PETROLIO, UNO STOP CHE SEMBRA UNA VIA DI FUGA

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Non sono sufficienti le mezze spiegazioni fornite dal Presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, a fugare i gravi dubbi che persistono sulla questione dell’inquinamento delle zone della Val d’Agri interessate dall’estrazione del petrolio. Dopo anni di bugie, omissioni e depistaggi, messi in atto dalle Amministrazioni pubbliche e dalle compagnie petrolifere, il Movimento Unione Mediterranea sollecita le istituzioni locali e regionali ad uscire dal pantano in cui per troppo tempo hanno cercato di galleggiare e di cambiare completamente registro rispetto alle solite ritualità che nascondono un avvilente asservimento alle logiche e alle volontà politiche del governo centrale e delle lobby petrolifere. E’ più che lecito – sostiene il coordinatore lucano di UM, Nicola Manfredellinutrire dubbi e perplessità sulla reale portata dell’iniziativa conseguente allo sforamento delle soglie di inquinamento che ha determinato il provvedimento di sospensione delle attività dell’impianto petrolifero di Viggiano, adottato dalla Giunta regionale”Alla necessità di mantenere alta l’attenzione, giova tener presente, secondo Unione Mediterranea, il fatto che finora, niente di quel rigore a cui il Presidente Pittella si è richiamato nella conferenza stampa per fare il punto sulla vicenda COVA, ha trovato riscontro concreto nelle diverse situazioni che si sono create, mentre, al contrario, si è sempre fatto ricorso alla tattica del “tuttappostismo”, adottata per accomodare e respingere ogni allarme sollevato dalle associazioni e dalle popolazioni locali. Nel merito di quest’ultima vicenda, che ha smentito tutte le precedenti rassicurazioni della Regione Basilicata e dei suoi Uffici circa la validità dei controlli sugli impianti e del monitoraggio sull’ambiente, risultano ancora poco chiare alcune questioni specifiche che vanno urgentemente chiarite, quali: a) un protocollo garantito e verificabile di rilevamento immediato di eventi di allarme di inquinamento; b) l’effettiva dimensione ed estensione degli sversamenti nel terreno e nelle acque; c) la tipologia e il grado di rischio reale per la salute dei cittadini; d) gli interventi di bonifica che si rendono indispensabili; e) i principi di precauzione e di sussidiarietà da rispettare. Nel far rilevare che risulta alquanto curioso convocare una conferenza stampa per illustrare un provvedimento di sospensione delle attività petrolifere in Val d’Agri senza fornire il testo del deliberato adottato dalla Giunta Regionale, Unione Mediterranea, in coerenza con la propria azione per il raggiungimento dell’obiettivo dell’Autonomia territoriale, illustrato anche nella recente iniziativa svolta a Rionero in Vulture con il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, vigilerà con assiduità per verificare che la chiusura degli stabilimenti non corrisponda principalmente a qualche esigenza organizzativa dell’Eni in Val d’Agri e a Taranto, e per evitare che la vicenda del preoccupante rischio ambientale che grava sul territorio lucano possa risolversi in un pastrocchio a tre, tra Eni, Ministero e Regione, in cui il provvedimento di sospensione temporanea del Centro di lavorazione di Viggiano, invece che uno stop ad una attività di forte impatto e di scarso rispetto per il territorio e la gente, si traduca in una via di fuga dalle grandi responsabilità che la politica e le istituzioni devono assumersi.  

 

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