UVA DA TAVOLA METAPONTINA: CIA, PREZZI BASSI

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Questa settimana la “regina” del mercato ortofrutticolo è sicuramente l’uva da tavola ma per i produttori del Metapontino i prezzi spuntati ai mercati all’ingrosso sono anche in questa stagione decisamente bassi. Lo sostiene la Cia del Metapontino riferendo le quotazioni registrate dall’Ismea alla data del 29 agosto scorso sui mercati del Metapontino: la varietà senza semi, che è quella più richiesta, è quotata tra i 60 e i 70 centesimi al kg; la Palieri tra 0,55 e 0,60 centesimi al kg. e l’Apirene tra 0,63 e 0,65 centesimi.
Da un paio di settimane nelle aree produttive pugliesi e lucane hanno avuto inizio le operazioni di raccolta della varietà Italia. I viticoltori stanno accelerando le operazioni preoccupati dal continuo cambiamento delle condizioni meteo; sia pure a macchia di leopardo si sono verificate piogge intense, grandinate e persino bombe d’acqua.  La produzione in termini quantitativi soprattutto nell’areale barese a causa delle avverse condizioni climatiche è stimata in calo mentre in termini qualitativi ha presentato uno standard del tutto soddisfacente. La merce immessa sui mercati ha incontrato una discreta richiesta che ha permesso il fluido svolgimento delle vendite sulla base di quotazioni in rialzo su base annua. Una migliore intonazione del mercato è stata registrata per le uve apirenePalieri e per le ultime quote di Vittoria i cui prezzi rispetto alla precedente settimana hanno mostrato un incremento.

La Basilicata, con oltre 170mila quintali di uva da tavola prodotti ogni anno (l’1,4% della produzione complessiva italiana) , si contende con le Marche lo scettro di terzo polo produttivo dell’uva da tavola in Italia, dopo Puglia e Sicilia. Una produzione molto lontana dal picco dei 230mila quintali raggiunto nel 2012 anche se non subiscono significative variazioni le superfici di coltivazione che si mantengono da anni intorno agli 800 ha, concentrata quasi esclusivamente in provincia di Matera con una superficie in produzione di circa 800 ettari, rispetto a ben altri numeri della superfice viticola da vino (quasi 6mila ettari). La qualità dell’uva da tavola metapontina è considerata “eccellente” al punto da penetrare nei mercati maggiori delle grandi città del centro-nord ed in alcune capitali europee.Simbolo del passaggio dall’estate all’autunno, l’uva annovera diverse proprietà benefiche per la salute e il benessere dell’organismo. Innanzitutto, è ricca di sali minerali, specialmente potassio, e in quantitativi meno rilevanti manganese, rame, fosforo e ferro. Inoltre, non manca di vitamine (A, B1, B2, C e PP), acqua e zuccheri semplici, facilmente assimilabili. Grazie alla sua composizione, svolge una funzione dissetante e purificante ma al tempo stesso nutriente, energetica e rimineralizzante.
Ma non è tutto: l’uva è alleata della salute del sistema venoso contro emorroidi e fragilità capillare ed è indicata in caso di anemia e affaticamento, artrite e vene varicose. Secondo alcune ricerche, poi, ha proprietà antiossidanti e anticancro dovute ad alcune sostanze presente nella buccia. Apprezzata da grandi e bambini, in cucina può essere consumata al naturale, oppure utilizzata per preparare macedonie di frutta fresca e dessert, come torte e biscotti. In ambito cosmetico, invece, l’uva ridotta in puré, applicata sulla pelle di viso e collo, ha un’azione astringente e rivitalizzante.

“Il comparto dell’uva da tavola per tornare a crescere e ottenere più competitività – commenta la Cia – necessita prima di tutto politiche che valorizzino sempre di più l’aggregazione del prodotto perché, solo tramite una maggiore cooperazione e concentrazione nella filiera, ci saranno migliori condizioni e opportunità di affrontare con successo i mercati. Contestualmente, bisogna puntare verso il massimo incremento della capacità di esportazione, che oggi garantisce in media il 25-30 per cento del giro d’affari del settore. Il protagonismo degli agricoltori e il rilancio dell’azione dei Gruppi d’interesse economico sono precondizioni per il progetto, ma esso necessita di competenze, assetti organizzativi, capacita di ‘rimettersi in gioco’. La prima linea di azione è l’organizzazione delle filiere e la regolazione dei mercati, con lo sviluppo di organizzazioni di produttori e reti d’imprese dotate di forti progetti orientati ai mercati nazionali e sempre di più a quelli esteri. Contemporaneamente, occorre il rilancio di organismi interprofessionali in grado di stipulare accordi e contratti quadro tra le diverse componenti della filiera, per una efficace programmazione, per creare valore aggiunto, redistribuirlo equamente, ridurre i costi logistici e di transazione, favorire la trasparenza e la fiducia nel consumatore”.

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