STABILIMENTI BALNEARI A POLICORO: CASTELLUCCIO, SUPERARI RITARDI AUTORIZZAZIONI

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La segnalazione dell’avv. Salvatore Lorusso,  Presidente dell’Associazione “Policoro Turistica”, che anche per l’anno in corso, vi è un grave ritardo da parte dell’Ufficio del Demanio di Matera nell’istruttoria delle pratiche intese al rilascio delle autorizzazioni chieste dai titolari di alcuni stabilimenti balneari di Policoro deve sollecitare una risposta immediata per non compromettere l’imminente stagione turistica a Policoro. E’ quanto sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio (Fi).

Ancora più grave – aggiunge – è la causa del ritardo che sarebbe riconducibile, secondo quanto riferisce l’Associazione,  ad una pesante carenza di personale che non riesce, con dovuto tempismo, ad istruire le richieste di autorizzazioni che pervengono dagli operatori turistici di Policoro.

Come evidenzia  l’avv. Lorusso il problema è diventato una priorità da affrontare tenuto conto che la stagione balneare è in corso e gli operatori, in mancanza delle prescritte autorizzazioni, non possono svolgere l’attività lavorativa, con conseguenti gravi danni economici.

Un’altra tegola che si abbatte sui titolari di lidi – dice ancora Castelluccio – è lo stato di incertezza che riguarda la Bolkestein. Dal 2006 ad oggi  i Governi che si sono succeduti non sono riusciti a mettere ordine nella normativa, a far capire in sede Europea che c’era bisogno di trovare un’applicazione diversa della direttiva alle concessioni demaniali marittime, così come hanno fatto peraltro Paesi come la Spagna ed il Portogallo, e le nostre imprese sono rimaste nella palude dell’incertezza. Ora il Ministro Costa ha varato un ddl che delega il Governo a riordinare la materia secondo determinati criteri o principi, che però non tengono conto della soluzione più giusta: quella cioè di istituire un doppio binario per le concessioni esistenti e quelle ancora da assegnare. Alle prime un lungo periodo transitorio (minimo di 30 anni) per consentire di ammortizzare gli investimenti fatti e da fare, e per le seconde un’evidenza pubblica in linea con la normativa europea. Una legge approvata in fretta, senza una capillare consultazione di tutte le rappresentanze sindacali  della categoria, dell’Anci e delle Regioni, senza gli opportuni emendamenti, getterebbe nello sgomento i titolari delle imprese, le loro famiglie, i lavoratori e in particolare i sindaci dei Comuni costieri che si troverebbero a dover gestire bandi difficilissimi, gare pericolose ed una montagna di ricorsi che porterebbero al blocco di un settore importantissimo dell’economia turistica.

Pertanto per uniformarsi alla direttiva Bolkestein sulle concessioni per spiagge e stabilimenti balneari – afferma Castelluccio – andrebbe previsto un termine adeguato, a tutela degli imprenditori che hanno fatto affidamento sul sistema preesistente. I Comuni, però, dovrebbero avere capacità di autodeterminazione sui tempi delle procedure. Rispetto al tema delle previsioni di un ‘congruo tempo’ per avviare le evidenze pubbliche si potrebbe prevedere che entro un periodo di tempo definito gli enti gestori individuati per legge (le Regioni, di concerto con i Comuni), siano tenuti a procedere all’applicazione della disciplina di riordino, avviando le procedure. Ciò permetterebbe ai Comuni e alle Regioni di agire in un quadro unitario con un termine certo stabilito dal legislatore e, al contempo, di disciplinare realtà diverse che secondo le loro specificità possono avviare le evidenze pubbliche in tempi diversi, ma comunque non oltre il tempo stabilito. Non si sottovaluti che la risorsa turismo, soprattutto a Policoro e nel Metapontino si basa sul mare per tradursi in concrete occasioni di sviluppo e occupazione.

Servono – conclude il vice presidente del C.R: – una politica industriale mirata ed un quadro normativo stabile che diano certezze per gli investimenti privati.

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