A MARCONIA “UNA CENA PER AGATA” EVENTO DI SOLIDARIETA’ ED IMPEGNO A FAVORE DELLE DONNE AFFETTE DA CANCRO

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Un evento quello che si è svolto nella serata di ieri a Marconia di PisticciUNA CENA PER AGATA – con l’adesione di 460 perone a cena per continuare la campagna di raccolta fondi che possa permettere alle comunità del metapontino di dotarsi di un mezzo di trasporto con il quale accompagnare i pazienti oncologici ad effettuare i trattamenti chemioterapici nelle strutture sanitarie di riferimento. A sei mesi dalla costituzione dell’Associazione “AGATA – Volontari contro il cancro” già tanta strada è stata percorsa. Dopo aver attivato una linea telefonica a cui potersi rivolgere per chiedere aiuto o semplici informazioni, anche in forma anonima, un primo importante traguardo raggiunto è stato ottenere dall’ASM Matera l’accesso prioritario ai prelievi ematici per i pazienti in trattamento chemioterapico. In collaborazione con l’IRCCS CROB di Rionero in Vulture, poi, è stato dato vita ad una importante campagna di sensibilizzazione sul tema della prevenzione, diagnosi e cura del tumore al seno.

Il progetto A Cena con Agata, ideato e promosso dalla presidente di Art Factory Ilenia Orlando, ispirato al noto evento “Bari Bianca”, è stato patrocinato dal Comune di Pisticci e realizzato in collaborazione con la Pro Loco Marconia, il gruppo Protezione Civile NOV del metapontino, il presidio Slow Food ‘Magna Grecia Metapontum’ e Massimo De Salvo dell’azienda DE.RA.DO.

Mirna Mastronardi, presidente Agata Marconia, ha raccontato la nascita dell’associazione per volontà di un gruppo di donne che hanno avuto esperienza diretta con il cancro.
Donne che quando si sono ammalate avrebbero voluto trovare un “luogo” in cui ricevere risposte alle tante domande che affollano la mente dopo una diagnosi così pesante.
In un paese come Marconia, dove le diagnosi di neoplasie sono tristemente in aumento, donne come Mirna, Mariangela, Ilenia, Lucia, Anna, Antonella, Nunzia, hanno deciso che non c’era più tempo per aspettare: quel “luogo” doveva divenire reale.
È così che AGATA ha preso vita, contando sull’entusiasmo e la determinazione delle socie fondatrici e di tutti coloro che hanno offerto il loro sostegno ed il loro entusiasmo, rendendo l’associazione un contenitore pieno di amore e di idee da mettere al servizio degli ammalati oncologici, degli ex ammalati e delle loro famiglie. Un punto di riferimento, un centro di ascolto, un supporto, un sostegno. Di qui la scelta come logo di un cuore che batte per tutti i pazienti oncologici.

Durante l’evento Rosa Gentile (Confartigianato), da molti anni impegnata a sostegno di progetti ed iniziative di associazioni di donne impegnate a fare i conti con il cancro, ha ricevuto il riconoscimento dell’Associazione Agata per “il suo sorriso aperto e per il cuore, per la generosità, l’umanità e la sensibilità, per essere amica fidata e socia speciale”. Gentile, che a fatica ha vinto l’emozione, ha ringraziato le volontarie e i volontari per il grande impegno profuso quotidianamente. “Io sono Agata – ha detto – perché sono con voi con la volontà di coinvolgere tutto l’universo di associazioni femminili e non, per creare una rete permanente di volontariato e su tutti i territori di sofferenza”.   Nel parlare del progetto “La stanza del sorriso” che in Basilicata è in fase di attuazione al Crob-Irccs di Rionero e negli ospedali di Policoro e Matera,  come tante altre iniziative di solidarietà specie in ospedali e reparti oncologici, Gentile,  ha sottolineato che  con questa iniziativa si cerca di offrire alle donne soprattutto un sorriso che, nel caso specifico, vale più di ogni altra medicina.  Un progetto nato con l’obiettivo di addolcire la permanenze delle donne in un ambiente, quello ospedaliero dove troppo spesso, solitudine e tristezza prendono il sopravvento anche sulle personalità più forti che poi quando tornano a casa avvertono comunque la solitudine. Non c’è migliore soddisfazione per chi fa questo lavoro volontario – ha evidenziato– di ascoltare le donne che frequentano le “stanze del sorriso” affermare di sentirsi di nuovo donna, di essere tornate alla loro bellezza”.

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