LA SVOLTA GREEN DELLA FILCA CISL

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In corso a Picerno l’11° congresso regionale di categoria. Nella relazione introduttiva il segretario generale Michele La Torre traccia le coordinate dell’edilizia del futuro: no alla cementificazione selvaggia, sì al recupero del patrimonio abitativo esistente.  

Picerno (PZ), 21 aprile 2017 – “È di primaria necessità riportare il settore delle costruzioni nell’agenda politica per lo sviluppo e la crescita dell’Italia e ancor più della nostra Regione”. Lo ha detto stamane il segretario generale della Filca Cisl Basilicata, Michele La Torre, aprendo i lavori dell’11° congresso di categoria in corso all’Hotel Bounganville di Picerno alla presenza del segretario generale nazionale Franco Turri e del leader della Cisl lucana Nino Falotico. Davanti ad una nutrita platea di delegati, 100 per la precisione, eletti nelle scorse settimane in una trentina di assemblee nei territori e nelle aziende di tutta la regione, La Torre ha snocciolato numeri, problemi e proposte per rilanciare la filiera delle costruzioni in Basilicata. “La causa fondamentale della crisi del settore – ha detto il segretario della Filca regionale – va rintracciata nell’assenza di investimenti e risorse, nei lavori per infrastrutture fermi al palo, nella mancanza di regole per quanto concerne il mercato del lavoro, ma anche nelle tante promesse fatte dai patti per il Sud ma mai realizzate”. La Torre ha rilanciato l’azione sindacale unitaria: “Insieme ai colleghi di Fillea e Feneal vogliamo riprendere una campagna nel territorio per chiedere alle istituzioni di assicurare alle lavoratrici e ai lavoratori coinvolti dalle crisi, sia forme di sostegno al reddito, sia piani mirati alla ricollocazione e riqualificazione, per poter fornire a chi è escluso dal mercato del lavoro percorsi di orientamento, tutoraggio, formazione e inserimento al lavoro”. Un sindacato, dunque, che non si limita a denunciare la crisi ma che va nei territori per ascoltare i bisogni delle persone e proporre una via d’uscita: “Negli incontri pre-congressuali – ha ricordato La Torre – abbiamo riscontrato ansia verso un futuro incerto, paura, rabbia ma soprattutto una richiesta che in modo forte ci richiama al nostro impegno: quella di non essere lasciati soli. La presenza del sindacato in un paese è segno di democrazia e libertà”. Il segretario della Filca Cisl lucana ha lanciato un monito al mondo imprenditoriale sottolineando che “le imprese che hanno pensato di competere comprimendo i diritti dei lavoratori e giocando esclusivamente sulla riduzione dei costi hanno perso, mentre quelle imprese che hanno puntato su innovazione, ricerca, investimenti, riqualificazione del personale hanno saputo reggere alla crisi”. Per La Torre bisogna ripartire da un rinnovato dialogo con le imprese e le istituzioni locali, alle quali sottoporre “una vera piattaforma di sviluppo per il settore che guardi oltre la crisi”; una proposta che abbia nella sostenibilità la sua parola chiave. “Per noi la sostenibilità è una scelta irreversibile – ha detto il sindacalista – come unica opzione capace di attuare una rivoluzione eco-compatibile del nostro settore”. Sostenibilità, no alla cementificazione selvaggia, innovazione tecnologia dei processi e dei materiali, recupero e valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente: sono le coordinate green di un’idea di sviluppo che per La Torre “deve partire dal censimento del patrimonio abitativo in costante degrado e abbandono”, un progetto ambizioso in cui i Comuni avrebbero un ruolo determinante nell’offrire il proprio patrimonio abitativo, cogliendo un duplice risultato: contenimento dello spopolamento e creazione di nuova occupazione. “In queste direzioni – ha detto La Torre – va definito con urgenza un piano straordinario di programmi integrati per il recupero e il riuso delle aree urbane, per la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico e la definizione di un progetto per il recupero dei centri storici”. A beneficiarne sarebbero, ovviamente, le piccole e medie imprese edili locali, quelle che fanno vivere la microeconomia del territorio, ma anche quelle industrie della filiera delle costruzioni che in questi anni hanno patito la crisi, come il settore dei manufatti in cemento e dei laterizi, che la scomparsa di marchi storici dell’imprenditoria lucana, o il settore del legno e del mobile imbottito che vive una lunga fase di transizione e che dal recupero su larga scala del patrimonio urbano potrebbe cogliere diverse opportunità.

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