Coordinamento Donne Democratiche su l’8 Marzo e in ricordo di Paola Clemente

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In occasione dell’8 marzo all’amministrazione comunale di Massafra  vogliamo chiedere di dedicare uno spazio pubblico alla memoria di una nostra conterranea, Paola Clemente, donna, madre e lavoratrice, uccisa dal caporalato.

Paola Clemente, 49 anni, era una bracciante di San Giorgio Jonico e la sua storia non è dissimile da quella di tante altre sue colleghe, nostre concittadine che ogni giorno ripetono le stesse litanie.  Bisogna fermarsi un attimo ad ascoltare la sua storia perché, purtroppo, ha un tragico epilogo.
Come le altre è una storia di ordinaria schiavitù, accaduta nella Puglia della pizzica e delle “chiangaredde”, delle masserie di lusso per i vip, delle affollatissime discoteche sulle spiagge, ma finisce un 13 luglio al Sud, con un infarto letale alla fine di un’estenuante giornata di acinellatura sotto i 42 gradi di un “tendone”.
Ma oggi Paola ha ricevuto giustizia.
I suoi sfruttatori, per la prima volta per un reato di questo tipo, sono in carcere grazie  alla L 199/2016 contro il Caporalato,
recentissima vittoria di civiltà!
Dovremmo dedicare questo 8 marzo a Lei e alle sue 40.000 colleghe pugliesi che, in un circolo vizioso di sfruttamento difficile da interrompere, migrano ancora quotidianamente da un campo all’altro della nostra lunga regione.
Per dare un senso a quel “sacrificio” che toglie la vita, gli affetti e il futuro, perché non ci sia un’altra estate di drammi  e perchè il lavoro, ancora oggi, piuttosto che liberare, non uccida le donne come alla “Triangle” nel 1911!

Che si ispiri a una “rivoluzione” come quella del febbraio (marzo per il nostro calendario) di 100 anni fa, in Russia, quando operaie e madri di famiglia scesero in piazza contro la guerra.
Chiedevano pane, pace per i loro figli e diritti per se stesse, sfidando polizia e esercito.
Poco dopo lo Zar abdicò e fu arrestato.
Una  rivoluzione nata a marzo non poteva che avere volti femminili: tra la folla c’erano femministe liberali e bolsceviche, operaie e intellettuali, maestre, aristocratiche, mogli dei soldati, e tante «donne affamate che chiedevano pane»
Che siano queste “eroine” il riferimento del nostro 8 marzo, per portare avanti la “rivoluzione” di civiltà che solo le donne possono fare perché esse “erediteranno la terra” ed essendo più attrezzate a cogliere le opportunità che hanno di fronte, la renderanno un posto migliore.

Debora Notaristefano, Coordinamento Donne Democratiche

Ida Cardillo, Consigliere Comunale PD

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