TERRITORI LIB(E)RI: DONAZIONE AGLI STUDENTI DI 500 COPIE DEL VOLUME

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DI VINCENZO DIGILIO INTITOLATO “GARAGUSO – UNA STORIA LUCANA”

INIZIATIVA PROMOSSA DALL’ASSOCIAZIONE
IL “PONTE SUL FUTURO”, LA CASA EDITRICE BMG
E LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI 
DI MATERA E DI GARAGUSO

LA CERIMONIA DI CONSEGNA AVVERA’ NELL’AULA CONSILIARE 
DEL COMUNE DI GARAGUSO MARTEDI’ 16 MAGGIO, ALLE 18
PRESENTI I PARENTI DELL’AUTORE

Vincenzo Digilio è nato ad Ascoli Piceno il 25 ottobre del 1922, ma è di formazione napoletana, mentre le radici sono profondamente lucane. La sua famiglia, originaria di Accettura, negli anni, si spostò in parte a Garaguso, a Grassano e nel capoluogo di regione campano. Nella città partenopea – dove è scomparso il 27 agosto del 2009 – Vincenzo Digilio si laureò in medicina e divenne patologo clinico, infettivologo, igienista. Diresse anche una sua struttura sanitaria a Nola. Ma, da sempre, nutriva un’altra grande passione: la scrittura. Lo testimoniano le numerose collaborazioni con giornali e periodici, pagina in cui usava distinguersi in ambito culturale, eccellendo nella capacità di unire le sue conoscenze agli usi e alla pratiche della cucina e della gastronomia.

Ha pubblicato, inoltre, diversi libri di racconti, poesie, argomenti di prevenzione medica per le scuole e per sostenere iniziative umanitarie, come quelle a favore dell’Unicef. Un’attività intensa, che gli è valsa numerosi riconoscimenti. Ma forse il più grande dei premi – almeno nella terra d’origine dei suoi avi – oggi, è legato a un volume intitolato “Garaguso – Una storia Lucana”, Edizioni Bmg, Matera.

E’ un riconoscimento postumo quello che si vuole segnalare, è vero. Ma matura in un contesto particolare e si lega direttamente alla questione spopolamento che sta minando drammaticamente le comunità delle zone interne della Basilicata. Non a caso, nella premessa del volume , Digilio cita il filosofo Norberto Bobbio, che così scriveva: “E’ bene mantenere le nostre radici, guai agli sradicati: le radici si hanno nel paese di origine , nella terra, non nel cemento elle città. Solo nei paesi esiste il prossimo. Tu non puoi amare tutti, se non molto in astratto. Puoi amare solo il prossimo. C’è, quello che si chiama gente”.

“Queste poche parole – commenta Digilio – scarne e amare , ci dicono tutto sul significato vero delle radici”. Un significato che non è sfuggito all’Associazione “Il ponte sul futuro” – diretta da Brunella Guida e Tiziana D’Oppido. Tramite una serie di sinergie nate tra la casa editrice Bmg, in particolare attraverso una precisa volontà di Egidio Basile, hanno messo in movimento un processo di grande generosità. Si tratta della possibilità di donare 500 copie del libro di Digilio custodite in deposito in attesa di tempi migliori. Quel tempo è arrivato. Il loro destino non poteva essere il macero. Allora, l’azienda editoriale materana, d’intesa con l’associazione “Il ponte sul futuro”, unitamente alle Amministrazioni comunali di Matera e Garaguso, ha promosso un’iniziativa che si spera abbia un seguito con altre opportunità di buona e nobile divulgazione dello stesso tenore.

La sera del 16 maggio, alle 18, nell’aula consiliare del Comune di Garaguso, presenti per l’occasione alcuni familiari di Digilio, si terrà una sobria cerimonia di consegna dei 500 volumi, quale preludio alla più ampia distribuzione delle pubblicazioni a a tutti gli studenti di Garaguso. Momento che vedrà impegnati in prima persona il sindaco del paese della collina materana, Franco Auletta e, per il Comune di Matera, i consiglieri Paolo Manicone e Antonio Sansone. Insieme, sono i promotori fin dal promo istante, nonché fattivi collaboratori di una possibilità: riallacciare quei fili spezzati che troppe volte separano le comunità del territorio materano.

Il simbolo di questa ritrovata opportunità di dialogo – a costo zero per il pubblico erario – non avviene per caso, ma attraverso i libri. Nel caso specifico, un volume che propone immagini, racconti, poesie, nozioni di storia e geografia quale lasciato a futura memoria di un amore antico, quello di Digilio per le sue radici, nella speranza che possa essere trasmesso con autentico amore alle generazioni future. Migliori ambasciatori di pagine così intense è difficile immaginarle e, per questa ragione, l’iniziativa è stata ribattezzata “Territori lib(e)ri”.

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