I potentini diventano sempre più pigri in cucina, ordinano sempre più cibo

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I potentini diventano sempre più pigri in cucina, ordinano sempre più cibo da consumare a casa e scelgono cosa mangiare a pranzo o a cena non più aprendo il frigo, bensì affidandosi allo smartphone. A rivelarlo è la prima “Mappa del cibo a domicilio in Italia”. Incrociando i dati del report realizzato da Just Eat, leader nel mercato dei servizi per ordinare pranzo e cena a domicilio presente in Italia dal 2011, con quelli della Camera di Commercio di Milano (che ha monitorato il fenomeno in tutt’Italia), si scopre subito che a Potenza e nell’hinterland c’è la disponibilità di 125 pasti pronti al giorno. Le imprese fornitrici sono alcune specifiche per la somministrazione di cibi da asporto e ristoranti che fanno servizio a tavolo e da asporto. La novità per il capoluogo è che non sono, come si potrebbe credere, solo le pizzerie con consegna a domicilio le imprese impegnate in questo.
A confermare il boom degli ordini di cibo da asporto sono proprio i titolari dei locali che si occupano dei pasti pronti e che in città garantiscono, generalmente, qualità e utilizzo prodotti locali. Antonio e Alfonso (Black Pepper Potenza) sono tra i “pionieri” a Potenza.  «Noi – dicono – registriamo un buon incremento notevole negli anni sia grazie ai dipendenti dei vicini uffici della Regione, sia attraverso le nostre campagne che, dopo la scelta del menù tra tre primi e tre secondi, sempre diversi ed innovativi, due volte la settimana con pesce, consultabile su facebook prima delle ore 12, consentono ai clienti di ordinare tramite una semplice telefonata”. Ma chi sono i maggiori utilizzatori dei piatti pronti? Intanto per smentire il luogo comune delle donne che non hanno più voglia di cucinare c’è un 60% di donne e 40% di uomini. Potenza  risulta inoltre in linea con le tendenze delle altre città nell’analisi dal punto di vista delle professioni che ordinano più frequentemente : impiegati (40%) e studenti (34%), seguiti dai liberi professionisti (14%), che sono tra l’altro i meno abitudinari e amano sperimentare con maggior frequenza nuovi piatti. Guardando poi al portafoglio, il libero professionista è il cliente più disposto a investire in cibo: tra pranzi e cene spende mediamente 700 euro all’anno. Seguono in classifica gli impiegati con 647 euro di spesa, e gli studenti che non superano i 380 euro medi.
Esplorando infine i trend generazionali, si scopre in tutta Italia un’intensa attività da parte dei Millennials 18-36 (70%) seguiti dalla Generazione X 36-45 (22%) e dagli over 45 (8%). Ma come si dividono i gusti tra uomini e donne? Le Millennials son le più attive (75%) rispetto agli uomini della stessa età (69%), situazione opposta per la Generazione X che vede ordinare di più gli uomini (23%) delle donne (17%) con in coda per entrambi invece gli over 45 (8%).

C’è poi l’interpretazione del fenomeno data dallo chef. Esistono alcuni cibi – sottolinea lo chef Roberto Pontolillo – capaci di aumentare la felicità di chi li consuma, rendendo ad esempio questa fase dopo le ferie del rientro al lavoro più soft. Il piatto pronto da portare a casa è anche motivo di soddisfazione e non solo di alimentazione quotidiana. Per nostra fortuna, la cucina mediterranea, di cui siamo maestri, ci viene incontro, perchè i cibi appartenenti a questa dieta, permettono di vivere sani e felici senza troppi sforzi. Ci sono però alcuni cibi specifici che hanno maggiormente questo potere “rallegrante”. Ma senza un po’ di fantasia e creatività rielaborando i piatti delle vacanze l’effetto non sarebbe efficace per un’iniezione di buon umore. Una bella sferzata all’umore è assicurata dalla melatonina. E soprattutto proponiamo piatti creativi che ricordano le vacanze, vale a dire un modo per riaccendere l’umore con il gusto, consigliando i menù che durante l’anno abbiamo testato come quelli di maggiore “soddisfazione” dei palati. Vogliamo provare che non è obbligatorio il ricorso alla classica dieta del dopo vacanze e quindi a rinunce di un buon piatto di pasta.

Lo studio nasce per osservare da vicino le dinamiche della rivoluzione del digital food delivery – dalle scelte legate alle cucine, ai piatti più desiderati esplorando, di città in città, i comportamenti, la professione, l’età e l’approccio alla varietà in cucina e all’ordinazione a domicilio. In generale la popolazione italiana ama mangiare a casa, e desidera farlo bene, variando molto e sperimentando piatti e gusti, e in questo scenario Potenza ha registrato una crescita del 25-30%, un dato che rivela una propensione verso l’utilizzo più frequente del food delivery come modalità per gestire attività rilevanti come la scelta di cosa mangiare e quale opportunità per esplorare gusti nuovi.

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