Ad un anno da Trivellopoli, Pittella decide finalmente di fermare il COVA.

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L’uovo di Pasqua ha portato una bella sorpresa per gli abitanti della Val D’Agri e per tutti i Lucani: dopo una serie interminabile di incidenti e scandali, la Giunta di Marcello Pittella ha deliberato per la sospensione delle attività del COVA a Viggiano. Una decisione che non può che vederci concordi, dato che la auspicavamo  da sempre, e l’abbiamo rilanciata con forza  in seguito alle drammatiche notizie sui serbatoi colabrodo del centro, con un’usura certificata dal lontano 2008 (questo è scritto nella diffida dello scorso marzo della Regione ad Eni, della quale siamo entrati in possesso accedendo agli atti) i cui effetti potrebbero esser stati devastanti per il sottosuolo e le falde. Qualche giorno fa abbiamo inoltrato una  richiesta di aggiornamento alla Giunta, sulla situazione del Centro Oli e sulle azioni che ENI aveva messo in campo per adempiere alle prescrizioni imposte dalla Regione Basilicata. Evidentemente la spocchia e la prepotenza di ENI sono risultate eccessive anche per Pittella & co. oppure il presidente è voluto correre ai ripari in vista di possibili azioni da parte della magistratura. Ora è necessario concentrarsi sulle operazioni di bonifica senza concedere il minimo sconto ad ENI come abbiamo richiesto con la mozione approvata il 28 marzo scorso. Vigileremo affinché ENI paghi per le ferite mortali inferte alla Val D’Agri e all’intera Regione Basilicata. La lotta è appena cominciata e la porteremo avanti fino all’ultimo. Questa prima vittoria è il risultato della tenacia dei cittadini attivi lucani e di chi, come noi che li rappresentiamo nelle istituzioni, non ha mollato per un attimo sul tema. Lunedì sarà trascorso un anno dalla celebrazione del Referendum anti-trivelle che ha visto la Basilicata unica regione a superare il quorum. La sospensione delle attività del COVA è il miglior modo per festeggiare la ricorrenza.

Gianni Perrino

Gianni Leggieri

M5S Basilicata – Consiglio Regionale

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