorso proseguirà  quindi lungo le seguenti strade del centro cittadino: via XIV Novembre, piazza San Francesco, via Roma, piazza Madonna della Neve, corso Vittorio Emanuele, via Foggia, via Bari.

L’altra importante novità è rappresentata dalla rivisitazione del testo: “Dalla nuova versione – spiega Colucci – emerge una immagine di Gesù più ‘nostra’, della nostra parrocchia, che è francescana. Quindi un Gesù che rifiuta i formalismi, che si scaglia contro il perbenismo; un Gesù che accoglie gli ultimi, i poveri, i rifugiati, gli orfani e le vedove. E non è un caso che, in questo senso, come parrocchia siamo impegnati attivamente, collaborando da tempo con realtà quali l’ABFO e l’associazione Noi e Voi. Tra l’altro, alcuni ragazzi immigrati ospiti della bella realtà di don Francesco Mitidieri prenderanno parte alla nostra Passio Christi”.

Quest’anno l’evento ha avuto un prologo nei mesi che l’hanno preceduto: subito dopo le festività natalizie, infatti, nei locali della parrocchia è partito un laboratorio di sartoria in cui alcune donne della comunità hanno realizzato i nuovi abiti che saranno indossati nella Passio Christi. Allo stesso tempo, da diverse settimane, gli attori principali della rappresentazione stanno partecipando a un laboratorio di recitazione di base, basato su gestualità, respirazione ed emozioni.

Dopo la buona riuscita dello scorso anno, è stato lanciato nuovamente il concorso fotografico “Fotografa la Passio” che permette ai fotografi (professionisti o amatori) che si iscriveranno di inviare dopo l’evento cinque scatti della serata. Tra questi, gli organizzatori sceglieranno la fotografia migliore che sarà utilizzata per il manifesto della prossima edizione. Per maggiori informazioni basta visitare la pagina Facebook della parrocchia (www.facebook.com/parrocchiasanfrancescocrispiano).

All’evento collaborano la Confraternita dell’Immacolata, la Fratres e la Pro Loco di Crispiano. In caso di maltempo sarà recuperato il 27 marzo.

“La nuova edizione della Passio Christi – afferma il parroco di San Francesco d’Assisi, don Fabio Massimillo – intende porre la domanda su Gesù. Chi è lui per me? Cosa ha fatto perché fossi salvato? Ha ancora una parola di salvezza per la mia vita? Lasciamoci coinvolgere in questo itinerario, non solo come spettatori esterni di un meravigliosa rappresentazione, ma anche come cristiani, salvati dalle sue piaghe e redenti dal mistero di questo sacrificio”.

Vincenzo Parabita

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