Giornata Internazionale della Felicità, «La buona cucina deve dare felicità»

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Cosa è la Giornata Internazionale della Felicità? E’ un giorno – che cade il 20 marzo – per essere felici, naturalmente! Dal 2013, le Nazioni Unite la celebrano per riconoscere l’importanza della felicità nella vita delle persone in tutto il mondo. E nel 2015 l’ONU ha lanciato 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che cercano di porre fine alla povertà, ridurre le disuguaglianze e proteggere il nostro pianeta – tre aspetti chiave che portano al benessere e felicità. E la buona cucina può dare felicità: parola di chef Roberto Pontolillo.

Il concetto di “comfort food” è però molto personale: possono esserlo le lasagne, ricche e con una preparazione laboriosa, la cui ricetta si tramanda da generazioni e che rimanda al concetto di famiglia e dello stare insieme, ma può esserlo anche un panino croccante e veloce da preparare, gustato da soli sul divano con una birra fredda al punto giusto. Ciascuno di noi – spiega lo chef Roberto  – ha le proprie personalissime ricette che rimandano ai ricordi di infanzia, ai piatti della mamma e della nonna e alla felicità, che cuciniamo per molti quando vogliamo mettere tutto il nostro amore in un piatto, oppure che riserviamo ai momenti difficili, quando ci sentiamo giù e vogliamo coccolarci con qualcosa di buono che ci dia la sensazione di un abbraccio. Ma non solo preparazioni elaborate: la felicità è anche un toast al formaggio, le patatine fritte alla perfezione, un panino speciale con bistecca e cipolla o un semplice piatto di pasta con gli ingredienti che si vuole.

Diventa più difficile “mettere” la felicità in un piatto per impiegati-lavoratori-studenti che hanno poco tempo per la pausa pranzo e che spendono in media 10 euro per il pasto completo. E’ un po’ questa la “mission” di chef Roberto da Black Pepper dove ad un’alimentazione sana e bilanciata a costi accessibili si abbina qualche ingrediente di felicità e quel pizzico di creatività da rendere il pasto un elemento per ritrovare un’emozione, un sapore e un odore del passato.

Oggi – è il pensiero filosofico dell’architetto-chef – è necessario rendersi conto che il cibo, più che “non far male”, deve fare “bene”, deve dare una generale sensazione di piacere. Gli alimenti che mangiamo sono parte del mondo in cui viviamo, e come dobbiamo rispettare loro, dobbiamo rispettare anche noi stessi, cominciando per prima cosa a non sfregiare quelle meraviglie che sono i sapori e i gusti che la natura ci ha offerto. Dobbiamo giungere a una sana consapevolezza: anche nel cibo risiede parte della nostra felicità, quel piacevole sentimento che deriva da un abbraccio, un bacio, una carezza, un bel film, un’opera teatrale. Immaginare queste sensazioni e mangiare allo stesso modo, questo è l’obiettivo cui dobbiamo tutti pervenire.

La bussola della felicità a tavola è la dieta mediterranea, è un modello, uno stile di vita per vivere in salute in ogni stagione. I dati in letteratura ci dicono che se ci avviciniamo di più alla dieta mediterranea beneficiamo, oltre alla diminuzione del peso, di molti vantaggi. Come la riduzione del rischio di malattie cardiovascolari, tumori, Alzheimer, Parkinson e sindrome metabolica. Calibrare correttamente la dieta mediterranea concedendoci magari qualche sfizio di gola, anche solo pochi minuti di felicità, ci permette quindi di stare bene in salute.

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