PISTICCI. Praticamente portati a termine i primi interventi di sondaggio alla Chiesa di San Rocco, chiusa al pubblico e al culto da oltre 4 anni per motivi di sicurezza. Dopo la imprevista individuazione di un vano sotterraneo intonacato per una superficie di circa 8 metri quadri, intercettato ad una profondità di circa metri 1,80 dal piano di pavimento, in zona piuttosto centrale della struttura, come si temeva – e come ci ha spiegato il geologo Domenico Laviola che ha diretto le operazioni – è stata accertata la presenza di una falda di acqua alla profondità di circa 16 metri dal piano pavimentato. La scoperta attraverso la presenza di due piezometri appositamente collocati in profondità, nella parte sinistra entrando nel tempio. Potrebbe trattarsi di acqua proveniente dal sovrastante rione Marco Scerra da qualche anno interessato a fenomeni di cedimento, anche se la cosa è tutta da accertare. Non sappiamo se il ritrovamento della falda , unitamente al sotterraneo scoperto qualche giorno prima, potrebbe produrre conseguenze nel programma di progettazione per il consolidamento della struttura in pericolo per il suo ripristino. Valutazioni che comunque spetterebbero principalmente al Prof. Paolo Rocchi un eminente tecnico di fama internazionale, direttamente incaricato dalla Curia Vescovile il cui responsabile dell’Ufficio Tecnico è il parroco pisticcese don Michele Leone. Il Professor Rocchi, anche se non sul posto, ha seguito le vicende di questi giorni legate ai primi interventi di sondaggio ed a cui sarà fatta tenere tutta la documentazione tecnica relativa ai risultati dell’operazione, per valutare e decidere le opportune strategie, non senza aver prima fatto visita alla struttura, si dice, in programma prossimamente. Il lavoro di sondaggio, è stato eseguito dall’impresa materana “Fiumano Toma Trivellazioni”. Contemporaneamente, e sempre all’interno, opera la impresa “Uni Lab” di Perugia per la caratterizzazione strutturale e in particolare per accertare la profondità delle fondamenta. Come è stato già evidenziato, necessaria sarebbe anche una indagine storica della struttura realizzata nei primi anni 30 su progetto dell’arch. Bruno E.Lapadula, sul sito di una vecchia chiesa detta del Purgatorio aperta al culto nel 1746. Indagine che è praticamente impossibile eseguirla, atteso che tecnici e imprese che edificarono, da anni non ci son più.
MICHELE SELVAGGI
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