CASTELLUCCIO: NON CI SONO SOLO POCHE OPPORTUNITA’ DI LAVORO MA NON C’E’ NEANCHE UN SISTEMA CHE AIUTI A CERCARLE

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Con l’aumento della stima dei disoccupati registrato oggi dall’Istat aumenta la difficoltà, specie dei giovani, a trovare lavoro non solo perché ci sono pochissime opportunità di occupazione non precaria ma anche perché c’è una scarsa conoscenza di come e dove cercare. E questo segna l’inefficacia dei servizi per l’impiego anche da noi nonostante la convenzione per la gestione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro firmata nel mese di marzo scorso con il Ministro Poletti. Lo sostiene il vice presidente del Consiglio Regionale Paolo Castelluccio che aggiunge: sotto diversi punti vista quanto definito dalla riforma dei servizi pubblici per l’impiego è senza dubbio rivoluzionario, ma  constatato il fallimento della Garanzia Giovani – a meno che si consideri un successo la semplice presa in carico dei giovani iscritti – impone perlomeno di porsi non pochi dubbi sull’effettiva attuazione di questo percorso. I risultati del rapporto realizzato da alcuni dei siti web più utilizzati dai giovani per la ricerca di lavoro diffusi sempre oggi certificano il flop dei centri per l’impiego: se, infatti, più del 30% degli intervistati dice di consultare siti di annunci online o social network specializzati, c’è ancora un 69% che preferisce rivolgersi ai canali tradizionali, affidandosi al passaparola (34%), lasciando il curriculum di persona (29%), comprando i giornali di annunci (6%).

Secondo Castelluccio le responsabilità sono da distribuire a metà tra Governo e Regione. L’Italia, al 2013, ha speso lo 0,03% del Pil in servizi per il lavoro rispetto allo 0,36% della Germania, allo 0,25% della Francia (dato al 2012) e allo 0,08% della Spagna. In termini di spesa per disoccupato e forze lavoro potenziali, si va dai circa 2.800 euro pro-capite spesi dalla Germania, ai 1.500 della Francia, ai 122 della Spagna e gli 84 dell’Italia. Ancora, l’ Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, annunciata dal Governo Renzi come lo strumento strategico per fare la rivoluzione nel mercato del lavoro, a cominciare dal compito prioritario di riportare allo Stato le competenze sui centri per l’impiego che prima erano in capo alle Regioni, è ancora un oggetto sconosciuto.

Quanto all’accordo quadro tra Governo e Regione attraverso il precedente assessore Liberali, esso ha raggiunto solo l’obiettivo d garantire continuità di lavoro ai dipendenti dei Cpi e delle agenzie provinciali di formazione, mentre l’ istituzione dell’Agenzia Lab (Lavoro e Apprendimento Basilicata), a parte il “primato” quale prima Agenzia fra le Regioni italiane, non ha ancora fatto nulla per cancellare l’esperienza dei vecchi uffici di collocamento e delle agenzie di formazione. Inoltre non è ancora superato il rischio buona parte di questi servizi sia finanziata con fondi comunitari, camuffando le attuali mansioni in “servizi” in modo da poter utilizzare quelle fonti. Il problema è che utilizzando tali risorse, il sistema nel suo complesso mancherebbe totalmente di progettualità di lungo periodo, perché è vincolato da bandi temporanei più interessati alla rendicontazione economica che dell’effettiva efficacia delle politiche del lavoro.

Per il vice presidente del Consiglio, in definitiva, a quanti sono in cerca di lavoro non resta che navigare in Rete ed incrociare le dita.

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