Sanità: migliorare non distruggere

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La proposta del Consigliere Regionale Napoli di trasferire, di fatto, la Senologia di Potenza al CROB, non ci sorprende. Noi avevamo già da tempo denunciato pubblicamente una volontà di alcuni amministratori, sempre negata, di voler realizzare uno tale spostamento. Questo ci conferma come la politica sia sempre più spesso lontana dai cittadini e dai loro bisogni, ignorando anche realtà esistenti.Ci amareggia però che un Consigliere Regionale, già Consigliere Comunale di Potenza, parli della istituzione di una Breast Unit (Gruppo interdisciplinare di Senologia) a Rionero, ignorando che nella sua città, di cui è stato autorevole amministratore, esiste una realtà assistenziale di senologia (interdisciplinare) da circa 20 anni.Realtà, quella senologica presso il San Carlo, che ha trovato riconoscimenti, per i risultati conseguiti, nelle donne lucane e di altre regioni. Dalla stampa abbiamo anche appreso che rilievi critici sono stati mossi dal PNA (Piano Nazionale Esiti) al CROB. Va detto con chiarezza che il rimedio non è rappresentato da una sorta di trasloco di una attività assistenziale da un ospedale all’altro! Altri contenuti e compiti possono e debbono essere assegnati al CROB. La possibilità è ampia per le patologie oncologiche che vedono ancora troppi viaggi della speranza dalla nostra regione e dalle regioni meridionali. Certamente ad ogni struttura va dato un compito ben definito, senza far mancare una regia unica, per affrontare al meglio una patologia complessa come quella tumorale. Il CROB va sostenuto per tutti gli aspetti che riguardano la ricerca oncologica, non solo in termini di risorse, ma soprattutto ampliando i campi di azione. Bisogna dire, purtroppo, che le proposte di cui si hanno notizie in questa fase, soprattutto per quanto riguarda il riordini ospedaliero, non sono caratterizzate da una progettualità chiara e ben definita nei termini operativi.Dobbiamo fare i conti con una realtà regionale che ci dice che un lucano su quattro non ha fiducia nel proprio sistema sanitario. Questa inadeguatezza deriva da una sorta di miopia da parte della politica regionale, ma anche da quella di una dirigenza poco incline a percorrere la strada di nuovi modelli organizzativi. La Radioterapia a Potenza, esigenza irrinunciabile per l’ospedale che ha il maggior peso dell’assistenza oncologica, si sta realizzando soprattutto per la volontà delle donne che hanno svolto un lavoro di sensibilizzazione e di raccolta di firme, straordinari. Migliaia e migliaia di firme hanno pesato nella scelta. Non possiamo che registrare, purtroppo, una certa incertezza e lentezza nella fase di realizzazione. Difficoltà per i malati e le famiglie continuano ad essere troppe.Noi siamo le donne che hanno sostenuto quella petizione. Noi siamo soprattutto le donne che hanno scelto di curarsi in Basilicata; buona parte di noi si è affidata al Centro di Senologica del San Carlo, quello stesso che oggi si vuole smantellare o ridimensionare. Questa scelta di smantellamento per costruire altrove toglie un punto di fiducia alle donne ed è stato sicuramente il motivo principale delle dimissioni del Dott. Mazzeo Cicchetti, animatore, insieme ad altri operatori, di un valente gruppo interdisciplinare nella cura del tumore al seno. I silenzi imbarazzati, le bugie che si fanno circolare, da parte di alcuni esponenti politici e dirigenti, ci fanno pensare ad altri tempi ed altri Uomini. Innanzitutto al Sen. Bubbico, prima come Assessore alla Salute e poi come Presidente della Regione, ma anche agli altri Consiglieri dell’epoca che hanno compiuto scelte importanti per la salute delle donne. A loro il merito dell’istituzione dello screening e la creazione della Chirurgia Senologica al San Carlo di Potenza, per non pagare il prezzo della migrazione. Nell’incontro con il Presidente Pittella al San Carlo, purtroppo siamo state le uniche a denunciare questa volontà di delocalizzazione, annullando l’esperienza di un gruppo collaudato e ben funzionante. Proprio in campo oncologico, cambiare punti di riferimento genera sfiducia e confusione. La sanità va gestita nell’interesse dei cittadini, svincolando le scelte da interessi di parte. Noi continueremo la nostra battaglia a difesa dei diritti delle donne e per una maggior trasparenza e condivisione nelle scelte che si compiono nel campo assistenziale.

Carmen Paradiso Presidente Associazione Viveredonna

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