A Trivigno, “Di che pasta sei?”: laboratorio sulla pasta fresca lucana di FoodFileBasilicata

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All’interno della giornata anche la Eat Art di Vito Palladino

A cosa serve un laboratorio sui formati di pasta fresca lucana? A verificare “Di che pasta sei” fatto. Noi lucani, proprio come gli “strascinati”, ci trasciniamo sul tavolo delle terra ma alla fine otteniamo una forma e una sostanza originale e unica in qualunque piatto ci capita di finire. Per capire da dove veniamo e su quale tavolo potremo finire, il blog FoodFileBasilicata.blogspot.com, in collaborazione con l’associazione Art&venti2012, il Club del fornello di Potenza e la Proloco di Trivigno, sotto il patrocinio del Comune di Trivigno, organizza “Di che pasta sei?”, un laboratorio sulla pasta “di casa” lucana, il 4 giugno, dalle ore 10 alle 19, nell’asilo comunale “Fratello sole e sorella luna” di Trivigno.

Non ci sono solo gli strascinati, ma anche le “ricchitelle” d’importazione levantina, le “manate”, forse d’origine della grande tradizione arbereshe lucana, o i “bilbant”, piccole scaglie di pasta grattugiata ottime in zuppa o coi legumi. Una ricchezza, fatta di donne che nutrono quotidianamente gli uomini di questa terra, che potrebbe perdersi nel caos della globalizzazione. Una conoscenza, non solo identitaria, ma salvifica in un mondo in cui i redditi vanno calando progressivamente e che garantisce, con solo farina e acqua, uno strumento per “potercela fare”. Le focose donne del Club del fornello di Potenza, molto simili a quelle d’un tempo, doneranno una giornata del loro sapere a tutti i partecipanti del laboratorio. Un’occasione per poter avere “le mani in pasta” nella maniera più etica possibile e condividere il proprio operato con il prossimo.

Non si può parlare di pasta senza parlare di grano e di farina: il primo passo per avvicinarsi in modo consapevole a quel che siamo è capire quel che mangiamo! La storia agricola della Basilicata nasce ben 7000 anni fa, con i primi semi agricoli provenienti dal Vicino Oriente, e continua ininterrotta tanto che nel VI millennio a.C. l’agricoltura lucana è ampiamente documentata nelle aree di Rendina (Melfi) e Trasano (Matera). La varietà di grano più ampiamente diffusa proviene dall’antica Persia ed è il Khorasan, ovvero quello che verrà chiamato la varietà Saragolla. In onore e per la riscoperta della varietà autoctona, Angelo Lacivita racconterà di come è riuscito a tutelare, il 28 gennaio del 2013, la “Saragolla lucana” : la prima varietà di frumento recuperata e iscritta al registro “Varietà da conservazione”, ovvero facente parte di quelle varietà tradizionalmente coltivate in particolari località e minacciate da erosione genetica. Questo primo passo verso la salvaguardia della nostra cultura è stato compiuto anche grazie al Centro di Ricerca per la cerealicoltura, alla Regione Basilicata e all’Associazione lucana cerealisti di antiche varietà di Palazzo San Gervasio.

La giornata laboratoriale termina con una performance dell’artista Vito Palladino dedicata all’orientamento in questo mondo globale, tramite il principio femminile della creatività e della nutrizione mondiale. L’artista, nonché presidente di Art&venti2012, farà percorrere a tutti i partecipanti del laboratorio un labirinto creato con la farina, nel quale cercare il proprio filo della creatività. Come un’Arianna col proprio Teseo, condurrà tutti sulle vie del mondo, tramite i colori di ogni nazione, per poi ricongiungerli al proprio centro creativo, liberi da ogni paura e da ogni “Minotauro” che si nasconde dentro il più profondo Io.

Le strade labirintiche del mondo possono portare anche a un unico centro: quello del piccolo borgo di Trivigno, con i suoi palazzi gentilizi e con le sue caratteristiche “Coste”, un luogo incantato e pieno di leggende che i ragazzi della proloco del paese faranno visitare, non prima di un grazioso mercatino “soffitta in piazza”, in cui cercare ricordi e memorie di un tempo che fu, è e sarà.

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