Castellaneta celebra la “Giornata del Centro Storico”

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Il 23 febbraio prossimo si rinnova infatti, per Castellaneta e per i castellanetani, l’appuntamento con la storia, per ricordare quel lontano 23 febbraio del 1503, in cui avvennero le storiche vicende del “Sacco di Castellaneta”, menzionate dal Guicciardini nella sua “Storia d’Italia”.

La “Giornata”, giunta alla quarta edizione, è voluta dall’Amministrazione Comunale per sensibilizzare soprattutto le giovani generazioni a coltivare la memoria dei luoghi storici da cui sono circondati, per stimolare la conoscenza del passato e per meglio progettare il futuro dei castellanetani di domani.

Il programma di quest’anno coinvolge nuovamente gli alunni degli istituti comprensivi ”Pascoli-Giovinazzi”, e ”Filippo Surico”, che parteciperanno a due visite guidate nel centro storico, alla scoperta rispettivamente dei vicoli e dei pendii del colle Archinto. I percorsi integreranno anche un tour alle opere di street-art presenti nel centro storico ed una visita al Museo Valentino, grazie rispettivamente alla collaborazione con l’associazione Aracnea e della fondazione R. Valentino.
Al termine delle visite, gli alunni si raduneranno in Cattedrale, alle ore 12.30 circa, per ricevere il saluto del Vescovo della Diocesi di Castellaneta S.E.R. Claudio Maniago.

La “Giornata” ha in serbo anche un appuntamento nel tardo pomeriggio, con la presentazione del volume “Memoria e fotografia, come siamo cambiati !?!” del prof. Gaetano Gaudiomonte, che si terrà alle ore 19 nel Museo Valentino.

Il libro sviluppa una serie approfondita di riflessioni, sollecitate da una selezione di vecchie fotografie non solo di Castellaneta ma anche della realtà meridionale, che fanno affiorare alla memoria scene di vita paesana e familiare ormai dimenticate. Un fenomeno, questo delle vecchie immagini, che vive anche in rete un notevole interesse, in particolare sui social network. Il lavoro del prof. Gaudiomonte aggiunge alle immagini il senso della prospettiva e del racconto, necessario per contestualizzare un piccolo mondo antico oramai lontano dallo stile di vita odierno.

IL SACCO DI CASTELLANETA

La vicenda risale agli inizi del 1500, anni in cui il Regno di Napoli, facile preda di sovrani stranieri, fu spartito tra Ferdinando il Cattolico che ebbe la Puglia e Luigi XII di Francia che divenne Re di Napoli e degli Abruzzi.

L’accordo tra i due sovrani decadde a causa della pretesa di possesso da parte dei francesi , della Capitanata, considerata zona proficua economicamente. Castellaneta divenne terra di conquista da parte del duca di Nemours, capitano dell’esercito francese, che la presidiò con un compagine di soldati che a causa della loro condotta sfrenata e insolente, provocarono l’ira dei cittadini castellanetani. Questi ultimi, animati da forte coraggio e dalla volontà di difendere la propria terra oltraggiata dai soldati francesi, con l’aiuto di alcuni soldati spagnoli che occupavano Taranto, sorpresero con un agguato nel sonno la guarnigione francese che non riuscì ad opporre alcuna resistenza. I cittadini castellanetani disarmarono i soldati francesi e li spogliarono delle loro vesti, vendicando la propria cittadina dalle barbarie subite.

Il duca di Nemours, corso in aiuto dei francesi in fuga, minacciò di incendiare la città ma i cittadini, in preda alla disperazione, ricorsero alle armi con l’aiuto di un esiguo numero di soldati spagnoli difendendo strenuamente la propria città. Durante l’assedio il duca di Nemours fu costretto ad accorrere in aiuto della città di Ruvo, lasciando libera Castellaneta.

Per lo spirito combattivo dei suoi cittadini e per l’eroica resistenza dimostrata, la città di Castellaneta fu insignita del titolo di “Fidelissima Civitas” dal re Ferdinando il Cattolico.

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