PRESENTAZIONE MOSTRA “IL TESORO DELLA PRINCIPESSA SCONOSCIUTA” A MIGGIANO SI RACCONTA LA SUA LEGGENDA

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La Fondazione Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, insieme alla Diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, al Museo diocesano e alla Parrocchia S. Vincenzo Levita e Martire e all’Amministrazione comunale di Miggiano, comunicano che Giovedì 13 Luglio alle ore 21.00 presso la Grotta dell’Abbraccio in Via S. Vincenzo, 68 (Canonica Parrocchiale), nell’ambito del MuMig Sottosopra, si svolgerà la Presentazione della mostra “Il tesoro della Principessa sconosciuta”.

Il programma dell’evento culturale prevede i saluti di Sua Eccellenza Mons. Vito Angiuli, Vescovo di Ugento – S.Maria di Leuca e di Giovanni Damiano, Sindaco di Miggiano, si proseguirà con gli interventi di Antonio Petrich, giornalista e scrittore, di Don Gianluigi Marzo, Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali, e di Federico Massimo Ceschin, Direttore Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, con la partecipazione musicale del concerto di ottoni dell’Apulia Brass Quartet.

Sarà possibile visitare “Il tesoro della Principessa sconosciuta” dal 13 Luglio al 15 ottobre prossimi nei seguenti giorni della settimana: il Martedì, il Giovedì e la Domenica, dalle ore 18.00 alle 21.00. Con aperture straordinarie: il 19 Agosto con il concerto di archi del Kiss Quartet, il 9 Settembre con il concerto di clavicembalo del Maestro Francesco Scarcella, dall’1 al 3 Ottobre con “I dialoghi nel MuMig”, dibattiti di storia e cultura e dal 12-15 Ottobre con “Il tesoro esposto in EXPO 2000”, la Fiera Regionale – Industria Agricoltura Artigianato del Salento.

Il MuMig (Museo di Miggiano) nasce nel 2017 come luogo “diffuso” per la valorizzazione dei beni culturali di Miggiano e per l’animazione culturale della Città. L’idea è di creare una rete di luoghi adibiti a Museo (chiese, cripta, frantoi e cantine ipogee) per valorizzare storia, tradizioni e beni culturali presenti sul territorio parrocchiale. Tutti (privati ed enti pubblici) potranno chiedere di far parte del Museo diffuso, mettendo a disposizione luoghi e beni per creare un piccolo indotto culturale organizzato.

Sulla storia della Principessa sconosciuta c’è una leggenda che risale all’anno 1874 quando, nel feudo di Miggiano, alcuni cocchieri furono presi da meraviglia grande dinanzi al sordo richiamo sui cavalli del corteo che scortava una bellissima e giovanissima principessa nel suo viaggio di ritorno dall’Egitto.  I cavalli sembravano essere stati catturati da una paura misteriosa che impediva loro di procedere per la via. Vane furono le frustrate e le spinte degli sfiniti servi. La Principessa desiderava tornar presto nella sua terra, tra i suoi affetti più cari, perché sentiva le forze venirle meno e percepiva aprirsi di fronte a lei la strada del ritorno a Dio.

Strinse tra le mani il suo Rosario d’oro, ricordo del suo adorato Padre e Re, e fece voti al Buon Dio per poter riprendere presto il suo viaggio, quando… i servi videro una luce provenire da una grotta, sotto una Chiesa!

La Principessa chiese ai servi di essere portata tra quella luce e ai suoi occhi apparve una donna splendente con una Croce in mano che sembrava un martello e che teneva al guinzaglio un drago spaventoso che nulla poteva di fronte alla sua tenerezza.

La donna tra la luce le rivolse queste parole: “Il Buon Dio ti ha fatto dono del talento del raffigurare, prendi tela e colori e fissa il mio volto per questa gente e la sua terra, perché tutti vedano che Marina è regina nella luce, vittoriosa con il suo Signore”.

Le ancelle corsero nella carrozza e subito la Principessa che aveva mano d’oro nel ritrarre stese linea e colori e fissò il volto della Santa sulla tela che piegò e volle depositare in una fenditura della roccia insieme con un calice, a un Bambinello ricordo della sua Madre e Regina, il suo Rosario d’oro e la Croce che le pendeva sul petto. Volle lasciare un piccolo tesoro, che potesse solo in parte raffigurar il suo cuore che non fede ardente e carità immensa consacrò al buon Dio fino all’ultimo suo respiro.

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