FIPE-CONFCOMMERCIO: NUOVO MODELLO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO

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Ancora una volta in un periodo di maggiore richiesta di specifiche figure professionali come la stagione estiva emerge la difficoltà delle imprese dei servizi a trovare manodopera adeguata. Le imprese di settore hanno difficoltà a reperire le professionalità richieste e devono arrangiarsi come possono. Ad evidenziarlo è la Fipe-federazione pubblici esercizi che aderisce a Confcommercio. In bar e ristoranti – si sottolinea – i giovani svolgono un importante ruolo come lavoratori e come imprenditori: il 53,2% dei dipendenti nei pubblici esercizi ha meno di 30 anni. Il settore si rivela particolarmente attrattivo anche dal punto di vista imprenditoriale, con particolare riferimento ai giovani: nel solo 2016 sono state avviate 15.602 imprese con un tasso di natalità del 4,8%. Un quadro da cui emerge un ulteriore dato significativo, che testimonia l’importanza della formazione professionale appresa sul campo attraverso una sempre migliore alternanza scuola/lavoro: secondo l’Ufficio Studi di Fipe emerge per il settore dei pubblici esercizi la difficoltà nella ricerca di personale qualificato, la quale richiede un maggiore scambio tra mondo del lavoro e scuole. Nel 2016 le aziende del comparto hanno avuto problemi nel reperire 4.000 tra cuochi, camerieri e baristi, in parte per la carenza di candidati (31,5%), ma soprattutto per inadeguate competenze professionali (68,5%). Fipe sta lavorando in particolare per individuare un modello di intervento della propria struttura, e del sistema in generale, per sviluppare l’alternanza scuola lavoro a misura delle imprese del settore, prendendo a modello il virtuoso esempio rappresentato dalle imprese della ristorazione, settore tra quelli con la più consolidata esperienza di alternanza formativa, dalle esperienze di tirocinio nelle imprese all’interessante modello dei ristoranti didattici, alle originali classi di apprendisti di primo livello attivate nei contesti regionali. Tra i passi finora compiuti, la messa a punto di due importanti protocolli di intesa, tra Fipe e Re.Na.I.A. (Rete Nazionale degli Istituti Alberghieri) e tra Fipe e  Direzione Generale del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca.

“La scuola da una parte, e il mondo delle imprese dall’altra, possono e devono alimentare la nascita di una nuova politica strutturale a favore della crescita e formazione di nuove competenze, contro la disoccupazione e il disallineamento tra domanda e offerta nel mercato del lavoro“. Così Giovanni Formato e Fausto De Mare rispettivamente responsabile Fipe e Confcommercio Imprese Italia Potenza. “Si tratta di competenze che “non si possono insegnare in aula o cristallizzare in slide e lezioni frontali, ma che si apprendono con la pratica, sul campo, attraverso il fare e il saper fare. Una buona alternanza scuola/lavoro, oltre a formare professionisti qualificati è un importante incentivo alla creazione di nuove imprese, considerando i tanti giovani che nel mondo della ristorazione avviano un’attività imprenditoriale”. In quest’ottica la Federazione, per facilitare l’incontro tra domanda e offerta di competenze qualificate, intende promuovere “una sempre maggiore cooperazione tra scuole e imprese, realizzando un network che consenta di sperimentare forme innovative di collaborazione tra diversi soggetti (privati e istituzionali) del nostro settore, favorendo l’incontro tra diverse realtà per trasferire conoscenze, competenze e modalità organizzative. Trasmettere il sapere alle nuove generazioni rimane prima di tutto una responsabilità: per questo deve essere ripresa l’impostazione della bottega rinascimentale, nella quale l’apprendista sperimenta e confronta le nozioni teoriche con la pratica che il tutor riesce a trasmettere”.

“Il modello dell’alternanza scuola/lavoro – aggiungono i dirigenti Confcommercio – può ridurre il divario esistente e ma soprattutto deve sostenere e guidare i giovani nella scoperta delle vocazioni personali e degli interessi, arricchendo la formazione scolastica con l’acquisizione di competenze maturate “sul campo”. Insomma, deve unire all’apprendimento teorico quello pratico, portando attraverso l’interazione continua l’impresa nella scuola, e non viceversa.

A questo proposito la Federazione ha messo a punto un nuovo manuale operativo per le imprese di pubblico esercizio con le principali regole per una buona alternanza: uno strumento messo a punto per fornire semplici e precise indicazioni alle imprese su come accogliere al meglio gli studenti, raccordare il mondo della scuola con quello dell’impresa, organizzare percorsi ad hoc, stipulare convenzioni e mettere in opera adempimenti relativi a salute e sicurezza, valutare i percorsi e ogni altra istruzione utile per realizzare al meglio i vari percorsi formativi.

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