Confartigianato presenta il progetto per il nuovo welfare

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“Sportelli flessibili” per welfare aziendale e territoriale , adeguando previa verifica il carico dei bisogni delle famiglie e mettere in rete il mondo delle piccole imprese perché diventino attori sociali nel cambiamento della offerta dei servizi: è questa in sintesi – evidenzia Rosa Gentile, componente esecutivo nazionale Confartigianato –  il progetto per il nuovo welfare presentato da Confartigianato. “Nell’artigianato, il welfare aziendale – continua la dirigente di Confartigianato – ha una storia antica grazie alla pratica della bilateralità che consente di dare risposte calibrate, a misura di azienda e di territorio. Confartigianato raccoglie la sfida di investire sulle risorse umane, sul loro benessere, per migliorare la competitività delle nostre aziende artigiane che si basa su capacita’ delle persone, sul connubio tra sapere e saper fare”.

La spesa complessiva per il welfare nel 2016 è stata in Italia di 666,6 miliardi di euro e le famiglie vi hanno contribuito per 109,3 miliardi (16,4% del totale, pari al 6,5% del PIL nazionale). L’offerta pubblica dei servizi di welfare tende oggi a focalizzarsi sui bisogni primari (salute, assistenza e istruzione), lasciando scoperte alcune aree di bisogno. L’acquisto di questi servizi da parte delle famiglie avviene a condizioni onerose. Talvolta le famiglie sono costrette a rinunciare ai servizi per mancanza di offerta. Spesso chi presta i servizi lo fa in assenza di standard di qualità definiti.

La visione politica e i princìpi che hanno ispirato il progetto sono stati illustrati da Giorgio Merletti, Presidente di Confartigianato, e Cesare Fumagalli, Segretario Generale di Confartigianato.

“Cambiare la visione del welfare – ha sottolineato il Presidente Merletti – è la premessa per fornire risposte adeguate ai nuovi bisogni di famiglie e imprese: è un’opportunità per il Paese, un motore di crescita sociale e sviluppo economico. Condizione essenziale per realizzare il nuovo welfare è creare reti che includano aziende, associazioni, organizzazioni sindacali, istituzioni pubbliche, soggetti del terzo settore, fornitori di servizi. Reti che condividano soluzioni, conoscenze, competenze, risorse, costi e rischi”.

“Confartigianato – ha spiegato il Segretario Generale Cesare Fumagalli – sta seguendo questa strada proponendosi anche come interlocutore delle istituzioni politiche e dei soggetti privati. L’obiettivo è aggregare i soggetti in grado di fornire i servizi richiesti dalle famiglie (certificandone la qualità), inserirli in una proposta organica e codificata e offrirli a condizioni economicamente sostenibili per chi li eroga e per gli utenti che li richiedono”.

“Siamo noi delle piccole e medie imprese, con i nostri soldi e l’impegno del volontariato sociale, Intendendo il nostro ruolo come identità dei nostri valori etici, a sostituirci al pubblico che – aggiunge Gentile – non è in grado di garantire nemmeno i servizi socio-sanitari-assistenziali primari”.

Gentile, da anni a lavoro a sostegno di progetti ed iniziative di associazioni di donne impegnate a fare i conti con il cancro, parla del progetto “La stanza del sorriso” che in Basilicata è in fase di attuazione al Crob-Irccs di Rionero e negli ospedali di Policoro e Matera,  come tante altre iniziative di solidarietà specie in ospedali e reparti oncologici, Un’ iniziativa con la quale si cerca di offrire alle donne soprattutto un sorriso che, nel caso specifico, vale più di ogni altra medicina.  Un progetto nato con l’obiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine.

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