IDV: Non possiamo reggere 200 automezzi pesanti

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La Basilicata non può reggere, dopo quello ambientale, un nuovo pesante danno derivante dalle attività petrolifere. Bisogna scongiurare che circa 200 automezzi pesanti attraversino le nostre strade in buona parte in condizioni di insicurezza con necessità di lavori di adeguamento-rifacimento. Lo afferma Angelo Rosella, segretario regionale di Italia dei Valori Basilicata rivolgendosi al Presidente Pittella perché eserciti con autorevolezza e forza la sua funzione istituzionale di tutela, prima di tutto, degli interessi delle comunità lucane. Non abbiamo alcun interesse e voglia – aggiunge – di ripetere la bruttissima esperienza dei viaggi delle autocisterne da Viggiano che per anni hanno distrutto le strade della provincia di Potenza e in più casi provocato inquinamenti a causa di incidenti stradali e di sversamento del greggio. Non è pensabile che la forte opposizione sul versante pugliese del progetto Tempa Rossa per l’approdo del greggio alla raffineria di Taranto si scarichi sulla nostra regione. Sappiamo bene le sofferenze umane dei tarantini per la nota vicenda dell’impianto siderurgico cittadino, ma – dice Rosella – va trovata una soluzione di equilibrio che garantisca entrambe le comunità coinvolte. E’ evidente che il Governo che ha avocato la questione energetica come “questione strategica nazionale”, pretendendo una gestione centralista ed accentratrice di competenze e titolarità, in attuazione di un programma lavori approvato dal Cipe e dallo stesso ministero dello Sviluppo per l’avvio del giacimento di Tempa Rossa entro il 31 dicembre 2017 con la messa in produzione a regime di 50 mila barili al giorno, non può lavarsene le mani. Strade come la Saurina, la 598 Fondo Valle d’Agri e la Statale 106 Jonica, la 407 Basentana , e la 658 Melfi-Candela, la 655 Ofantina, non sono in condizioni di reggere un flusso di transito di automezzi che andrebbe sino al 100% dell’attuale. IdV è pronta a condurre una battaglia su più fronti politici ed istituzionali perché non si aggiungano ulteriori penalizzazioni nello sfruttamento del petrolio che al contrario continua a riservare solo delusioni profonde per il mancato sviluppo e la scarsa occupazione diretta ed indotta.

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