PAGLIARO (FI): BASTA BUONISMO, NON C’È LIBERTÀ SENZA SICUREZZA

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Il tema della sicurezza dovrebbe interessare tutti e non dividersi in punti di vista che non aiutano a trovare nessuna soluzione. Bisognerebbe ragionare cercando di formulare una risposta seria, scevra da condizionamenti ideologici e partitici, a qualche domanda semplice ma precisa: “L’Italia è un posto sicuro? Le nostre città sono sicure? Ci sentiamo liberi di circolare senza avvertire nessun pericolo? Dopo l’ascesa degli attentati terroristici di matrice islamica che hanno lanciato una guerra che nessuno di noi avrebbe voluto combattere, o alla quale nessuno avrebbe voluto assistere, l’Italia è al sicuro? L’ondata di immigrazione e dunque di clandestini che si vanno ad aggiungere ai delinquenti nostrani meriterebbe di essere attenzionata in maniera più attenta? Le forze dell’ordine e di polizia hanno gli strumenti giusti e hanno organici capaci di aderire alle esigenze di questi tempi, per agire e garantire la sicurezza?

E potremmo continuare con gli interrogativi.

Ahinoi siamo di fronte a dei cambiamenti che stanno minando la serenità degli italiani. Vogliamo fermarci un attimo e ragionare sulle risorse economiche da impiegare per aumentare e garantire l’incolumità degli italiani?

Un Governo che usa 5 miliardi di euro destinandoli all’accoglienza di migranti e clandestini e poi non riesce a stanziarne un paio per ristrutturare un comparto, che non può essere trattato come tutti gli altri settori, è un Governo che sta sbagliando tutto.

Lo ripeto da tempo: la sicurezza è una priorità. Non c’è libertà senza sicurezza.

Spogliamoci da qualsiasi tipo di populismo da strada e cerchiamo di colpire al cuore il problema, fornendo una soluzione che è fondamentale per garantire la normalità e la libertà agli italiani. Siamo un popolo ferito che non si sente al riparo nemmeno nelle proprie case perché è vittima di un reato di strada al minuto e un furto in appartamento ogni due minuti.

Ci sono delle misure e sfido chiunque a dire che non possano rappresentare una soluzione al problema e rilancio dicendo che potrebbero permettere in pochi anni di dimezzare i reati, i crimini, le paure e potrebbero dare maggiore serenità al Paese. Basilare sarebbe aumentare il numero dei poliziotti di quartiere e dei militari nelle strade, in modo che siano amici e consiglieri per le famiglie; bisogna dare la giusta importanza ai vigili del fuoco valorizzando il loro operato; rifondare la Protezione civile; assumere altri agenti e aumentare le tutele e le risorse per il comparto sicurezza e difesa; controlli più forti nelle zone più affollate; l’uso del metal detector e incrementare il numero di videocamere negli asili, nelle scuole e nella città; dare più poteri ai sindaci e alla polizia locale; servono leggi più chiare e più severe, pene più dure. Tutto questo è realizzabile non è utopistico.
I governi di centro sinistra ci hanno abituato a decisioni e misure mirate ad accrescere il loro consenso ma i problemi sono tutti qui a gravare sulla vita quotidiana dei cittadini.

Tra i tanti paradossi che siamo stati costretti a vedere c’è la militarizzazione del cantiere Tap di Melendugno e la riflessione è unica e sola: se non riescono a trovare le risorse giuste per la sicurezza e le forze di polizia hanno organici insufficienti per garantire il loro servizio ai cittadini, come mai si decide di mandare oltre 250 agenti a difendere gli interessi di una multinazionale, in una terra in cui gli abitanti cercano soltanto di manifestare il loro dissenso e la loro contrarietà alla realizzazione di un gasdotto che sarebbe potuto essere collocato altrove?

È un interrogativo immenso al quale i cittadini sapranno darsi una risposta da soli.

Chiedo di avere la possibilità di sentirmi più sicuro e vorrei avere la stessa certezza per i nostri bambini, le nostre donne, i nostri anziani.

Al di là delle legittime e differenti posizioni reclamo attenzione per questo tema perché senza una pianificazione degli obiettivi da raggiungere e di programmi realizzabili continueremo a vivere nella paura provocata dall’incertezza.

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