Aliano non ce l’ha fatta.

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Chi ha giudicato non ha tenuto presente il senso e le potenzialità di un borgo che non ha esitato a sfidare i giganti e i pregiudizi intorno al fatto che la cultura e le iniziative ad essa connesse debbano essere una prerogativa delle città o comunque dei centri più grandi e popolosi. Aliano non è finalista nella corsa alla designazione della capitale italiana della cultura per il 2018. Non è tra i dieci comuni (su 21 partecipanti) della lista che oggi è stata resa nota dalla giuria nazionale presieduta da Stefano Baia Curioni. Le dieci finaliste sono: Alghero, Aquileia, Comacchio, Erice, Montebelluna, Palermo, Recanati, Settimo Torinese, Trento. Ma ad Aliano sono consapevoli che la decisione della giuria non fa tornare indietro le lancette del tempo, all’epoca in cui Carlo Levi denunciò con la sua grande opera letteraria i mali del Sud, e Aliano ne fu il simbolo. Cristo era fermo a Eboli, oggi non più, almeno ad Aliano.
Il sindaco di Aliano, Luigi De Lorenzo, era fiducioso che l’esito della scelta fosse diverso da quello che poi è stato, ma non si abbatte e, anzi, ha ora un motivo in più per muoversi ancora meglio nell’ambito delle numerose iniziative che propone il suo comune: “Ritengo che resti il nostro coraggio e la volontà forte, decisa, di dimostrare che la forza del piccolo può smuovere le montagne. Sì, riteniamo di avere una marcia in più che ci è stata assegnata dalla nostra storia, dal patrimonio di valori e di tradizioni che intendiamo non solo preservare, ma trasmettere per una fruizione dei nostri Beni, culturali e paesaggistici, materiali ed immateriali, che non sia limitata al solo territorio locale. In questi mesi in cui ci siamo adoperati per illustrare all’Italia il dossier, ci siamo resi conto, con il passare dei giorni, di aver raggiunto la testa ed il cuore dei nostri interlocutori con una proposta diversa dalle altre, per certi versi, vorrei dire, rivoluzionaria per forma e contenuti. Come spesso ho fatto presente, rifacendomi al nostro documento in cui abbiamo spiegato il progetto che sta alla base della candidatura, Aliano sarebbe un luogo straordinario anche senza l’eredità lasciataci da Carlo Levi. Da noi conta l’atmosfera umana che respiri assaggiando i momenti di una comunità che sembra aver già conosciuto tutto e aver scelto consapevolmente di volersi fermare. E’ l’incantesimo che diventa cultura nel senso più puro della parola: identità vissuta nel quale si concentra il sapere tacito. La prima risorsa di Aliano, come ben sottolineato nel nostro dossier, è il paesaggio. Colline piene di ulivi e un mare di calanchi. Aliano conserva un sapore antico, che a starci dentro ti dà la sensazione di essere ancora un luogo vero, non omologato. Nonostante gli effetti della globalizzazione, che è arrivata anche qui, spesso nei suoi aspetti peggiori, abbiamo la pretesa di proporre un posto del mondo in cui non tutto è dissacrato, dove c’è una misura, un gusto dell’amicizia, un sentimento della propria vita e di quella degli altri. Ecco il solco della nostra proposta diretta a quanti ancora, dall’Italia e dall’estero, vorranno scoprire Aliano, una proposta che non si arresta. Onoreremo comunque il nostro dossier. Per noi Aliano ha vinto, in nome dei tanti piccoli centri italiani, in nome del territorio lucano e del Paese. Oggi poniamo le basi per proporci, nel 2018, come capitale dei piccoli comuni e del Mediterraneo”. Nel solco del sindaco è Don Pierino Dilenge, da sempre anima delle iniziative culturali ad Aliano, responsabile della Pro Loco, del Circolo culturale Nicola Panevino, ideatore del Premio letterario nazionale Carlo Levi: “La  decisione del Comune di candidarsi a capitale della cultura non è nata per caso e per un eccesso di presunzione.  Numerose,   infatti, sono le iniziative culturali avviate già negli anni’80 che hanno gettato le basi  di questo progetto e di questa richiesta presentata  opportunamente dal riconfermato sindaco Luigi De Lorenzo, supportato dal Parco letterario presieduto da Antonio Colaiacovo.  Le associazioni e successivamente il Parco  ed il Comune hanno creduto da sempre nelle risorse storico-culturali del territorio e non hanno esitato ad intraprendere un percorso  di riscatto, di valorizzazione e di promozione  con varie iniziative consolidate che si sono consolidate nel tempo. Il nostro impegno continua”.Antonio Colaiacovo è il presidente del Parco Letterario “Carlo Levi”, istituzione che opera dal 1998. “Non arriva il riconoscimento con l’inserimento di Aliano tra le dieci finaliste – dice Colaiacovo – ma in questi mesi abbiamo avuto l’ennesima occasione per richiamare ancora di più l’interesse generale sulla figura e l’opera di Levi, confinato qui dal regime fascista tra gli anni 1935/36. Resta la nostra idea di base, che poi è la mission dei Parchi letterari, di utilizzare la fonte letteraria come codice di lettura del territorio, per scoprirne e valorizzarne i diversi aspetti che ne configurano l’identità: da quello culturale e storico a quello naturalistico, da quello antropologico a quello eno-gastronomico. Negli anni Aliano è divenuto sempre più luogo di vita e di ispirazione dello scrittore Carlo Levi. Case, stradine, ma anche paesaggi e campagne raccontati nel testo, diventano un patrimonio culturale ed ambientale da proteggere, valorizzare e da rendere sempre più fruibile ai visitatori attraverso percorsi sensoriali tesi a far rivivere il ricordo del  letterato e far provare, gustare, sentire, toccare ed osservare tutto ciò che ha portato l’autore a scrivere pagine storiche della letteratura”.  

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