PIAZZA DELLA VISITAZIONE. NO A NUOVE VOLUMETRIE NELL’AREA IL SINDACO: “SARA’ LUOGO DI AGGREGAZIONE INTERGENERAZIONALE”

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Un confronto pubblico nel corso del quale sono stati individuati punti fermi sul futuro di piazza della Visitazione: nessuna nuova volumetria, area di verde pubblico e luogo di comunità.

Questi, in sintesi, alcuni degli elementi emersi nel corso dell’assemblea pubblica che ieri, 18 aprile, all’Auditorium di piazza Sedile ha discusso sul futuro di piazza della Visitazione.

L’iniziativa era stata sollecitata dall’architetto Paolo Irene dell’Associazione MapArt, dal consigliere Paolo Manicone, da alcuni cittadini e da professionisti della città, ed è stata colta dall’amministrazione comunale che ha così illustrato lo stato dell’arte, ma anche la visione futura di questo luogo-simbolo, passando attraverso un bando di progetto.

Concludendo l’incontro,  il sindaco Raffaello de Ruggieri aveva infatti chiarito: “Nel mio programma elettorale, in termini molto chiari, era già stata definita la destinazione di piazza della Visitazione : luogo, considerato  area libera da rendere funzionale per  un nuovo percorso cittadino e urbano destinato a nuove funzioni, come parco urbano.  Quell’area deve  rappresentare il collante sociale, il luogo di aggregazione intergenerazionale in cui far esprimere la gioia di vivere tra giovani, anziani e bambini. Affrontando l’aspetto metodologico, il sindaco de Ruggieri ha poi aggiunto: “Dobbiamo effettuare  un bando per individuare una personalità nazionale o internazionale, selezionata sulla base di criteri come i titoli, la dimensione dei lavori compiuti o i valori accademici. Dopo la selezione, il professionista scelto, si rapporterà con l’amministrazione comunale e la comunità,  per ricevere indirizzi utili.   

Abbiamo la necessità impellente – ha aggiunto – che Matera utilizzi in modo esemplare l’interrato su ferro perché può essere la salvezza della città per eliminare il traffico su gomma, ormai insostenibile. Ecco perché uno dei nodi riguarda piazza Matteotti perché lì esiste un problema legato alla mobilità urbana che non si può cancellare; il  progetto del prof. Ciurnelli, infatti,  partiva proprio da questo presupposto ma non deve essere considerato il verbo. Dobbiamo comprendere, dunque, quale utilità e quale conformazione offrire a questo spazio. Tutti siamo convinti che non è pensabile ispessire valore edilizio in quell’area perché il centro direzionale ha assorbito tutte le cubature della zona in modo eccessivo e sovrabbondante”. Rispetto, poi, alla proposta di allocare il teatro cittadino nell’area di piazza della Visitazione, il sindaco ha aggiunto,  ripercorrendo la vicenda del teatro  Duni: “Circa 5 anni fa, affrontai la necessità che Matera costruisse un teatro. Mi fu detto che era una follia, perché avevamo già un teatro da riqualificare. Da sindaco ho ripreso quel percorso, abbiamo individuato le risorse (8 milioni di euro)  e abbiamo chiesto all’Agenzia del demanio e dunque all’Agenzia delle Entrate, la stima di quell’edificio che è stata quantificata in 3,4 milioni di euro. Abbiamo presentato l’offerta ai proprietari che però non hanno accettato. Il Duni, dunque, rimarrà una giacenza di magazzino.

Se riusciremo a sopravvivere  – ha precisato riferendosi all’attuale situazione politica – attiveremo subito la possibilità di costruire una struttura ultramoderna e temporanea con la cretezza di poter riprendere il progetto di costruzione del nuovo teatro, individuando un’area in cui realizzarlo. Sarà piazza della Visitazione? Forse, se sarà compatibile e tenendo conto che le cubature sono state già assorbite dal centro direzionale.

C’è poi il tema della Fiera che potrebbe essere trasferita a Venusio. Nell’attesa che questo progetto sia realizzato, c’è  la disponibilità delle Ferrovie dello Stato, per utilizzare l’area del piazzale della stazione abbandonata. Lì potrebbero essere  allocate le giostre e le fiere.  

Governare una città non è semplice – ha proseguito il sindaco – ma è arrivato il momento che la comunità organizzi iniziative come quella di oggi in una fase di collaborazione e confronto con l’amministrazione comunale.  Mi auguro perciò  che il prossimo incontro  – ha concluso il sindaco  – possa riguardare un tema come quello dell’ex area Padula (ex Barilla)”.  Il sindaco ha poi citato  Marcello Fabbri e la sua presentazione dei progetti del Concorso nazionale di piazza della Visitazione,  svolto negli anni ’90. ‘Io penso – scriveva – e spero che la prossima amministrazione non lasci cadere l’argomento nell’illusione liberista che evoluzione spontanea, il mercato e in ultima analisi le solite forze che hanno operato nell’edilizia materana, mandino avanti in un modo o nell’altro la cosa di Matera.

“Parlava del Centro direzionale – ha chiarito  In piazza della Visitazione, finchè rappresenteremo la città, questo non avverrà”.

Subito dopo era intervenuto l’assessore all’Urbanistica, Francesca Cangelli: “ Ho sempre creduto nelle più ampie forme di partecipazione, tanto da proporre e far adottare dalla giunta comunale della Carta della Partecipazione dell’Imu che in questa occasione diventa operativa.  Il dibattito pubblico, oggi, si lega all’art.22 del Codice dei contratti pubblici, norma  che non aiuta a fornire una collocazione precisa al valore giuridico che il dibattito pubblico assume per quanto riguarda gli affidamenti. Siamo perciò obbligati ad una riflessione di merito: rispetto a grandi interventi, l’art.22 impone il passaggio dal dibattito pubblico, che è sacrosanto. La norma, però non è pienamente in vigore perché oggi vale il correttivo che  da’ un anno per individuare gli interventi da assogettare al dibattito pubblico e quelli che non lo sono. In quanto a piazza della Visitazione ha un enorme valore simbolico per la città e credo perciò  sia necessario che il dibattito pubblico sia passaggio fondamentale. Bisogna poi garantire tempistica sostenibile e la sostenibilità finanziaria – ha proseguito l’assessore – Per avere efficacia reale devono esserci due momenti: il primo è quello dell’individuazione di un professionista o di un gruppo, in fase antecedente rispetto allo studio di fattibilità. Il secondo è quello posto a valle dello studio di fattibilità e prima dell’avvio delle procedure esecutive. Nelle linee strategiche del programma elettorale del sindaco non c’è dubbio che la scelta di fondo sia quella del Parco urbano, che io condivido. Le problematiche di quell’area sono però molteplici, dai parcheggi, al nodo intermodale, all’ipotesi di altre funzioni come la sala consiliare comunale e il teatro”.

L’incontro era stato introdotto dell’architetto Paolo Irene che aveva spiegato: “Nell’incontro di oggi vogliamo pensare e contribuire a realizzare una piazza fondamentale per la città. Siamo qui per capire come impostare questo progetto – Illustrando poi la sua idea rispetto al tema del dibattito e riprendendo il progetto di Carlo Aymonino  ha aggiunto –  via Matteotti viene ampliata e legata alla rotonda già presente dinanzi  all’istituto Torraca collegata a quella da realizzare in corrispondenza dell’area verde accanto al Tribunale e al parcheggio di via Saragat. Si tratta di una sola area verde in cui è previsot l’ingresso interrato al terminal bus che si incontra con quello delle Fal in modo che i viaggiatori possano scendere  dal bus e prendere il treno senza salire in superficie e viceversa. Si tratterebbe, così, di un flusso a senso unico, a traffico limitato aperto solo ai residenti. In questo modo si confermerebbe l’edificio della vecchia stazione lì dov’è. Prevale il verde – ha proseguito Irene – ovvero quello che tutti vorremmo”.

Numerosi gli interventi del pubblico al quale hanno partecipato cittadini, progettisti, ex ed attuali amministratori affrontando temi come la realizzazione della sala consiliare del Comune, di  aree verdi per la comunità e di un teatro cittadino, ripercorrendo anche passaggi importanti della storia della città.

L’architetto De Finis, in rappresentanza dell’Ordine degli Architetti ha aggiunto: “Il concetto di piazza risente ancora della storicità, fra politica, religione, commercio. Con il tempo, è cambiato ancora fino ad arrivare ad essere luogo di traffico, di utilità con parcheggi e servizi per la stazione, oltre a luogo di soggiorno. Innanzitutto dovremmo capire cosa fare di questa piazza e per farlo il dibattito pubblico diventa confronto dei cittadini e delle persone che vivono la piaza e lo faranno negli anni successivi. Servono concertazione e dibattito e in questo senso la normativa ci offre spazi utili. Insieme al concorso di progettazione,  che deve essere obbligatorio perché vengano recepiti gli indirizzi della collettività. E’ questo il metodo migliore per disegnare le nostre città.

L’ing. Maragno, presidente dell’Ordine gli Ingegneri ha sostenuto ancora: “In un recente intervento conclusi sottolineando che la classe dirigente ha l’obbligo di fare sintesi su un aspetto determinanete: cosa vogliano fare di questa piazza. I concorsi sono inutili se prima non si ha la visione chiara. Ho rivisto i progetti dell’ultimo concoso che andava  dalle grotte agli scavi alle pareti alle strutture spaziali – Soffermandosi sulla situazione attuale, l’ing. Maragno ha aggiunto: “Cos’è oggi questo spazio? A cosa serve? La viabilità principale di via Aldo Moro ha una funzione determinante. Il caos attuale composto da autovetture è, al momento, il cuore pulsante della città. Attenti, però, a non farne una bomboniera perché quel  punto è strategico per la mobilità”.

Subito dopo  è intervenuto il consigliere Paolo Manicone che ha sottolineato l’esigenza di comprendere le funzioni di piazza della Visitazione: “Bisogna prendere in considerazione l’intera area rispetto alla città del centro storico e quella nuova. Le funzioni devono riguardare tra l’altro la sala consiliare di cui dovrà dotarsi il Comune e l’accesso alla stazione interrata. Va sottolineato inoltre il dislivello che si trova fra Comune e Tribunale rispetto alla futura piazza: quell’altezza potrà essere degradata verso il luogo d’incontro.  Il parcheggio di via Saragat potrebbe diventare un teatro temporaneo da realizzare attraverso un concorso di idee. In quanto alla scuola Torraca e al suo trasferimento nell’ex Centrale del Latte  questo consentirebbe di allocare il Comando della Polizia locale e della Protezione civile. Bisogna insomma funzionalizzare un’area che comprende piazza della Visitazione, il parcheggio di via Saragat, l’ex Centrale del Latte e la scuola Torraca ”.

L’assessore ai Lavori Pubblici, Michele Casino ha preso la parola spiegando: “Uno dei primi punti da prendere in considerazione è quello relativo allo stop ad ulteriori volumetrie. Su questa piazza si è detto molto, in particolare nelle ultime amministrazioni comunali, ma non si è mai passati dalla proposta all’azione. Oggi c’è la concreta possibilità di realizzare un’opera che finalmente si  adegui ai tempi. In quanto ai finanziamenti a Matera spetteranno 12 milioni di euro dei fondi Fesr a cui si aggiungono anche i fondi Iti  (Investimenti del Territorio di Sviluppo integrato).

C’è bisogno di alleggerire il traffico del centro urbano e su questo tema ricordo che fra poco partirà il nodo intermodale di Serra Rifusa in cui è previsto un parcheggio di circa 280 posti auto, un parcheggio per bus turistici e un collegamento con la metropolitana. L’impegno di tutti noi dovrebbe essere dunque, quello di usare gli strumenti che abbiamo, imparando ad usare i mezzi pubblici”.

L’assessore alla Mobilità Valeriano Delicio ha aggiunto: “Sapevamo che avremmo affrontato  il tema relativo a un’area strategica, al  fiore all’occhiello della città, una zona molto vicina al centro cittadino. In questi giorni ho consultato con maggiore attenzione il progetto vincitore del concorso e ho fatto alcune valutazioni innanzitutto di tipo storico, al periodo in cui  la collina Macamarda non era diventata ciò che è oggi, quando le cubature  del Centro direzionale non avevano coinvolto anche metri quadri di piazza della Visitazione.  Ci sono stati fatti, insomma,  che hanno determinato ciò che oggi sentiamo come esigenza: una piazza che sia zona urbana con area verde e funzioni di mobilità. Toccherà al progettista affrontare i problemi di natura strutturale, tecnica e funzionale insieme ad elemento estetico e paesaggistica. La delibera di giunta che abbiamo abbozzato,  tiene conto solo dei fabbisogni analizzati finora e dei concorsi di idee, affidando ai dirigenti l’obbligo di redigere un concorso di progettazione con determinati requisiti. Dopo la selezione, a questi si chiederà che prima della redazione di un progetto, ci si dovrà confrontare con gli amministratori”.

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