CASTELLUCCIO : ADEGUARE POLITICHE PER INFANZIA

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“I dati contenuti nel settimo Atlante dell’Infanzia a rischio dell’Associazione Save the Children e riferiti alle condizioni di vita e studio dei ragazzi lucani ci consegnano una situazione che non può certamente essere scaricata interamente sulle spalle del Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, che pure sta facendo un buon lavoro, ma che ripropongono la necessità di un adeguamento delle complessive politiche dell’infanzia andando al di là del Reddito Minimo d’Inserimento, una misura di carattere assistenziale”.

E’ quanto afferma il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio sottolineando, tra i dati diffusi, quello dello rischio povertà ed esclusione sociale che coinvolge un minore su tre. Ancora, il dato relativo all’abbandono degli studi (sino alla licenza media) che, da noi,  riguarda un ragazzo su dieci con età compresa tra i 18 e i 24 anni (10,3%), pur essendo inferiore alla media nazionale (14,7%). E se in Italia sei ragazzi su dieci (con genitori che hanno un titolo di studio basso) sono a rischio di povertà ed esclusione sociale, in Basilicata più del 40% degli adulti tra 25 e 64 anni è fermo alla licenza media con la crescita del disagio sociale.

E’ da troppo tempo, esattamente dalla presentazione delle linee programmatiche all’insediamento della prima Giunta Pittella – continua Castelluccio – che non si affrontano più i temi dell’infanzia e della famiglia. L’obiettivo a cui dobbiamo tutti rivolgerci è attivare sistemi concreti, in modo che le famiglie possano vedere il futuro in modo più roseo. Stiamo parlando di temi fondamentali, che talvolta, distratti da altri diritti che correttamente vengono portati avanti, vengono dimenticati.

Per il vice presidente del CR l’attuale modello nazionale di welfare ha dimostrato di essere interamente fallimentare. In questo dobbiamo tornare ‘indietro’, la famiglia è l’ultima frontiera contro la povertà e il decadimento della società. Ecco perché è necessario agevolare la composizione della famiglie e le nascite, pena la sopravvivenza del popolo lucano che, come segnala la Svimez, continua a subire gli effetti della scarsa crescita demografica accompagnata dall’emigrazione”.

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