ALTA MAREA 2017: I LUOGHI DELLA MODA con GIANLUCA ISAIA & SALLY MONETTI

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Sabato 12 Agosto 2017 – ore 21

Piazza del Gesù – Fiumicello – Maratea

La rassegna letteraria Alta Marea 2017, …Maratea tra Natura e Cultura, ideata e realizzata dall’Agenzia Letteraria Delia, in collaborazione con il Comune di Maratea, ispirata al tema “ I luoghi dell’anima”, chiude la XXII edizione con una serata dedicata ai luoghi della moda che vedrà ospiti sabato 12 agosto 2017 (ore 21.00 –Piazza del Gesù – Fiumicello) Gianluca Isaia, autore del volumeA Napoli se parla cu’ e mman” (Electa) e Sally Monetti.

Corallino è napoletano, ama vestire elegante, indossare sandali capresi e parlare “cu’ ’e mmane” per farsi capire da tutti. Porta il nome del corallo rosso, logo del marchio sartoriale di lusso Isaia. Corallino altri non è che l’alter ego fumettistico di Gianluca Isaia, CEO e cuore creativo dell’azienda Isaia.

A Napoli se parla cu’ ’e mmane è un libro sulla gestualità napoletana, interpretata attraverso una sequenza di rapidi sketch – frame fotografici e vignette – in cui i due impeccabili protagonisti mostrano al lettore più di cinquanta gesti con cui comunicare in modo universale: “Ci siamo fatti capire dai greci, dai latini, dagli spagnoli, dai francesi…” scrive nella prefazione Vincenzo Salemme. La galleria semantica è straordinaria e passa dai grandi classici quali i tipici “che bbuo’ a me?” e “c’aggia fà!” fino agli scaramantici “Tiè!!!” e “Sciò, sciò, ciucciuvé!!!”.

“Mi chiamo Corallino, Corallino e basta. Sono alto quanto mi fanno alto e peso pochissimo anche se adoro la buona tavola. Sono nato dalla testa e dal cuore di Gianluca Isaia, sono sempre stato con lui e ci siamo divertiti da morire, adesso però s’è messo in testa che devo fare qualcosa di mio, così ho iniziato a lavorare e insieme abbiamo fatto un bellissimo libro sui gesti napoletani”.

Divertissement sofisticato e irriverente, il volume esprime bene l’anima del brand: Gianluca e Corallino indossano uno degli elegantissimi abiti Isaia e ci sorridono sornioni improvvisando un dialogo che lascia intendere come ai napoletani le cose piace farle sul serio ma con un pizzico di salutare ironia.

Scorrendo le pagine del libro un intero universo di segni si rivela al lettore: una sorta di linguaggio Esperanto, simbolo della generosità comunicativa partenopea. Perché Napoli è il luogo di tutti i luoghi, il racconto di tutti i racconti.

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