Alla masseria Amastuola l’Aperitivo d’Autore con Marco Ferrante

Marco Ferrante
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Continua il viaggio nella provincia di Taranto del format di Volta la carta. Domenica 11 dicembre l’appuntamento è nella raffinata location crispianese. Ospite il vicedirettore di La7, autore di un romanzo spietato sulla borghesia italiana in dissoluzione

Torna Aperitivo d’Autore e stavolta l’appuntamento è di domenica mattina. L’11 dicembre (ore 11) nell’affascinante masseria Amastuola, a Crispiano, sarà ospite del format di Volta la carta il vicedirettore di La7, Marco Ferrante, autore di “Gin tonic a occhi chiusi” (Giunti). Il suo è un romanzo caustico e spietato, il ritratto impietoso di una famiglia altoborghese fra gossip, scandali e corruzione sullo sfondo di una Roma sfavillante, vuota e dissoluta. Dialogherà con l’autore Vincenzo Parabita, giornalista nonché ideatore di Aperitivo d’Autore. Prima della presentazione del libro, ad attendere i partecipanti vi sarà un gustoso aperitivo che sarà accompagnato dai raffinati vini biologici Amastuola Organic Wines. Partner dell’evento sono le Cantine Amastuola e la libreria AmicoLibro. Per partecipare all’evento è obbligatorio prenotare chiamando al numero 380.4385348 oppure scrivendo all’indirizzo email aperitivodautore@gmail.comlocandina-aperitivo-dautore-con-marco-ferrante panoramica-masseria-amastuola

L’AUTORE
Marco Ferrante è nato a Martina Franca (TA). Sposato, tre figli, attualmente è vicedirettore di La7. Questo è il suo quarto libro. Ha lavorato per otto anni al Tg5. Dal 2004 al 2008 è stato responsabile dell’area economia a Il Foglio. Dal 2008 al 2010 è stato vicedirettore de Il Riformista. Per questi quotidiani è stato ritrattista di personaggi dell’economia. Ha collaborato con Il Sole 24 Ore, Il Messaggero, Panorama, Vanity Fair, Io Donna, Corriere Economia. Ha scritto e condotto Icone su Rai 5. Ha collaborato per quattro anni a Matrix, su Canale 5. Per la radio, nel 2009 è stato uno dei conduttori di Tabloid, su Radio3, una rassegna stampa delle pagine interne dei quotidiani.

IL LIBRO

Non c’è niente che dia più soddisfazione a Elsa Misiano di raccogliere con un pretesto tutto il personale di servizio di cui dispone: per questo un paio di volte l’anno riunisce l’intera famiglia per un festeggiamento in grande stile. Sessantacinque anni, tendenza alla pinguedine, capace amministratrice di una rendita robusta, moglie di un importante avvocato fanatico di Porsche e ideologo di barche, ha cresciuto i tre figli maschi nello spirito di una (mal)sana competizione: Gianni, primogenito e fiscalista di grido, colpevole di aver sposato una provinciale di sinistra; Paolo, deputato quarantenne in attesa del quarto figlio, perplesso portavoce di una donchisciottesca campagna contro l’energia eolica; e infine Ranieri, il prediletto della madre, giornalista conformista, furbetto, frivolo, fortunato, considerato dagli altri due – unanimi – uno stronzo. Su uno sfondo di case costose e ben arredate, Martini al Plaza, scandaletti politici, pettegolezzi, colpi bassi e molta ipocrisia, i Misiano condurrannoil lettore in luoghi dove a governare con grande nonchalance è un vuoto spettrale.
Marco Ferrante ci regala un romanzo dall’ironia affilata e implacabile, che racconta il punto di congiunzione tra una titubante e disorientata borghesia e la politica, in una Roma bellissima eppure irrimediabilmente in via di decomposizione, un mondo nel quale saper preparare un gin tonic a occhi chiusi è, al tempo stesso, un vacuo slogan, un collaudato gesto di seduzione e anche un inutile e inconsapevole passo di danza su un abisso che non si vede, ma forse c’è.

LA LOCATION

La masseria Amastuola si trova su un altopiano a 210 metri s.l.m. nella contrada omonima all’interno dell’agro di Crispiano, ed è circondata da circa 170 ettari di terreno, per la maggior parte coltivati a vigneto, con ulivi secolari, e muretti a secco. La masseria è immersa nel parco regionale “Terra delle Gravine” nonché area delle “Cento masserie” di Crispiano. È posizionata a sud dei luoghi dove furono ritrovati i preziosi “Ori di Taranto” e a poche centinaia di metri dalla necropoli di Accetta con i suoi famosi dolmen paleolitici. A est confina con lo spettacolo naturalistico della gravina del Triglie. La circostante zona rupestre è ricca di vegetazione naturale caratteristica, di grande bellezza, in cui s’alternano pini marittimi e macchia mediterranea (rosmarino, timo, lentisco, corbezzolo, mora, rosa campestre, fragole selvatiche, biancospino e calaprice). La zona è caratterizzata sin dall’antichità dalla coltivazione della vite, tanto che sono stati trovati segni anche durante gli scavi archeologici da cui sono emersi sia vinaccioli sia anfore vinarie di produzione greca. Il primo documento in cui compare la masseria è un Inventarium dei beni di Giovanni Antonio Orsini, principe di Taranto, redatto nella prima metà del 1400. L’Amastuola conobbe la massima espansione territoriale e la massima floridezza nel XVIII sec. Dal 2003 la masseria è di proprietà del Gruppo Kikau della famiglia Montanaro. La storia agricola e la vocazione vitivinicola del terreno ove sorge Amastuola risalgono all’epoca Magno-Greca, come testimoniano decenni di indagini archeologiche svolte sui suoi terreni. I greci sarebbero arrivati via mare, risalendo poi per un paio di chilometri sino alle sorgenti del fiume Tara. Da questa zona di acque sorgive sarebbero poi risaliti per un altro paio di chilometri, raggiungendo il pianoro dell’Amastuola dove s’insediarono. Gli scavi archeologici, iniziati nel 1988, hanno infatti portato alla luce in loco un insediamento magno-greco, circondato da un agger. Dal 2003 è stata sostenuta la ricerca sul campo nell’intera area circostante la masseria sotto il controllo della Soprintendenza ai Beni Archeologicidella Puglia ad opera del Centro di Archeologia della VU-Università di Amsterdam. Attualmente si stanno ultimando i lavori di ristrutturazione della masseria. La tipologia di restauro messa in atto sul corpo principale della masseria è di tipo conservativo nel rispetto della tradizione nell’uso dei materiali. All’interno dei locali verranno realizzate due sale degustazione, una bottaia, una libreria e ristorante per accompagnare la degustazione dei vini Amastuola con selezionate proposte gastronomiche tipiche pugliesi. All’interno dell’antica chiesetta verrà realizzato un piccolo museo della Magna Grecia in cui si esporranno i reperti della collezione “Guarini”, di proprietà del gruppo Kikau da diversi anni. Nelle vecchie stalle sarà realizzata una sala conferenze per riunioni e meeting aziendali.

I VINI

Il vigneto dell’Amastuola è un’opera unica al mondo, oggetto di studi e riconoscimenti internazionali, capace di coniugare produzione, estetica e tradizione. Un armonico susseguirsi di filari di viti disposti come onde accentuate e parallele che scorrono fluide per tre chilometri, in un movimento intervallato da 1.500 ulivi secolari disposti in ventiquattro isole su tutta la superficie del vigneto. I filari di viti sono stati impiantati sulla base del disegno pensato dal grande paesaggista spagnolo Fernando Caruncho.
I vini Amastuola Organic Wines nascono dall’incontro di tradizione e ricerca e sono espressione fedele del terroir unico di Amastuola. Scrupolosa attenzione ai dettagli e rese limitate per ottenere vini biologici di qualità che raccontano, con la loro essenza autentica, l’amore dei proprietari per questa terra straordinaria immersa nel cuore del Mediterraneo. Attualmente i vini prodotti sono i seguenti: Centosassi (primitivo), Primitivo (primitivo), Onda del tempo (primitivo, aglianico, cabernet sauvignon, merlot), Aglianico (aglianico), Capocanale (merlot), Vignatorta (syrah), Ondarosa (aglianico), Calaprice (chardonnay, sauvignon blanc, fiano), Bianco Salento (fiano, malvasia), Dolce Vitae (malvasia bianca di Candia). Tutti i vini hanno ricevuto negli ultimi anni innumerevoli riconoscimenti.

Vincenzo Parabita

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