Simonetta Agnello Hornby ospite di Aperitivo d’Autore

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Una delle scrittrici italiane contemporanee più amate dai lettori sarà la protagonista del format che coniuga cultura ed enogastronomia. Appuntamento il 7 febbraio alla masseria Amastuola, a Crispiano

Per il primo appuntamento dell’anno di Aperitivo d’Autore Volta la carta ha voluto portare in provincia di Taranto uno dei nomi più importanti della narrativa italiana contemporanea: Simonetta Agnello Hornby. L’evento avrà luogo il 7 febbraio (ore 19.30) nella bellissima Masseria Amastuola, a Crispiano.

L’autrice de “La mennulara”, “La zia marchesa”, “Vento scomposto”, “La monaca”, “Caffè amaro” e altri romanzi amatissimi dai lettori, parlerà della sua ultima opera, “Nessuno può volare” (Feltrinelli Editore), il viaggio fisico, intellettuale ed emotivo di Simonetta con il figlio George nell’Italia delle bellezze artistiche. Come sempre, l’incontro con la scrittrice sarà preceduto da uno sfizioso aperitivo che stavolta, manco a dirlo, sarà accompagnato dai vini delle Cantine Amastuola. Dialogherà con la scrittrice l’ideatore di Aperitivo d’Autore, il giornalista Vincenzo Parabita. Partner dell’evento sono Cantine Amastuola e Libreria AmicoLibro.

Per partecipare alla serata è obbligatorio prenotare chiamando al numero 380.4385348 oppure scrivendo all’indirizzo email aperitivodautore@gmail.com

L’AUTRICE

Simonetta Agnello Hornby è nata a Palermo nel 1945. Vive dal 1972 a Londra ed è cittadina italiana e britannica. Laureata in giurisprudenza all’Università di Palermo, ha esercitato la professione di avvocato aprendo a Brixton lo studio legale “Hornby&Levy” specializzato in diritto di famiglia e minori. Ha insegnato diritto dei minori nella facoltà di Scienze Sociali dell’Università di Leicester ed è stata presidente dello Special Educational Needs and Disability Tribunal.

La Mennulara, il suo primo romanzo, pubblicato da Feltrinelli nel 2002 è stato tradotto in tutto il mondo. Da allora ha pubblicato diversi libri, sempre con Feltrinelli, tra cui La zia Marchesa (2004), Boccamurata (2007), Vento scomposto (2009), La monaca (2010), Il veleno dell’oleandro (2013), Il male che si deve raccontare (con Marina Calloni, 2013), Via XX Settembre (2013) e Caffè amaro (2016). Ha inoltre pubblicato libri di grande successo legati alla cucina con una fortissima componente narrativa: Un filo d’olio (Sellerio, 2011), La cucina del buon gusto (con Maria Rosario Lazzati, Feltrinelli, 2012), La pecora di Pasqua (con Chiara Agnello, Slow Food, 2012) e Il pranzo di Mosè (Giunti, 2014). Ha anche pubblicato Camera oscura (Skira, 2010) e La mia Londra (Giunti, 2014). Tutti i suoi libri sono stati best seller e hanno venduto in Italia più di un milione di copie.

Il 2 giugno 2016 il presidente della Repubblica le ha conferito l’onorificenza dell’Ordine della Stella d’Italia nel grado di Grande Ufficiale. Nel 2014 è stata protagonista, con sua sorella Chiara Agnello, della trasmissione Il pranzo di Mosé, su Real Time. Nel 2015 è apparsa con il figlio George Hornby, su Raitre, nel documentario reality show Io & George. Ha girato un docu-film per laeffe, Nessuno può volare, titolo anche del nuovo libro uscito per Feltrinelli nel 2017.

IL LIBRO

Quando si nasce in una famiglia come quella di Simonetta Agnello Hornby, si cresce con la consapevolezza che si è tutti normali, ma diversi, ognuno con le proprie caratteristiche, talvolta un po’ “strane”. E allora con naturalezza “di un cieco si diceva ‘non vede bene’, del claudicante ‘fa fatica a camminare’, dell’obeso ‘è pesante’, dell’invalido ‘gli manca una gamba’, dello sciocco ‘a volte non capisce’, del sordo ‘con lui bisogna parlare ad alta voce’”, senza mai pensare che si trattasse di difetti o menomazioni.

Attraverso una serie di ritratti sapidi e affettuosi, facciamo così la conoscenza di Ninì, sordomuta, della bambinaia Giuliana, zoppa, del padre con una gamba malata, e della pizzuta zia Rosina, cleptomane. E poi naturalmente conosciamo George, il figlio maggiore di Simonetta. Non è facile accettare la malattia di un figlio, eppure è possibile, e la chiave di volta risiede proprio in quel “nessuno può volare”: “Come noi non possiamo volare, così George non avrebbe più potuto camminare: questo non gli avrebbe impedito di godersi la vita in altri modi. Nella vita c’è di più del volare, e forse anche del camminare. Lo avremmo trovato, quel di più”. Lo stesso proposito quotidiano ci arriva anche da George – che da quindici anni convive con la sclerosi multipla –, la cui voce si alterna a quella della madre come un controcanto ironico ma deciso nel raccontare i tanti ostacoli, e forse qualche vantaggio, di chi si muove in carrozzella.

Simonetta Agnello Hornby ci porta con sé in un viaggio dalla Sicilia ai parchi di Londra, attraverso le bellezze artistiche dell’Italia. Un viaggio che è anche – soprattutto – un volo al di sopra di pregiudizi e luoghi comuni, per consegnarci, insieme a molte storie toccanti, uno sguardo nuovo. Più libero.

LA LOCATION

La masseria Amastuola si trova su un altopiano a 210 metri s.l.m. nella contrada omonima all’interno dell’agro di Crispiano, ed è circondata da circa 170 ettari di terreno, per la maggior parte coltivati a vigneto, con ulivi secolari, e muretti a secco. La masseria è immersa nel parco regionale “Terra delle Gravine” nonché area delle “Cento masserie” di Crispiano. È posizionata a sud dei luoghi dove furono ritrovati i preziosi “Ori di Taranto” e a poche centinaia di metri dalla necropoli di Accetta con i suoi famosi dolmen paleolitici. La zona è caratterizzata sin dall’antichità dalla coltivazione della vite, tanto che sono stati trovati segni anche durante gli scavi archeologici da cui sono emersi sia vinaccioli sia anfore vinarie di produzione greca. L’Amastuola conobbe la massima espansione territoriale e la massima floridezza nel XVIII sec. Dal 2003 la masseria è di proprietà del Gruppo Kikau della famiglia Montanaro. La storia agricola e la vocazione vitivinicola del terreno ove sorge Amastuola risalgono all’epoca Magno-Greca, come testimoniano decenni di indagini archeologiche svolte sui suoi terreni. I greci sarebbero arrivati via mare, risalendo poi per un paio di chilometri sino alle sorgenti del fiume Tara. Da questa zona di acque sorgive sarebbero poi risaliti per un altro paio di chilometri, raggiungendo il pianoro dell’Amastuola dove s’insediarono. Gli scavi archeologici, iniziati nel 1988, hanno infatti portato alla luce in loco un insediamento magno-greco, circondato da un agger. Dal 2003 è stata sostenuta la ricerca sul campo nell’intera area circostante la masseria sotto il controllo della Soprintendenza ai Beni Archeologici della Puglia ad opera del Centro di Archeologia della VU-Università di Amsterdam. La tipologia di restauro messa in atto sul corpo principale della masseria è di tipo conservativo nel rispetto della tradizione nell’uso dei materiali. All’interno dei locali sono state realizzate due sale degustazione, una bottaia, una libreria e ristorante per accompagnare la degustazione dei vini Amastuola con selezionate proposte gastronomiche tipiche pugliesi. All’interno dell’antica chiesetta verrà realizzato un piccolo museo della Magna Grecia. Nelle vecchie stalle è stata realizzata una sala conferenze per riunioni e meeting aziendali. La masseria è dotata anche di camere e suite confortevoli, arredate in pieno stile Amastuola: un mix equilibrato tra l’autenticità di una masseria pugliese e la modernità di un arredo design.

I VINI

Il vigneto dell’Amastuola è un’opera unica al mondo, oggetto di studi e riconoscimenti internazionali, capace di coniugare produzione, estetica e tradizione. Un armonico susseguirsi di filari di viti disposti come onde accentuate e parallele che scorrono fluide per tre chilometri, in un movimento intervallato da 1.500 ulivi secolari disposti in ventiquattro isole su tutta la superficie del vigneto. I filari di viti sono stati impiantati sulla base del disegno pensato dal grande paesaggista spagnolo Fernando Caruncho.

I vini Amastuola Organic Wines nascono dall’incontro di tradizione e ricerca e sono espressione fedele del terroir unico di Amastuola. Scrupolosa attenzione ai dettagli e rese limitate per ottenere vini biologici di qualità che raccontano, con la loro essenza autentica, l’amore dei proprietari per questa terra straordinaria immersa nel cuore del Mediterraneo. Attualmente i vini prodotti sono i seguenti: Centosassi (primitivo), Primitivo (primitivo), Onda del tempo (primitivo, aglianico, cabernet sauvignon, merlot), Aglianico (aglianico), Capocanale (merlot), Vignatorta (syrah), Ondarosa (aglianico), Calaprice (chardonnay, sauvignon blanc, fiano), Bianco Salento (fiano, malvasia), Dolce Vitae (malvasia bianca di Candia). Tutti i vini hanno ricevuto negli ultimi anni innumerevoli riconoscimenti.

Vincenzo Parabita

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