Il Senato approva la legge Realacci sui piccoli comuni

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Legambiente Basilicata: “Finalmente gli strumenti per migliorare la qualità della vita dei cittadini dei comuni con meno di 5mila abitanti e generare competitività”

“Ma per invertire la deriva demografica è necessario fare sistema e mettere al centro dell’agenda politica regionale la rinascita della Basilicata interna”

Dopo un iter lunghissimo, finalmente il Senato ha approvato in via definitiva la legge per la valorizzazione dei piccoli comuni, che ha come primo firmatario Ermete Realacci.

“Anche per la Basilicata – commenta Antonio Lanorte Presidente di Legambiente regionale – questa legge può rappresentare un elemento di rinascita per i tanti piccoli centri del disagio insediativo, fornendo a queste comunità gli strumenti per migliorare la qualità della vita dei cittadini e generare competitività”.

L’approvazione di questa legge interseca un momento storico cruciale per l’Italia e la Basilicata, in cui lo spopolamento e l’impoverimento di vaste aree ha assunto caratteri strutturali.

“I dati demografici – continua Lanorte – ci dicono di un inesorabile declino prima di tutto socio-demografico e poi anche economico di tanti, troppi territori della nostra Regione. Questo fenomeno mette a serio rischio la sopravvivenza sociale ed ambientale di aree (quelle interne e montane) sulle quali si dovrebbe puntare per il rilancio di uno sviluppo locale durevole e nelle quali, paradossalmente, i programmi di sviluppo economico rischiano di risultare vani per la mancanza di risorse umane in grado di metterli in pratica. Occorre prendere realmente atto che questa è una emergenza, una delle più grandi emergenze regionali, dalla risoluzione della quale dipende probabilmente ogni ipotesi di sviluppo futura per gran parte di questa regione”.

La Basilicata dal 2000 ad oggi ha perso oltre 30 mila abitanti, perdita dovuta sia a saldo naturale negativo che a fenomeni migratori. In pratica ogni giorno mediamente la regione perde 5 abitanti.

“Proprio la deriva demografica – prosegue Lanorte – è la cartina al tornasole di un sistema socio-economico al collasso le cui conseguenze sono evidenti e si traducono prima di tutto nell’invecchiamento della popolazione: vanno via giovani, rientrano anziani pensionati con la conseguenza che aumentano i costi assistenziali; inoltre la consistenza della popolazione in molti centri non consente di organizzare dimensioni minime per molti servizi (la scuola su tutti), scompaiono gli artigiani che nel passato assicuravano prestazioni essenziali, vengono abbandonati i territori rurali con aumento dei fenomeni di degrado ambientale, gli impianti pubblici (scuole, impianti sportivi, uffici postali) sono poco utilizzati per mancanza di utenza e quindi difficoltà di gestione degli stessi, c’è impoverimento della vita culturale e in genere della vitalità  dei luoghi”.

Questa situazione comporta effetti dirompenti sull’economia, sulla qualità della vita, impoverimento relazionale, modifiche profonde nella percezione dei bisogni, dei costumi, del modo di consumare, dei comportamenti.

“Tuttavia, paradossalmente, – sostiene ancora Lanorte – vasta parte della classe dirigente di questa Regione sembra sottovalutare la gravità della situazione, continuando a perseguire le note e deleterie strade della democrazia del consenso che finora hanno prodotto grande impiego di spesa pubblica senza reali ricadute sul territorio. Per di più tale stato di cose sembra essere vissuto anche dalla società civile come un destino ineluttabile a cui non esiste alternativa.  Invece noi pensiamo che sia giunto il momento in cui la Basilicata debba invertire questa tendenza recuperando l’enorme potenziale rappresentato dalle specificità del territorio, vera forza economica”.

Le misure previste dalla legge sui piccoli comuni, per cui Legambiente si batte dal 2001 insieme a tanti sindaci, comunità e organizzazioni, possono consentire di creare le condizioni per costruire e mettere in campo strategie concrete per  ridurre diseguaglianze sociali ed economiche. La legge prevede misure per favorire il turismo di qualità e la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, ma anche la diffusione della banda larga, una dotazione dei servizi più razionale ed efficiente, la manutenzione del territorio con priorità alla tutela dell’ambiente, la messa in sicurezza di strade e scuole e la messa in sicurezza e l’efficientamento energetico del patrimonio edilizio pubblico.

“C’è bisogno però – conclude Lanorte – di imporre questi temi nell’agenda politica della Basilicata e per raggiungere questo obiettivo è necessario fare massa critica tra quei soggetti che si rendono conto che un reale cambiamento nelle scelte economiche di questa regione, così come una netta inversione di tendenza nelle regole e nell’organizzazione dei livelli istituzionali, sia non solo auspicabile, ma necessario per evitare la deriva verso la desertificazione sociale ed economica.

Per colmare la distanza necessaria a recuperare il disagio insediativo e produttivo servono quindi serie politiche di riequilibrio territoriale in grado di coniugare qualità e innovazione, creatività e bellezza, producendo lavoro e reddito, senza tacere però che tali implementazioni produttive necessitano di risorse umane e pertanto non può assolutamente essere elusa una riflessione rigorosa, razionale e non emotiva sul contributo dei migranti nell’equilibrio demografico e nella lotta all’invecchiamento”.

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