Lo ‘Stato genitore’ e le ‘case di marzapane’

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Abbiamo detto in altra parte dei nostri scritti che la questione minorile è sul tavolo ed è formata da comparti a volte stagni che non comunicano tra di loro. Una sorta di problematiche d’alveare che sfuggono alla regina, a cui è probabile, importa, assai più, la quantità che la qualità del miele. Fuor di metafora è sulle tutele minorili e sulla loro concreta fattualizzazione che punta l’odierno ragionare, valicando i limiti d’alveare, se esistenti. Nella disamina, non può sfuggire, perché è un fatto, il doppio binario della tutela minorile, pubblicistica e privatistica, laddove, la prima, per evidenti ragioni, circa l’oggetto della tutela, il minore, appunto, risulta essere preminente. E’ preminente, quando, ad esempio, con provvedimenti, non rari e anche ‘inaudita altera parte’, lo Stato, attraverso l’organo giudicante, provvede all’allontanamento del minore dalla famiglia. Quel tipo di provvedimento segna il punto più emblematico e anche –drammatico- della tutela pubblicistica; In quel momento, lo Stato, diventa, esso stesso, genitore. Si tratta ovviamente di una semplificazione letteraria. Meglio, è un artificio giuridico, che lo Stato spiega nei confronti dei genitori legittimi o naturali, rimasti deprivati della responsabilità genitoriale perché ritenuti – inidonei- ; responsabilità che conseguentemente, trasferisce, tutte, su di sé . Sui procedimenti c.d. “ de- potestate” il discorso sarebbe assai complesso e lungo che, perciò, si riserva agli operatori. Qui, rileva, invece, il momento culminante della tutela pubblicistica, poniamo, attraverso un decreto di allontanamento, per le mille e più ragioni che riguardano l’assetto familiare all’attenzione dell’organo giudicante e che potrebbero riassumersi in una sola voce: “la dichiarazione di inidoneità (temporanea o permanente) allo svolgimento delle funzioni genitoriali”. Seguono, nel corpo dello stesso provvedimento, una serie di previsioni a carico dei genitori ‘depotestati’ e a carico dell’ente e/o organismo che se ne deve occupare, a cui viene ricollegata una sorta di ‘tutela specifica’ della persona minorenne con ordini tutti prescrittivi: ad esempio, il monitoraggio del minore e della famiglia, il sostegno psicologico per il minore e la famiglia d’origine e, infine, l’individuazione della casa dove il minore deve essere trasferito dopo il provvedimento di allontanamento. Quindi, è l’organo giudicante, d’intesa con i servizi territoriali, ad individuare la casa che accoglierà il minore. E, le case di accoglienza, a quali criteri standard di adeguatezza debbono rispondere? Io direi che devono essere belle, senz’altro aggiungere! Sapete, lo Stato è diventato genitore e allora il suo sforzo deve essere massimo! Dovrebbe, perciò, esso Stato- genitore, assicurare ogni comfort ai bambini allontanati e così dovremmo avere: Case con il giardino, case con tanti giochi e per tutte le età, stanze singole o al massimo con due letti ( per due fratellini, ad esempio), dispense piene, stanze riscaldate e personale altamente specializzato ( puericultrici se ci sono neonati, pediatri e psicologi che dovrebbero, questi ultimi, effettuare, non una visita al mese o quindicinale, essendo tali tempistiche, impraticabili per fare sostegni e percorsi individuali, ma di stanza presso la casa). E, poi, programmi educativi individuali con pedagogisti in loco e programmi alimentari e diete personalizzate per ogni singolo bambino. Sapete, lo Stato è diventato genitore e non può permettersi errori, di nessun tipo, nemmeno una semplice dimenticanza! Lo Stato che diventa genitore deve avere a cuore il benessere psico-fisico di ciascun bambino. Di ciascuno e di tutti! Ancora. Programmi pedagogici e psicologici ben definiti per ricostruire familiarità interrotte, fino al programma –previsione del rientro del minore in famiglia, con obiettivi al massimo semestrali, rinnovabili volta a volta. Giacchè, è il rientro in famiglia ad essere il fine ultimo, l’obiettivo cui tendere e l’auspicio di ciascun operatore! Se lo Stato diventa genitore deve assicurare “case di marzapane” ai suoi piccoli figli sociali! E, se le case non sono di ‘marzapane’? Che si adeguino o si chiudano!

Matera, 30 maggio 2017

Garante per l’infanzia e l’adolescenza

        del Comune di Matera

        Maria Grazia Masella

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