CIA: QUOTAZIONI BASSE PER NETTARINE, ALBICOCCHE E PESCHE

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Dalle prime settimane di avvio della campagna restano sempre giù i prezzi di nettarine, albicocche e pesche, solo in parte spiegabile con una abbondante offerta sui mercati di prodotti esteri e nazionali, a causa del caldo anticipato e prolungato che ha portato la frutta a maturare contemporaneamente in tanti areali produttivi europei. E’ quanto sottolinea la Cia del Materano facendo riferimento ai dati più aggiornati di fonte Ismea che registrano sul mercato di Matera quotazioni di 0,40 centesimi/kg per le nettarine di polpa bianca, 0,35 cents/kg per le nettarine di polpa gialla e 0,30 cents/kg per le pesche; sui mercati del Metapontino solo le nettarine bio spuntano quotazioni più interessanti che raggiungono lo 0,60 cents/kg e le albicocche 0,42 cents/kg. Inoltre da poco è iniziata la commercializzazione dell’uva da tavola Vittoria prodotta nel Metapontino e particolarmente richiesta dai mercati per ora con quotazioni di 0,70-0,80 cents/kg.
La caduta dei prezzi della frutta estiva che è l’altra faccia della siccità record che pure continua a preoccupare i nostri produttori – sottolinea la Cia – è evidentissimo rispetto alle annate precedenti per le albicocche ma consistenti anche per le pesche. Un vero peccato vista l’ottima qualità dei prodotti del Metapontino, il caldo torrido  e la crescente voglia di consumare frutta fresca di stagione che, dai primi dati, farebbero aumentare le vendite della frutta di stagione, la più indicata per vincere l’opprimente calura, tra il 7 e il 10%  – osserva la Cia – che però non riesce a ‘fare il paio’ con una offerta ancora sovrabbondante”.
“Noi di Cia – Agricoltori Italiani proponiamo da anni gli strumenti che consentirebbero di evitare o mitigare queste situazioni ricorrenti di crisi, hanno nomi ormai noti: la programmazione delle produzioni frutticole, la condivisione della programmazione e delle strategie commerciali, l’attivazione perlomeno a livello sperimentale dei fondi mutualistici o delle polizze ricavi. Serve poi un organismo interprofessionale che fissi regole per la produzione, commercializzazione e la vendita – prosegue la nota della Cia – nell’ottica di costruire le condizioni per una più equa ripartizione del reddito lungo la catena alimentare. Tutte cose da fare ma per le quali non si è però mai trovata comunità d’intenti”.

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