A POTENZA SI RAFFORZA LA TENDENZA DEL “SOCIAL EATING”

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Il web prende i clienti per la gola e i ristoranti potentini sono sempre più social. Da un’indagine del Centro Studi Turistici Thalia si registra un incremento del 60% di presenze innanzitutto su facebook nell’ultimo anno con l’esercizio di tecniche innovative per la fidelizzazione clientela e promozione del brand. Il  cibo è da sempre un forte aggregatore di persone e di esperienze. Un’impresa su due è social friendly e il 25% dei ristoranti è on line con più piattaforme. Il cibo avvicina, rallegra e delizia. A tavola si parla più volentieri, si condividono non solo le pietanze, ma anche le nostre esperienze e le nostre storie. Era quindi inevitabile che con lo sviluppo delle piattaforme social si creasse rapidamente uno stretto legame tra queste e l’esperienza di condividere ed assaporare in compagnia cibi e bevande. Il nuovo fenomeno in crescita esponenziale si chiama social eating. Per questo l’informazione sul menù da proporre quotidianamente è importante. Come per il turismo, la prenotazione via desktop e mobile del piatto o del menù completo da consumare a casa – riferiscono Antonio e Alfonso ristoratori di Black Pepper che da mesi utilizzano il web  al servizio della clientela, un buon esempio, sottolinea il Cs Thalia, di comunicazione sociale – sta diventando un’abitudine di consumo specie nell’ambito della ristorazione. Noi entro le ore 12 forniamo il menù del giorno dando la possibilità di prenotarlo a qualsiasi ora o di consumarlo al tavolo e verifichiamo che un buon numero di clienti arrivano al tavolo già con le idee chiare. E’ uno strumento che favorisce la discussione su cosa si mangia nella pausa dal lavoro accettando anche rilievi e valutazioni non positive e consigli. Noi pensiamo che è meglio che sia il cliente a scoprire la qualità dei piatti del nostro ristorante piuttosto che tentare di convincerlo con una martellante azione promozionale. Il segreto sta sempre nel cercare di trovare il giusto equilibrio (in media stat virtus) tra capacità di proporre molti contenuti attraenti e pochissimi messaggi promozionali. Questi ultimi in particolare vanno ogni volta utilizzati con intelligenza e senza mai strafare.

Lo studio del Cs Thalia mette in evidenza che il 61,5% degli utenti di ristorazione ricorre principalmente al web per avere informazioni sui locali e le notizie più ricercate in primo luogo sono il livello dei prezzi (69% del campione) seguito dai commenti di altri consumatori (60,3%) e dal tipo di cucina e di offerta (59,9%). Le fonti più utilizzate, in questo caso, sono il sito istituzionale (62,5%), a seguire Tripadvisor (62,3%) che distanzia di molto Facebook, fermo al 33,3% delle preferenze. Inoltre 1 intervistato su 4 pubblica immagini o video della sua esperienza nel locale, una pratica diffusa tra i Millennials (35,2%) e quasi ignorata dai Baby boomers (8,9%) che utilizzano maggiormente Facebook  (74,2%), seguita da Tripadvisor 35,5% e Instagram 17,5%. I clienti viene spiegato ancora-  sono comunque più propensi a pubblicare commenti positivi, lo dichiara il 61% del campione, solo in 2 casi su 10 gli intervistati dichiarano di scrivere recensioni negative.  I Millennials invece sono l’eccezione, ovvero  osano di più e confermano la tendenza a rilasciare valutazioni critiche più frequentemente rispetto alle fasce d’età più adulte.

Infine il  fenomeno che gli esperti chiamano “foodporn”, tradotto è la propensione quasi ossessiva di fotografare tutto ciò che stiamo per assaporare: piatto in tavola e smartphone in mano. Un’abitudine per i più giovani.

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