Matera 2019, conclusa la conferenza internazionale “Food for art” dedicata al progetto I-DEA

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Esperti nazionali e internazionali si sono confrontati nella due giorni materana sul tema degli archivi come nutrimento per le comunità creative.

Si è svolta a Matera l’11 e 12 settembre presso Casa Cava, la conferenza internazionale “Food for Art – Archives as driver for 2019 creative communities/ Archivi come nutrimento per le comunità creative del 2019” organizzata dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 e il DiCEM – Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo dell’Università degli Studi della Basilicata, per condividere pratiche e conoscenze utili a mettere a punto l’avvio e l’implementazione del progetto I-DEA, uno dei progetti pilastro di Matera 2019.

Ad aprire la prima giornata di lavori, i saluti istituzionali di Aurelia Sole, Rettrice dell’Università degli studi della Basilicata e Presidente della Fondazione Matera Basilicata 2019, che ha spiegato come I-DEA sia pensato come un “archivio degli archivi e delle collezioni”, una istituzione pubblica finalizzata alla ricerca e alla rappresentazione della ricca storia antropologica e culturale della regione Basilicata, come anche alla condivisione del suo patrimonio culturale digitalizzato e accessibile a tutti. A seguire,  l’intervento del Sindaco di Matera, Raffaello de Ruggieri, sul progetto del Parco tematico della storia dell’uomo e la rivalutazione dei vicinati da parte dell’amministrazione comunale materana, e quello di Patrizia Minardi dell’ Ufficio Sistemi culturali e turistici cooperazione Internazionale della Regione Basilicata sulle attività messe in campo dall’ente regionale: la mappatura dei presidi culturali lucani, la creazione di una piattaforma sui patrimoni immateriali del territorio divisi in percorsi tematici e il progetto di riordino degli archivi sia pubblici che privati.  Maria Carolina Nardella, Direttrice della Soprintendenza Archivistica di Puglia e Basilicata, ha sottolineato nel suo intervento l’importanza di progetti, quali I-DEA , in grado di contribuire a rendere gli archivi fruibili e accessibili a tutti, anche attraverso la digitalizzazione; mentre, Laura Moro, Direttrice dell’Istituto centrale per il catalogo ha delineato la connessione fra archivi, patrimonio demoetnoantropologico e pratiche artistiche, individuando nell’arte uno strumento per decodificare e ricodificare la grande mole di dati prodotti dalla nostra società, immettendoli in tal modo in nuove narrazioni.

Rossella Tarantino, Manager sviluppo e relazioni Fondazione Matera Basilicata 2019, ha poi illustrato alcune delle tappe del progetto I-DEA: la mappatura in corso di archivi e collezioni della Basilicata; la raccolta di testimonianze orali sulla vita e la cultura dei Sassi di Matera che sarà avviata a cura del Dicem dell’Università della Basilicata; la creazione di una rete di realtà che vorranno aderire al progetto, valorizzando e mettendo in condivisione e a disposizione della collettività i propri patrimoni, con i quali avviare attività di ricerca, sperimentare nuove forme di interpretazione multidisciplinari,  progettare mostre e performance artistiche.

La sessione mattutina dei lavori è stata dedicata al tema “Gli archivi, un bene comune da condividere: questioni di etica, accessibilità, fruibilità”, coordinata Véronique Ginouvès, Responsabile della Phonoteque MMSH – Maison méditerranèenne des sciences de l’homme, CNRS – Aix-Marseille Université. Diverse le questione affrontate,  dall’archivio non solo come luogo in cui conservare documenti ma come laboratorio (Jean-François Bert, Institut religions, cultures, modernité (IRCM) de Université de Lausanne), ai progetti di valorizzazione del patrimonio fotografico nazionale del Mibact (Lorenza Bravetta, Consigliera ministro Franceschini); dalle problematiche giuridiche connesse all’accesso agli archivi e quindi le nozioni di copyright, public domain, creative commons  (Mélanie Dulong de Rosnay, Institut des Sciences de la Communication du CNRS, Paris Sorbonne-UPMC), alla compatibilità fra il libero accesso agli archivi delle istituzioni e la possibilità di ricavarne introiti, soprattutto grazie alle opportunità offerte dalla digitalizzazione (Marzia Piccininno, ICCU – Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane); dall’esempio dell’Olanda in cui il patrimonio culturale è disponibile su un unico portale grazie al network fra istituzioni (Dirk Houtgraaf, Strategic Advisor Information Management – Ministry of Education, Culture and Science & Cultural Heritage Agency (RCE), Netherlands), alle opportunità di crescita economica connesse agli Open Data e la necessità di connettere tutti coloro che con essi lavorano, anche attraverso il supporto di realtà come Wikimedia (Francesco Piersoft Paolicelli, Esperto Open Data, Consulente OpenGov).

Il tema “Antropologia e archivi” è stato invece oggetto di analisi nella sessione pomeridiana della conferenza, coordinata da Pietro Clemente, antropologo presso l’Università degli studi di Firenze e Presidente Onorario di SIMBDEA, con gli interventi di autorevoli antropologi ed esperti di archivi sonori, diaristici, fotografici e video: Camillo Brezzi della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale di Pieve S. Stefano, Piero Cavallari dell’Istituto per i Beni Sonori ed Audiovisivi, Francesco Faeta, antropologo dell’Università degli Studi di Messina che ha lavorato sulle connessioni tra  fotografia e costruzione identitaria delle comunità locali, Daniele Jallà, Presidente della Fondazione Guelpa e membro del Direttivo ICOM Italia, Francesco Marano del DiCEM dell’Università degli Studi della Basilicata, responsabile dell’Etnomediateca che è presente presso la sede materana dell’ateneo, Nicola Scaldaferri, etnomusicologo dell’Università degli Studi di Milano che ha lavorato anche sulla musica tradizionale lucana.

Al termine del dibattito, è stato presentato per la prima volta il volume di memorie “Vivere e scrivere dalla Basilicata. Storie di andata e ritorno” (Edizioni Giannatelli, 2017) del lucano Egidio Mileo, scomparso solo qualche mese fa’ e vincitore nel 1991 del Premio Pieve di Santo Stefano con il diario “Il Salumificio”.

In contemporanea, Vita Santoro ha introdotto il workshop di Mauro Bubbico, presentando i risultati parziali della ricerca in corso che sta conducendo, coordinando un gruppo di lavoro del DiCEM dell’ Università della Basilicata, e riguardante la mappatura di archivi e collezioni di interesse demoetnoantropologico della e sulla Basilicata. A seguire, Mauro Bubbico, grafico lucano e docente di progettazione grafica presso alcune Università Italiane, ha tenuto un partecipato workshop sull’uso dei materiali d’archivio nei suoi lavori, a partire dagli elementi della tradizione e della storia lucana, risemantizzati nell’immagine grafica.

La seconda giornata di lavori è stata aperta della sessione dedicata alla connessione fra pratiche artistiche e archivi, coordinata da Joseph Grima, Direttore scientifico dell’Open Design School, che ha illustrato il progetto da cui prende spunto -IDEA, ossia “Rolywholyover A Circus” di John Cage. Il compositore, scrittore, filosofo e artista visuale ha trasformato il Museo di Arte di Philadelfia in un setting per una serie in continua evoluzione di arti, performance, film, proiezioni video, reading e programmi speciali a partire da elementi presi in prestito da circa 30 altri musei. Sulla scia del progetto di Cage, I-DEA vuole dare vita a un nuovo tipo di museo, mettendo in dialogo archivi diversi e creando letture complesse con cui il pubblico sia stimolato a interagire.  Esempi di approcci non convenzionali nell’uso degli archivi sono stati mostrati dai relatori della sessione: l’uso della fotografia storica dell’artista Linda Fregni Nagler;  l’istallazione dell’artista Marco Ferrari sul confine mobile dei ghiacciai alpini a partire dai documenti d’archivio dell’Istituto Geografico Militare; le strategie di seduzione e narrazione del fotografo e film-maker Armin Linke; il lavoro sui frammenti e gli scarti degli archivi illustrati da Massimo Torrigiani del Polo Arti Contemporanee di Bari; le connessioni fra il lavoro dell’archivista e quelle dell’artista individuate da Vincenzo Padiglione, docente dell’Università La Sapienza di Roma  e Direttore della rivista «Antropologia museale».

In parallelo, nella mattinata si è svolto anche il workshop di Luca Acito, regista e ricercatore che gioca con i media attraverso l’ibridazione dei linguaggi e delle tecnologie, mescolando passato e futuro. Nel suo workshop i numerosi partecipanti sono stati invitati a creare una sorta di “blob” con i filmati di repertorio proveniente dall’archivio dell’emittente televisiva materana TRM.

Nel pomeriggio, Paolo Verri, Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, ha coordinato la sessione su “archivi e musei del terzo millennio”, nella quale sono stati presentati alcuni modelli sperimentali di spazi museali – spesso pensati con e per la cittadinanza e attraverso l’ibridazione di linguaggi differenti –  da parte della ricercatrice ed architetto Ekaterina Golovatyuk, e del direttore artistico di  Z33 House for Contemporary Art di  Hasselt, Ian Boelen. Quindi, il Direttore della Fondazione Polo del ‘900 di Torino, Alessandro Bollo, e ancora di Mario Turci, Direttore del Museo E. Guatelli e Museo degli Usi e Costumi della Gente di Romagna, la Direttrice del Polo Museale della Basilicata, Marta Ragozzino, hanno mostrato esperienze di coinvolgimento dei pubblici e dei visitatori e modalità di sperimentazione delle pratiche artistiche con materiali d’archivio e della memoria individuale e collettiva.

Le conclusioni delle due intense giornate di lavori, seguite dalla proiezione di due documentari tratti dal film “I Diari della Sacher” di Nanni Moretti (Sacher Film, 2001-2002), sono state affidate al prof. Ferdinando Mirizzi, Direttore del DiCEM dell’Università degli Studi della Basilicata, che insieme ai coordinatori delle quattro sessioni, ha evidenziato i preziosi spunti per lo sviluppo del progetto I-DEA offerti dai tanti protagonisti della Conferenza, utili a: connettere le tante esperienze istituzionali in tema di archivi e collezioni; implementare le opportunità di conoscenza e valorizzazione delle molteplici realtà archivistiche della Regione; valutare le possibili modalità di fruizione e condivisione del ricco patrimonio culturale emerso e ancora in parte da censire; infine, sperimentare forme di intersezione tra i diversificati materiali di archivi e collezioni e le pratiche artistiche contemporanee.

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