BARI: Uccide la compagna durante una lite

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I Carabinieri della Compagnia di Bari Centro hanno fermato, in esecuzione di un decreto di fermo di indiziato di delitto emesso dal Pubblico Ministero Dott.ssa Savina Toscani della Procura della Repubblica di Bari, SIMA Marian, cittadino romeno, classe ’73, senza fissa dimora, censurato per reati contro il patrimonio, poiché accusato di omicidio volontario, aggravato dai futili motivi, della compagna RZEPECKA Anita Beata, cittadina polacca, classe ’86, domiciliata a Bari, avvenuto in un casolare abbandonato ubicato sul Lungomare Di Cagno – Abbrescia, ove i due dimoravano.

La tempestiva e serrata attività di indagine, condotta attraverso la raccolta di numerose testimonianze e dichiarazioni di vicini e parenti, fondamentale soprattutto quella della madre della vittima, ha consentito di ricostruire i fatti. Sembrerebbe che l’indagato già nel corso della mattina del 6 luglio u.s. aveva minacciato di morte la compagna e, in serata, complice il suo stato di ubriachezza, è esploso l’ennesimo litigio, per questioni legate alle mancate faccende domestiche. L’epilogo è avvenuto quando Marian ha colpito la vittima con schiaffi che avrebbero causato una rovinosa caduta a terra, procurandole un gravissimo trauma cranico, lasciandola intenzionalmente per alcune ore in stato di abbandono sino alle ore 23.00 circa, allorquando, solo a causa dell’intervento di un coinquilino che faceva rientro a casa, venivano attivati i soccorsi del 118. La donna, trasportata in condizioni gravissime al pronto soccorso dell’Ospedale Di Venere, è stata sottoposta ad un urgente intervento chirurgico per ridurre il diffuso ematoma celebrale e, successivamente, ricoverata presso il reparto di rianimazione con diagnosi “Ematoma subdurale acuto post- traumatico” in imminente pericolo di vita. Nonostante le cure sanitarie, in meno di 24h, la donna, a causa del gravi lesioni riportate, è deceduta.

Non era la prima volta che la RZEPECKA Anita Beata subiva quelle atroci violenze da parte del compagno violento. Pare, infatti, e su questo si stanno concentrando le ulteriori indagini, che da circa due anni, da quando l’uomo era uscito dal carcere ed era iniziata la frequentazione, la donna subisse quotidiane violenze. Ciononostante non aveva mai voluto denunciarlo, forse per timore di ritorsioni ancora più gravi.

Espletate le formalità di rito, SIMA Marian, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato tradotto presso la Casa Circondariale di Bari in attesa dell’udienza di convalida che ha avuto luogo ieri mattina,  all’esito della quale, il Giudice per le Indagini Preliminari, Dott. Francesco Agnino, considerata la gravità dei fatti, nonché il disvalore della condotta, ha convalidato l’arresto, riformulando il capo di imputazione nell’art. 572/3° C.P. (Maltrattamenti contro familiari o conviventi), ravvisando la morte come evento conseguente dei maltrattamenti.

Intanto, la Procura ha già conferito l’incarico per effettuare l’autopsia al Dott. De Donno dell’Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari, l’esito della quale fornirà ulteriori dettagli di questa triste vicenda.

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