ISTANTANEA FRAGOLICOLTURA ITALIANA. NICODEMO INSISTE SU MUTUO RICONOSCIMENTO: “SNELLIRE E VELOCIZZARE LE PROCEDURE

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Cresce la fragolicoltura italiana, in Spagna lieve calo delle superfici. La Francia conferma la propensione alle vendite del proprio prodotto nel mercato nazionale

AGEN. La fragolicoltura italiana cresce in termini di superfici, secondo le stime CSO (Centro Servizi ortofrutticoli) relative al 2017 si è registrato un incremento del 3% rispetto all’anno precedente:  3640 ettari di superfici coltivate a fragole in Italia per un fatturato complessivo di quasi 36 milioni di euro.  Questi alcuni dei dati – fonte CSO –  riportati dal coordinatore del comitato italiano di prodotto “Fragola”, Francesco Nicodemo, nel corso dell’incontro che si è tenuto ad Agen in Francia, lo scorso 8 marzo, e a cui hanno preso parte le delegazioni spagnole e chiaramente quella del Paese ospitante.

Basilicata e Campania sono le regioni italiane in cui si registrano i livelli di crescita più alti, la Basilicata con i suoi 856 ettari conferma il suo primato, la Campania si attesta su 856 ettari complessivi. “L’occasione è stata utile per avere un confronto serio e qualificato con i colleghi spagnoli e francesi – sottolinea Nicodemo – Nel nostro Paese la diffusione varietale è legata chiaramente alle caratteristiche climatiche dei diversi areali, con la Basilicata e la Campania che negli ultimi anni hanno consolidato la loro posizione”. Nello specifico si registra  l’espansione delle varietà Sabrosa (Basilicata) e Sabrina (Campania). In entrambe le regioni si apprezza la crescita della cultivar Melissa che possiede il 10% di quota relativa sul totale delle piantine vendute.  In Sicilia si conferma anche per il 2017 il predominio di Florida Fortuna.  Al nord, in Veneto la varietà più diffusa è Eva, seguono Garda e Aprica.  L’istantanea nazionale presentata dalla delegazione italiana ai colleghi francesi e spagnoli prosegue con l’Emilia Romagna, Veneto, Piemonte, Calabria, Sicilia.  In crescita inoltre i consumi nei confini nazionali, l’81% delle famiglie ha acquistato fragole al dettaglio almeno una volta nel corso del 2016.
La delegazione spagnola ha evidenziato come la stagione entrerà nel pieno la prossima settimana. La provincia di Huelva – principale area di coltivazione d’Europa – quest’anno ha ridotto le superfici del 7% a 5.400 ettari. Finora, le sfavorevoli condizioni climatiche invernali hanno pesato sulla produttività degli impianti. Secondo quanto riferito al tavolo, da inizio stagione ad oggi la raccolta è stata inferiore di 50 grammi per pianta rispetto all’anno precedente, equivalenti a circa 4-5 tonnellate per ettaro in meno. La stagione, è stato detto, entrerà nel pieno durante la prossima settimana. Per la Spagna hanno partecipato all’incontro José María Pozancos, direttore di Fepex, Rafael Domìnguez Guillén, direttore di Freshuelva, Cristóbal Picón Regidor e Bartolome Fernandez Esquina, rispettivamente presidente e direttore di Coophuelva; Manuel Piedra Chaves, segretario generale di Upa-Huelva; e Sebastian Fraile Arévalo, del ministero iberico dell’Agricoltura.   Per la delegazione francese hanno presenziato e esposto Xavier Mas e Caroline Granado, rispettivamente presidente e direttore dell’Aop “Fraise de France”, e da Jérôme Frouté, Ambasciatore di Francia in Spagna. L’AOPn Fraises de France conta 28 aderenti, fra OP, expediteures e produttori; questi ultimi sono 550 per circa 22mila tonnellate di fragole, ossia il 40% della produzione nazionale francese. Dall’intervento dei delegati francesi è emerso inoltre che la stragrande maggioranza della produzione francese è destinata al mercato interno con una bassissima propensione all’export

Rispetto al mutuo riconoscimento nell’impiego dei principi attivi, Nicodemo ha detto:
“Il nostro auspicio, come Gruppo di contatto è che il Comitato fitosanitario che presenzierà alla prossima riunione del Gruppo misto, in programma a metà giugno a Roma, possa sburocratizzare lo strumento del mutuo riconoscimento. In modo che i Paesi che fanno richiesta per l’uso di alcuni principi attivi possono avvalersi delle autorizzazioni già ottenute dagli altri Paesi. In questo modo è chiaro che si accorciano i tempi e si evitano doppie procedure”.

Francesco Nicodemo, coordinatore Comitato di Prodotto Fragola Italia

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