GRANOSALUS: “Nella terra del grano solo gli agricoltori sono dalla parte dei consumatori”

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Il convegno “La terra del grano” tenutosi il 28 ottobre 2016 a Foggia organizzato da Confagricoltura (organizzazione in cui molti dei suoi associati non si riconoscono più), così come quello di due giorni prima, organizzato alla Camera di Commercio di Foggia da alcuni sementieri, pastai e cooperatori, hanno rappresentato un deplorevole attacco alla libertà di opinione e alla democrazia in quanto in entrambi non vi è stata possibilità di dibattito fra le parti e non sono stati previsti interventi da parte di agricoltori che hanno idee diverse su come risolvere i problemi della cerealicoltura del sud.
Noi agricoltori e consumatori, sempre più trattati come marionette, dovremmo, secondo gli intenti della lobby italiana della pasta e dei suoi fornitori di materia prima, (ovvero cinque multinazionali che movimentano la produzione mondiale del grano via navi), accettare per partito preso, alla vigilia delle regole del nuovo mercato CUN, un assurdo ed ingannevole contratto di filiera che:

  • vincola la coltivazione per tre anni e opera decurtazioni unilateralmente;
  • offre un falso compenso di 100 € ad ettaro (falso perché se aderissero tutti i produttori sarebbe di pochi euro, meno di 3 €, in quanto la superficie mediamente coltivata a grano duro è di 1.3 milioni di ettari mentre sono stati stanziati 3 milioni di euro); la misura è discriminante;
  • fissa d’imperio un prezzo prestabilito di scarsa sopravvivenza per gli agricoltori e, dunque, anticoncorrenziale;
  • richiede l’utilizzo di determinate varietà che hanno scarsa produttività (quasi la metà delle tradizionali) ma soprattutto sono iperproteiche ovvero non valide qualitativamente per il consumatore (in quanto favoriscono problematiche relative alla gluten sensitivity)  ma solo per l’industria che, grazie ad un alto contenuto in proteine può produrre pasta sempre più velocemente e facilmente in modo da abbattere il costo di produzione e aumentare i suoi profitti; più proteine non vuol dire qualità per il consumatore;
  • non tiene conto della griglia di qualità tossicologica su cui il Governo ha preso impegni nei confronti del Parlamento.

 

Il fatto grave è che a prestare il fianco a questo modo di agire anticoncorrenziale sia anche Coldiretti, che nel medesimo giorno stipula intese con alcune industrie pugliesi ai limiti del diritto comunitario sulla concorrenza, senza considerare i nuovi indirizzi politici che emergono proprio dai consumatori e dai produttori più lungimiranti.

Durante il convegno, il presidente Guidi, che produce grano iperproteico a Ferrara per portarlo all’ ammasso, non solo ha messo in discussione la conoscenza della Cun tra gli agricoltori del mezzogiorno, che invece hanno il merito di averla promossa e fatta legiferare in Parlamento, ma ha suscitato dubbi anche sulla capacità di saper gestire la CUN a Foggia con uomini che siano all’altezza. Noi ci siamo trovati d’accordo solo le affermazioni di Onofrio Giuliano e del Prof Pisacane riguardo alla inadeguatezza delle analisi fatte sui grani importati, in presenza del Ministro Martina e del Presidente Emiliano.

Il Ministro dell’ Agricoltura Martina, al quale unitamente ad Emiliano abbiamo consegnato la nostra petizione sulle micotossine (allegata), anziché suggerire agli agricoltori contratti di filiera capestro e polizze assicurative su modello USA avrebbe potuto proporre modelli di vero Made in Italy, coinvolgendo gli agricoltori sempre più in un processo che non si ferma alla sola produzione, ma vuole seguire la destinazione finale del prodotto per ottenere un GranoSalus, esente da qualsiasi contaminazione, così come lo chiedono i consumatori.

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