INTRAMOENIA: nuovi aspetti dell’arte in Basilicata

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Artisti

Karmil Cardone, Dario Carmentano, Nicola Di Croce, Bruno Di Lecce, Donato Faruolo,

Silvio Giordano, Salvatore Laurenzana, Pino Lauria, Massimo Lovisco,

Marcello Mantegazza, Claudia Olendrowicz, Vito Pace, Marcello Samela, Mariano Silletti, Volumezero

vernissage venerdì 7 luglio 2017, ore 19.00
fino a domenica 29 ottobre 2017

Museo archeologico provinciale di Potenza

via Ciccotti / via Lazio 18, Potenza

martedì 08.00 — 13.00

mercoledì — sabato 08.00 —13.00 / 16.00 — 19.00

ultimo accesso 18.30

chiuso domenica e lunedì

tel 0971 444833 / fax 0971 444820

e-mail info@amnesiacarts.com

 

Si inaugura il 7 luglio alle ore 19.00, presso il Museo archeologico provinciale di Potenza,

la mostra collettiva Intramœnia, con opere di Karmil Cardone, Dario Carmentano, Nicola Di Croce, Bruno Di Lecce, Donato Faruolo, Silvio Giordano, Salvatore Laurenzana, Pino Lauria, Massimo Lovisco, Marcello Mantegazza, Claudia Olendrowicz, Vito Pace, Marcello Samela, Mariano Silletti, Volumezero.

In un frangente di repentini ed epocali rivolgimenti per gli immaginari legati ai territori lucani, Intramœnia si configura come un necessario momento di elaborazione pubblica. Da sempre percepito come luogo privo di infrastrutture narrative che consentissero un immediato esaurimento della sua esperibilità, la Basilicata è stata spesso intravista come bacino per ideologie proiettive, e raramente per reali scoperte. Alle ricognizioni archeologiche, sociologiche, antropologiche, urbanistiche, fotografiche, industriali, cinematografiche e petrolifere che si sono avvicendate negli ultimi due secoli, ne segue in questi istanti un’ulteriore di natura ibrida cultural-turistica cui si rischia di far fronte – ancora una volta – senza avviare un vitale processo di elaborazione culturale che consenta di preservare complessità e di far emergere contraddizioni: se l’esterno, equipaggiato da turista culturale, non sembra quasi mai chiedere con l’intento di ottenere una risposta lontana dalle proprie aspettative di autenticità, l’interno accetta di buon grado di venir costretto nelle retoriche – ancora una volta – pienamente colonialistiche della vergogna e del riscatto pur di non interrogarsi sulla natura e la portata di una manifestazione di interesse.

Nel simulato appagamento delle questioni, gli artisti che si riuniscono in Intramœnia si costituiscono spontaneamente quali interlocutori fuori dal discorso, in un gruppo aperto, non programmatico, non strategico, ma aggregato intorno alla non casuale concordanza di tematiche e metodologie dell’operare artistico. Il titolo Intramœnia si riferisce in modo a tratti grottesco all’idea della chiusura entro mura fittizie cui rimandano le idee di confine, di immaginari territoriali, di gruppi di relazione, di collettività. Le opere in mostra, attraverso l’approfondimento di percorsi singolari e divergenti, contribuiranno invece a problematizzare ogni sintesi operata a beneficio di un’idea di territorio come prodotto (anche e non solo culturale) disponibile al consumo.

È una scena artistica che agisce in un contesto di ricerca con prospettiva globale e che testimonia la possibilità di un sud che non si esaurisca nel peso di una subalternità determinata su base economica. Di converso suggerisce però l’urgenza di un ribaltamento di quegli abusati paradigmi di attribuzione di valore che hanno portano verso una generale crisi del senso: la distorsione percettiva operata dal meccanismo del debito, la logica di profitto e dell’anaffettività degli scambi economici hanno fatto sì che lì dove si abusa delle categorie di comunità, partecipazione, relazione, in realtà si parli spesso di compromissione di reciproche libertà. In un tale contesto di marginalità economica, la forza di progressione del gruppo è ricercata nella messa in comunione di idee e agire artistico piuttosto che nella competizione, ponendo la necessità dello scambio al di sopra del conseguimento di qualsiasi obiettivo di carattere produttivo.

Intramœnia è tappa intermedia di un percorso che pone tra i propri obiettivi prossimi la costruzione di un volume a carattere saggistico che, oltre la semplice ambizione di documentare l’esistente, sia documento di studio e approfondimento sulle ragioni e sulle modalità paradigmatiche di un’azione artistica non censita da un sistema culturale a stretta interdipendenza dal sistema economico.

La mostra è organizzata da Amensiac Arts (Potenza) in collaborazione con ARTErìa, associazione d’arte e cultura (Matera) con il patrocinio di Regione Basilicata e Provincia di Potenza.

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