Alberi e uomini: feste dei boschi tra Basilicata e Calabria

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 Dopo l’incontro conviviale della Pasqua e la consegna delle tessere ai soci, ritorna per “I Venerdì Culturali di Presenza Lucana” la cartella “Tradizioni Popolari del sud”.

L’appuntamento ha come titolo “Alberi e uomini – La festa dei boschi in Basilicata e Calabria”. La relazione sarà tenuta dal giornalista, scrittore e fotografo fiorentino Andrea Semplici, redattore del quotidiano “La Nazione”, già membro del Comitato Scientifico “Nigrizia” e di Redazione della rivista “Africa e Orienti”. L’autore vanta collaborazioni, sia stabili e sia saltuarie, con molti e importanti settimanali e mensili (TuttoTurismo, Airone, QuiTouring, Africa, Linus, Archeo e altri ancora). Dopo aver girato il mondo, pubblicando testi e guide, interessanti quelle di frontiera Eritrea, Etiopia e Libia, Andrea, in particolare, ha scoperto e si è innamorato dei “Riti Arborei” che si svolgono in otto paesi della Basilicata e uno in Calabria: Accettura, Pietrapertosa, Castelmezzano, Oliveto Lucano, Rotonda, Castelsaraceno, Terranova, Viggianello e Alessandria del Carretto. Semplici, dopo anni di studi, ha pubblicato un libro di qualità, anche dal punto di vista fotografico, “Alberi e uomini” che illustrerà, con l’aiuto della proiezione di sue foto Venerdì 21 Aprile, alle ore 18.00, presso la sede di Presenza Lucana, in Via Veneto 106/A, con libero ingresso.

Fra i giorni della Pasqua e il mese di settembre, che annuncia l’arrivo dell’autunno, in Basilicata, fra le rocce delle Dolomiti Lucane e la montagna corale del Pollino, si celebrano, in un’euforica e faticosa eccitazione, piccole-grandi feste degli alberi. L’Associazione Presenza Lucana, più volte si è recata ed ha assistito, in particolare, alla festa del Maggio di Accettura ed a quella di Rotonda.  

Per gli antropologi più tradizionali, ad Accettura, a Pietrapertosa, a Castelmezzano a Oliveto Lucano, si svolgono autentici matrimoni degli alberi, che conservano qualcosa di ancestrale e che coinvolgono moltissimi ragazzi.

Di solito queste tradizioni continuano, nel tempo, con gli anziani e i turisti.

Ad Accettura, però, la festa è dei giovani, specialmente quelli che trasportano, a spalla, la “Cima” e che indossano una simbolica maglietta con sopra scritto “Se passate tra 100 anni ci troverete qui”.

Lo sposalizio avviene tra “’u masc”, albero maschio, un cerro lungo e dritto, scelto, ad Accettura, nel bosco di Montepiano, 4 km dal paese, e la Cima, la femmina,  un frondoso agrifoglio, scelta nel bosco di Gallipoli Cognato 15 Km distante dal comune.

Il momento più emozionante della festa coincide con il trasporto in paese del ’Maggio’ eseguito utilizzando coppie di buoi e accompagnato dai rintocchi dei campanacci e dal suono dei pifferi e delle zampogne.

Un rituale diverso è quello che accompagna il trasporto dell’agrifoglio, effettuato a spalla da un gruppo di ‘cimaroli’ che cantano e bevono per tutto il lungo tragitto sino al paese.

Nel massiccio del Pollino (primavera ad Alessandria del Carretto, Rotonda, Castelsaraceno, Terranova, e fine estate a Viggianello) sono invece un faggio, a’ Pitu, e un abete, la Rocca, a unirsi in un rituale che celebra il passaggio delle stagioni, il mutamento e la trasformazione della natura. Il tutto  è un augurio festoso di fertilità.

“Nei nove paesi,  gli alberi e gli uomini sono protagonisti di giorni grandiosi, colmi di ebbrezza,  fatica, lavoro durissimo, adrenalina, cibo e vino. E’ festa che vale l’intera annata.

Per la gente, di questi territori, le feste degli alberi sono identità, storia di solidarietà, memoria del passato e certezza del futuro. Sono giorni attorno ai quali si aggrappa la contemporaneità di questi piccolissimi centri, la loro esistenza e ragione di essere.

E’ straordinario che queste feste, dalle origini incerte siano sopravvissute fino ai nostri tempi ed è sorprendente che fra Lucania e Calabria, in una regione geografica ristretta, vi siano ben nove paesi dove avvengono queste cerimonie”(Andrea Semplici).

L’incontro sarà introdotto da Oronzo Corigliano, Curatore e Responsabile del Museo Civico di Paleontologia e dell’Uomo di Lizzano. A Oronzo, è stato conferito un riconoscimento per la passione e dedizione che l’ha visto impegnato, da molti anni, nel mondo della cultura.

Articolo di Michele Santoro

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