MONTAGNA MATERANA: CASTELLUCCIO, SPOPOLAMENTO E DISOCCUPAZIONE GIOVANILE SONO LE PRIORITA’

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Arginare lo spopolamento ed incrementare l’occupazione, specie giovanile, per un’agricoltura multifunzionale devono diventare le due priorità della Strategia dell’area  Montagna Materana secondo il documento approvato dalla Giunta che attendiamo in Commissione e in Consiglio per una valutazione completa. Lo afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi) sottolineando che l’area che comprende i comuni di Accettura, Aliano, Cirigliano, Craco, Gorgoglione, Stigliano, San Mauro Forte e Oliveto Lucano ha molti punti di debolezza da affrontare a breve-medio termine a partire dai 31 milioni di euro che la Giunta mette sul piatto da incrementare con risorse nazionali del Patto per il Sud-Basilicata. Intanto la necessità di migliorare i servizi tra i quali al primo posto quelli socio-sanitari assistenziali tenuto conto che, come confermano gli indicatori socio-economici, il comprensorio è prevalentemente popolato da persone anziane che molto spesso vivono da sole. Una persona su tre ha una patologia cronica. Questo significa che un numero consistente di cittadini assume costantemente una qualche terapia farmacologica, deve sottoporsi a visite di controllo più volte in un anno ed è a rischio di eventi acuti con necessità di ospedalizzazione. E’ da tempo – continua Castelluccio – che ascoltiamo ripetere l’impegno della Giunta a potenziare alcune delle funzioni dell’Ospedale Distrettuale di Stigliano e i progetti di medicina di prossimità che trovano qualche riferimento nel Piano Sanitario di recente approvato dal Governo Regionale. Altra debolezza è quella dei collegamenti viari e trasporti che ne fanno l’area interna tra le più emarginate e difficile da raggiungere. Sul fronte dello sviluppo locale si deve puntare su modelli di agricoltura di collina-montagna che garantiscano reddito alle famiglie diretto-coltivatrici e ad intercettare flussi di appassionati del turismo rurale, degli eventi della tradizione popolare e dei beni culturali, oltre che – continua – ad un programma di difesa del suolo interessato da frane e di valorizzazione del prezioso patrimonio forestale.

Più che modalità di sperimentazione quale “area pilota” – conclude – ci interessa capire come si supera l’antica logica della spesa a pioggia e senza una visione programmatica unitaria.

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