Summa (CGIL) su trasporto pubblico regionale

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Summa: “Se continuiamo a sbagliare politica infrastrutturale e di mobilità continuiamo a consegnare una regione destinata allo spopolamento”

“Di fronte a un piano regionale che non stanzia risorse, la discussione non può ergersi attorno a una audizione in consiglio regionale per chiedere ulteriori finanziamenti. Quella dei trasporti è una vertenza fondamentale perché incrocia due diritti fondamentali: il diritto alla mobilità e il diritto al lavoro”.

Così il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa sulle criticità del sistema di trasporto pubblico regionale. “Se continuiamo a sbagliare politica infrastrutturale e di mobilità continuiamo a consegnare una regione destinata allo spopolamento. A pagare le conseguenze saranno prima di tutto le aree interne. Perché un piano regionale che per adeguare i costi al chilometraggio riduce i chilometri percorsi, riduce di fatto il servizio mettendo anche a rischio i posti di lavoro, già minacciati da uno stallo delle assunzioni sia nelle Ferrovie dello Stato Italiane – dove nonostante la presenza di una direzione regionale e di un accordo con la Regione Basilicata in base al quale trasferiamo 27 milioni di euro l’anno, non viene assunta manodopera locale – che in Trenitalia, dove nemmeno il  Frecciarossa ha creato nuova occupazione a livello locale.

Alla luce di questa situazione e del monopolio aziendale nel sistema di trasporto pubblico regionale che perdura negli anni comportando solo disservizi negando ai lavoratori ciò che è loro di diritto, ovvero il salario, puntare solo sulle risorse sarebbe una scelta miope. La stretta del bilancio c’è ma non può condizionare un intero sistema. E’ necessario – conclude Summa – portare questi temi in consiglio regionale, dove la battaglia deve essere affrontata insieme alle altre regioni del sud che vivono le stesse condizioni dal punto di vista dei trasporti e pretendere un meccanismo di perequazione nella distribuzione delle risorse. Altrimenti avremo un piano della mobilità che non garantisce  né il diritto di mobilità né il diritto al lavoro. E’ giunto il momento che il presidente regionale Marcello Pittella si misuri personalmente con queste criticità, senza trincerarsi dietro all’assessore o al direttore generale di turno, e questo vale per i trasporti come per la sanità e il reddito minimo di inserimento”.

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