Pagliaro (FI): «Battaglia serrata contro le trivelle».

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(AGENPARL) Lecce, 6 Set 2017 -Nonostante il parere negativo della Regione Puglia Il Dicastero per l’Ambiente, con il supporto del Ministero per i beni culturali, consente alla statunitense Global Med di esaminare un’area di 750 chilometri quadrati a 13 miglia davanti alla costa del Capo di Leuca. Torna d’attualità l’argomento Trivelle. Abbiamo intervistato Paolo Pagliaro, dell’Ufficio di Presidenza di Forza Italia e Responsabile cultura e turismo in Puglia, che è stato uno dei promotori più attivi del movimento e del referendum No Trivelle.

• Ritorna l’incubo trivelle per il mare del Salento eppure la Regione Puglia dopo aver acquisito i pareri degli enti interessati, provincia compresa, si era opposta. Il Governo quando decide non tiene conto del parere di nessuno e procede, così come in questo caso con il permesso a Global Med.

«L’ispezione con la tecnica dell’ “Airgun” permessa a Gobal Med è di una gravità unica: vogliamo renderci conto ed entrare nello specifico del problema? Praticamente per poter capire se nel sottosuolo c’è la loro materia prima sparano aria compressa per poi ricavare, attraverso le onde riflesse, i dati della composizione del sottosuolo. E questo può significare la distruzione della vita delle specie ittiche dei nostri mari perché possono procurare lesioni alle specie oppure danneggiare il loro udito e da qui spiaggiamenti e morte. E cosa ne sarà del nostro prodotto da pescare? Tecniche pericolose che devono essere vietate nel nostro mare che non è certo l’oceano. Lo denunciamo da anni senza essere ascoltati. Il Governo regionale non riesce a essere incisivo, conta meno di nulla, e sembra quasi un atto dovuto il tentativo di opporsi; la Regione Puglia è governata da politici dello stesso PD che sta permettendo scempi di ogni genere in questa terra e non solo. I governi di centrosinistra hanno fallito su tutta la linea prima Renzi e ora Gentiloni.

Lei mi parla di province ma quali province? Non hanno più voce in capitolo dopo la riforma assurda di Delrio. Siamo in balia di politici che per poche migliaia di euro svendono il nostro Paese. Siamo molto arrabbiati e delusi da questa ennesima farsa che potrebbe avere un finale scontato. È un film già visto, una lenta guerra di carte, così com’è stato per Tap, ma alla fine faranno come dicono loro. E per fare ciò hanno creato lo “Sblocca Italia” vergognoso, che prevede che tutte le norme che difendano paesaggi ed ambiente possano essere scavalcate per opere di stoccaggio, trivellazione e porcherie varie.

È ora di congedare questi governi del nulla e dei danni che stanno procurando a noi Italiani. Non si può decidere di devastare i fondali marini pensando di azzittirci. La nostra battaglia sarà serrata in ogni sede. Dobbiamo assolutamente evitare un altro caso Pertusillo che è inquinato da metalli pesanti e idrocarburi. Noi vogliamo correre ai ripari prima e non chiudere gli occhi per anni come ha fatto la Basilicata. Perché bisogna anche tener conto di un fattore: qualsiasi prelievo di petrolio ne rilascia sempre una minima quantità in mare».

• Perché bisogna dire di NO alle Trivelle del Mediterraneo?

«L’industria petrolifera ci ha abituati a danni ambientali che spesso passano inosservati. Il nostro ecosistema, e in questo caso parlo nello specifico della zona del Capo di Leuca nel Salento è interessata questa volta, è caratterizzato dal posidonieto davanti a Capo San Gregorio di Patù, dal corallo bianco nei fondali di Leuca e dalle specie protette come foca monaca e tartarughe caretta caretta. A questo si aggiunge la domanda classica: perché? Il nostro sottosuolo è povero d’idrocarburi. Quindi stiamo parlando di cifre irrisorie che però rischiano, in caso di danno ambientale, di deturpare il nostro mare per tantissimi anni perché, essendo un mare chiuso, è stato calcolato che ci vogliono circa 82 anni per un ricambio di acqua del Mediterraneo attraverso l’unico punto che è lo Stretto di Gibilterra. Un incidente come è già successo in altre parti del mondo causerebbe un vero e proprio disastro ambientale irreversibile. Poi non dobbiamo sottovalutare un dato oggettivo: i nostri fondali sono ricoperti di faglie sismiche e quindi potrebbero originarsi dei terremoti. Vale la pena correre questi rischi? L’Italia e il Sud in particolare hanno giacimenti più importanti da sfruttare, i nostri tesori che sono la cultura , la bellezza dei luoghi, la natura e quindi il turismo. Siamo stanchi di questa politica che avvantaggia le multinazionali senza curarsi di nulla, e passeggia sui pareri di tutti, imponendo la sue scellerate decisioni, che non portano mai benefici ma solo danni».

• Parliamo del Referendum. Non fu raggiunto il quorum, perché secondo lei? Manca una sensibilità sull’argomento oppure effettivamente la maggioranza delle persone è favorevole?

«Attenzione che qui c’è da dire una cosa importantissima: non raggiungemmo il quorum perché le regioni principalmente interessate al problema erano poche e quasi tutte al sud. Ci stiamo facendo distruggere lentamente da una supremazia dell’unione europea e da un Governo attento agli interessi economici delle multinazionali. A questo aggiungiamo la scorrettezza politica e antidemocratica di Renzi che da Presidente del Consiglio ha invitato gli elettori all’assenteismo».

• Secondo lei il turismo potrebbe risentire della presenza delle Trivelle al largo delle 13 miglia?

«Mi sembra scontato e ovvio che in una terra a forte vocazione turistica questi esperimenti, queste perforazioni, questi danni possono diventare la pietra tombale per tutto il comparto. Non si tratta di 12 miglia o di appena dopo, il concetto è uno: non abbiamo bisogno della quantità irrisoria di petrolio di bassa qualità che potrebbe essere estratto perché il dazio da pagare a livello ambientale è mastodontico».

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