Presentato l’Ipogeo “Matera Sum”

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Un percorso unico al mondo di 1500 mq a 25 metri di profondità  

nel  cuore della città capitale europea della cultura nel 2019

La città di Matera, capitale europea della cultura nel 2019, già  nota per le tante meraviglie, si arricchisce di una nuova sensazionale scoperta. Si tratta di un ipogeo unico al mondo venuto alla luce, dopo circa un anno di scavi, in pieno centro, appena a due passi da piazza Vittorio Veneto, di fianco a corso XX Settembre. Un percorso di 1.500 mq, situato a 25 metri di profondità, a cui è stato dato il nome di “Ipogeo Matera Sum” e dove è possibile ammirare una vera e propria città sotterranea.  “Questo ipogeo – ha sottolineato il direttore creativo Giuseppe Grande, introducendo la conferenza stampa di presentazione del sito archeologico – è il tassello mancante della storia di Matera che  permetterà di scoprire nuove identità di una ‘città sotto la città’, venute oggi alla luce grazie al sacrificio della proprietà e di chi ha lavorato instancabilmente in condizioni spesso al limite della sopportazione fisica. Questo è e deve essere l’inizio di un percorso di studio e approfondimento condiviso e collaborativo con le autorità competenti, dalla Soprintendenza all’Università, dall’amministrazione comunale a chiunque vorrà dare il proprio contributo.

Solo una strutturata collaborazione tra professionisti giustificherà l’immenso lavoro che ha portato alla luce l’ipogeo”. Percorrendo lo spazio sotterraneo  è così possibile visitare case, strade, cisterne, siti produttivi, i resti di un luogo di culto, o addirittura due, probabilmente di età medievale,  tutti scavati nella roccia. Di notevole rilevanza sono le “abitazioni” con caratteristiche aperture per far penetrare luce ed entrare aria nelle stanze sotterranee, all’interno delle quali è possibile  immaginare lo svolgersi della vita quotidiana della “gente degli ipogei”. Gli scavi,  “che hanno visto impegnati 18 operai che ogni  15 minuti, tre alla volta a turno risalivano per prendere aria”,  hanno fatto affiorare  la presenza di terreno risalente a centinaia di anni fa’ che potrebbe aiutare a datare con precisione l’ipogeo. “Quando a Matera iniziarono a costruire i palazzi era consuetudine, da parte degli operai, sapendo che sotto c’erano spazi vuoti,  fare dei fori e buttare la terra inutilizzata giù – ha spiegato Grande – inoltre nella zona luogo di culto vi è l’esistenza di un’altra parte sotterranea che è stata in piccola parte svuotata ma subito riempita di terra. Questo significa che c’è un altro pezzo di storia che scende fino a 40 metri sotto il suolo”. Per  la direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici dell’Università di Basilicata, la professoressa Francesca Sogliani  “una delle aree nel Mediterraneo in cui l’insediamento rupestre appare fortemente connotante e particolarmente articolato per estensione cronologica, aspetti funzionali e significato culturale è rappresentata senz’altro da Matera e dal suo territorio. Le numerose ricerche condotte sul patrimonio rupestre materano hanno preso in considerazione fino ad ora molteplici aspetti che vanno dall’inquadramento delle peculiarità geomorfologiche e geologiche ai fenomeni insediativi di età preistorica e protostorica e poi a seguire fino al medioevo e alle epoche più recenti, o ancora alla lettura tipologica dei diversi agglomerati rupestri”. Già dai prossimi giorni sarà data la possibilità di vistare l’ipogeo. “Il notevole interesse della gente per questo ipogeo – ha rimarcato Tommaso Bradascio della cooperativa ‘First Class’ che gestirà le guide, consorziata di “Vivi Matera che si pone l’obiettivo  di dare opportunità ai propri soci – è la dimostrazione del fatto che le emozioni e l’interesse che questa scoperta ha suscitato in me sono le medesime emozioni condivise da chi ha avuto la fortuna di visitare in anteprima il sito. Personalmente riconosco in questo luogo le radici della mia storia, di come i nostri antenati si siano radicati in questo territorio plasmandolo alle loro esigenze, ma plasmati essi stessi dalle caratteristiche di questa pietra”.  Per l’architetto Lorenzo Antinora, “a  ‘Matera Sum’, il tempo che si è fermato ha potuto trattenere intatte quelle tracce fatte di roccia e tufo, in un infinito intreccio dove l’uomo ha rispettato la natura che a sua volta lo ha ospitato, proteggendosi vicendevolmente. E’ per questo che possiamo ora parlare di Matera, come quella città unica al mondo, dove uomo e natura non sono mai stati tra loro nemici, patrimonio di quella umanità, che potrebbe ripartire da qui, come laboratorio del tempo che ridona vita alla terra nostra madre”.  Soddisfazione è stata espressa dall’assessore comunale ai Sassi, Paola D’Antonio, per la quale si tratta di “un’attestazione  di sapienza antica ed una memoria d’identità; questi due aspetti devono rappresentare una forte spinta emozionale ad intraprendere ulteriori indagini e valutazioni storico architettoniche al fine di costruire correttamente un processo di conoscenza di una realtà cosi straordinaria”. A conclusione della conferenza stampa è intervenuto il presidente del Consiglio comunale, Angelo Tortorelli, il quale  ha espresso apprezzamento per la scoperta auspicando l’avvio di un percorso condiviso di approfondimento e studio sull’ipogeo ricordando che si tratta dell’ennesima conferma della grandezza della  città.

Matera 6 dicembre 2016

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